Riprendiamo dal FATTO Quotidiano di oggi, 01/08/2019, a pag.18, la breve "Cisgiordania, altre 6000 case".
Dalla breve del Fatto manca un elemento essenziale per capire la realtà nei territori contesi. Come mai nell'area a controllo esclusivo arabo palestinese (A) non è ammessa la presenza di ebrei, e a maggior ragione di case da loro abitate? Nella zona sotto il controllo israeliano (C), invece, vengono edificate sia case per israeliani sia per arabi palestinesi. Perché il Fatto non fa notare questa disparità di situazioni, preferendo invece il doppio standard di giudizio che indica costantemente in Israele il responsabile di ogni crimine?
Ecco la breve:
II governo ha autorizzato 6.000 case per gli israeliani che vivono nell'area C, assieme a 700 per i palestinesi. L'Area C della Cisgiordania è sotto controllo di Tel Aviv e la decisione di nuove costruzioni è la prima degli ultimi quattro anni. Alcuni analisti hanno interpretato la decisione come una mossa elettorale del premier Netanyahu; quest'ultimo durante una visita a Ef rat, vicino Betlemme, dove sono in programma 1.000 costruzioni, ha detto che a Efrat "ne costruiremo altre 8.000". Su twitter Netanyahu ha polemizzato con i rivali Benny Gantz e Yair Lapid (partito Blu-Bianco) ed Ehud Barak (Campo democratico). "Le prossime elezioni saranno fra chi come me ha resistito a pressioni enormi per difendere la Terra d'Israele, e Gantz, Lapid e Barak che rinunceranno alla terra patria, sgombereranno insediamenti e metteranno in pericolo il Paese".
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