Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 05/08/2019, a pag.16 con il titolo "Milizie sciite colpite in Iraq dall'aviazione di Gerusalemme" l'analisi di Rolla Scolari.
Rolla Scolari
La stampa israeliana si chiede da giorni se si sia aperto un nuovo fronte del confronto tra Israele e l'Iran. Giornali iraniani, arabi internazionali hanno riportato a luglio raid aerei contro due basi di milizie sciite in Iraq legate a Teheran. E, nonostante il silenzio di Israele, la sua aviazione è stata ritenuta all'origine degli attacchi. Il 19 luglio, aerei da guerra hanno colpito obiettivi dell'Organizzazione Badr, ex Brigata Badr, nella provincia di Salah al-Din, a Nord di Baghdad. Tre giorni dopo, è stata bombardata una ex base americana, oggi controllata dalle stesse milizie: Camp Ashraf. Secondo la stampa degli Emirati arabi, il raid avrebbe causato circa 40 vittime tra personale locale e iraniano.
Zvi Bar'el
Le indiscrezioni Il «Wall Street Journal» fa notare come, a parte Israele, l'unico attore interessato a colpire quei gruppi potrebbe essere lo Stato islamico, cui manca però la capacità di un'azione simile. Israele è rimasto in silenzio. Negli anni passati sono stati attribuiti alla sua aviazione attacchi a milizie sciite legate all'Iran in Siria, per impedire, secondo gli esperti, passaggi di armi all'alleato libanese Hezbollah, che minaccia Israele oltre il confine Nord con il Libano. Bombardare milizie sciite in una Siria devastata da una guerra per procura è però diverso dal colpirle in una nazione come l'Iraq. Come fa notare Zvi Bar'el sul quotidiano israeliano Haaretz, però, il governo di Baghdad è rimasto stranamente in silenzio, senza denunciare l'ipotetica e pesante violazione. Una parte della divisa e settaria politica irachena è stufa della presenza di milizie agli ordini di Teheran, diventate sempre più potenti per il loro cruciale ruolo nella sconfitta dello Stato islamico nel Paese. Secondo un recente rapporto dell'intelligence israeliana, dopo aver in parte fallito a insediarsi militarmente in Siria, Teheran cerca di utilizzare l'Iraq per espandere la propria egemonia regionale, e avrebbe trasferito missili come gli Zolfaqar, capaci di colpire le città israeliane, nel Paese. Da qui, i misteriosi raid. Restano però questioni aperte sul presunto attacco: Israele avrebbe utilizzato jet F-35 in modalità stealth, quindi invisibili ai radar, ma il tragitto è di oltre mille chilometri e prevederebbe rifornimento in volo, quindi il coinvolgimento di alleati.
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