Jennifer Lopez in Israele, l'ennesima sconfitta del BDS
Commento di Deborah Fait
Jennifer Lopez debutta in Israele, al Park Hayarkon di Tel Aviv, in uno dei suoi cinque concerti internazionali per festeggiare il suo cinquantesimo compleanno. Cinque concerti di altissimo livello, uno dei quali, il primo, proprio in Israele, alla faccia del BDS che le aveva scritto " Apri il tuo cuore ai bambini palestinesi e cancella il tuo show a Tel Aviv".
La petizione portava 5000 firme di altrettante "brave" persone molto preoccupate del benessere dei bambini palestinesi. Sicuramente quei cinquemila saranno stati angustiati dopo aver sentito raccontare di giovanissimi prelevati dalle loro case per essere portati a fare la guerra al confine tra Gaza e Israele, forse avranno anche visto le immagini di gruppi di ragazzini di tutte le età usati come scudi umani dai milizian-terroristi di Hamas.
E' più che giusto esserne turbati. Avranno anche visto come nell'ANP di Abu Mazen si educano i bambini all'odio verso gli ebrei, i campi estivi dove insegnano ai piccoli di otto- nove anni come si sgozza una persona usando dei pupazzi sui cui vestiti campeggia sempre una Stella di David.
Sicuramente quelle 5000 brave persone avranno visto le immagini o i filmati di come vengono usati i bambini di Gaza.
Allora perché boicottano Israele se le barbarie contro l'infanzia, la loro infanzia, le commettono i palestinesi stessi? Credo che la domanda sia lecita, perbacco! Lasciamo stare i capi storici del movimento BDS, antisemiti e speranzosi di vedere Israele distrutto e gli ebrei sterminati. La loro strategia è semplice, diffondere più odio possibile e per farlo tutto è lecito, menzogne, diffamazione, senza alcun limite di decenza.
Trovo grottesche invece quelle 5000 firme, molte anche di gruppi di estrema sinistra israeliani, per convincere "J-Lo", come viene chiamata dai suoi ammiratori, a non andare in Israele.
Nella petizione si afferma niente meno che Tel Aviv sarebbe stata fondata su rovine di villaggi palestinesi. Chiunque conosca la storia sa che la città è nata, nel 1909, sulla sabbia di fronte al mare, per volontà di 12 famiglie ebree.
Sappiamo che la sinistra israeliana non è diversa da quella degli altri paesi, sappiamo che non ha capito niente del conflitto, sappiamo che è disposta a regalare Israele agli arabi pur di apparire generosa e progressista. Sappiamo che ritiene fascista chiunque difenda e ami questo paese.
L'attrice cantante, senza degnare il BDS di una risposta, è arrivata accompagnata dal fidanzato, dai loro quattro figli e un centinaio di persone al seguito, tra musicisti e tecnici. Il fidanzato, Alex Rodriguez, ex giocatore di pallacanestro, ha detto di essere molto eccitato per la loro prima volta in Israele. Nemmeno una parola sulle minacce dei bidiessini del gruppo chiamato Boikott la cui petizione è stata riportata sul sito Code Pink, una ONG dell' estrema sinistra americana.
Lo slogan della petizione: "J.Lo Don't Go" è rimasto inascoltato e i firmatari con tanto di naso, delusi, rabbiosi quanto erano scatenati durante la campagna di boicottaggio. "Siete tutti invitati al mio concerto a Tel Aviv" ha detto la cantante in un video diffuso una settimana fa e ieri sera decine di migliaia di persone hanno riempito il Parco per applaudirla, soddisfatta e felice della sua visita di tre giorni in Israele, ripartirà sabato per Mosca.
Ancora una volta il BDS ha perso la sua instancabile battaglia di odio mentre nel Parco Yarkon gli israeliani urlavano il nome della loro beniamina e si spellavano le mani per applaudirne la bravura, la bellezza e, perché no, il coraggio!
Deborah Fait
"Gerusalemme, capitale unica e indivisibile dello Stato di Israele"