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Deborah Fait
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La guerra e gli angeli 26-7-2003
Scoppia la prima guerra di Indipendenza.

Miriam parla in modo chiaro, senza sbavature, senza retorica, racconta

episodi, non la guerra con i combattimenti, ma i sentimenti, i pericoli degli ebrei, dei bambini del suo kibbuz tra i quali c'era suo figlio.

Racconta in modo pacato, freddo, forse stanco. E' molto provata dai ricordi

o forse e' provata anche dalla realta' di oggi: la guerra continua.

"Sono passati 56 anni e abbiamo ancora morti ebrei, ancora bambini ebrei

fatti a pezzi. Gli arabi non hanno fatto un passo lontano dall'odio, anzi

ne hanno fatto la ragione della loro vita".



Non voglio interrompere Miriam, la lascio parlare :



Ricordare può far sentir spossati? credo proprio di si, sono stanca. Sono seduta qui e mi domando incredula: ma in quale sequenza sono accaduti i

fatti? I ricordi si accavallano come un fiume in piena e dopo tanti anni e' difficile dar loro un ordine cronologico, credo pero' di esserci

riuscita...forse per questo sono sfinita!

Oggi capisco anche perchè, all'epoca, il mondo era convinto che in due settimane al massimo tutto sarebbe finito con la nostra totale disfatta: gli

eserciti arabi, molti dei quali comandati da ufficiali inglesi, contro gli ebrei male armati e abbandonati a se stessi, che dico abbandonati, peggio ,

in molti casi ci fu impedito di difenderci.

Come abbiamo fatto a vincere? Eppure ce l'abbiamo fatta, contro ogni previsione, da soli, con poche armi e tanta voglia di vivere.



E continua a parlare come se raccontasse , in simultanea, un

film che scorre davanti ai suoi occhi:



Gl'inglesi se ne vanno, senza fretta, non hanno proprio nient'altro da fare:

andarsene e basta, lasciarci in pace, ...invece continuano a farci del male,

vogliono sabotarci, lasciano che ci ammazzino.

Un giorno un gruppo di poliziotti ebrei, i meravigliosi Notrim, furono

circondati dagli arabi ad Azor, tra Rechovot e Tel Aviv. I ragazzi del

Palmach corrono

in loro aiuto ma gli inglesi non li lasciano passare e i Notrim vengono

uccisi e fatti a pezzi.

Oggi sulla strada di Tel-Aviv c'è una località chiamata Mishmar Hascivà,

vicino a Azor, in ricordo dell'eccidio.

I Notrim erano poliziotti ebrei per la difesa degli insediamenti ebraici,

dipendendevano

della Regia Polizia Britannica e da questa furono vilmente traditi.

Questo è uno dei tanti gravi episodi che ricordo ma mi sto chiedendo in

quale momento della guerra e' stato evacuato il kibbuz Nizzanim. Ti ricordi

che era stato il mio primo kibbuz nel 1947 ? Ricordo che la notizia

dell'evacuazione mi strinse il cuore come in una morsa e giurai a me stessa

che mai nessuno mi avrebbe mandata via da Givat Brenner. Nessuno avrebbe

evacuato me, la mia famiglia, i miei compagni.



Quando e' accaduto ? Dove lo metto quel ricordo? ma che importanza ha ?

Accadde e basta.

Accade che un giorno .......

......sai i bambini in kibbuz non mangiano generalmente coi genitori.....

percio' quel giorno alcuni tavoli richiamano la mia attenzione.... vi siedono giovani donne e

bambini piccoli. Come mai, mi chiedo? Chi sono?

Prima di partire col mio carrello, mi giro verso il finestrone-passavivande,

che succede di là, chi sta parlando ? Una voce strana, afona, una voce che

faceva impressione mi fece capire tutto, un incubo! "Nizzanim è stata

evacuata: sono rimasti solo pochi uomini a combattere contro l'esercito

egiziano che avanza..."

le mamme e i bambini vengono sistemati nei kibbuz vicini, anche nel nostro.



Non bastano dunque le bande armate che ammazzano e rubano, ora 5 eserciti

invadono il Paese. Dal sud avanzano gli egiziani, da est la legione della Giordania, agguerrita,

disciplinata, ben addestrata e comandata da ufficiali inglesi.

Praticamente combattiamo contro gli inglesi, sono loro al comando degli eserciti arabi.

Il solito doppio, triplo, quadruplo gioco della "perfida Albione".



Dal nord scendono anche i Libanesi e i Siriani. Fra le forze arabe è

presente pure l'Irak anche se non confina con noi e il Sudan, anche se non

c'entra niente

col Medio oriente.

Tutte queste forze militari incitano la popolazione araba locale: " andate

via, lasciateci far la guerra e alla fine tornerete nelle case degli ebrei" e questi si

lasciano convincere accecati dall'odio e dalla propaganda. Barconi solcano il mare, la meta è Gaza: non è così

lontano.

Non sanno che i loro fratelli arabi li rinchiuderanno in campi e li useranno

in seguito come armi umane contro Israele e come scusa per continuare la

guerra.

Se fossero rimasti, se avessero combattuto con noi, se non avessero creduto

a quelle dittature che li stavano usando e che li avrebbero

rovinati e resi profughi.



Da Tel-Aviv gli ebrei entrano a Giaffa, armati di megafono, fra loro c'e' il futuro suocero di uno dei miei figli.

Urlando nel megafono esortano la popolazione a rimanere, sono state scelte

persone che parlano il dialetto arabo locale: "non fuggite: non vi sarà

fatto alcun male, non abbandonate le vostre case".



La guerra avanza, gli egiziani sono ormai chi a cinque, chi a sette

chilometri dal nostro Kibbuz. Siamo circondati.



Gli ebrei pero' spiazzano tutti, gli arabi e il mondo intero, perche' non solo resistono,

ma riportano vittorie: "Incredibile!" Che

succede? " Il mondo e' meravigliato, gli arabi non ce la fanno piu',

ricorrono al trucco di Maometto, parlano di hudna, le Nazioni incalzano,

obbligano le due parti a decidere per il " cessate il fuoco".

Si diffonde intanto, tra i soldati arabi, una voce stranissima, i soldati

irakeni affermano che ai lati di ogni soldato ebreo combattono due angeli!

Dicono di vederli, gli angeli! Dicono che proteggono gli ebrei! Gli eserciti

armati fino ai denti si spaventano.

"Non li vinceremo mai" gridano in modo isterico.

E hanno ragione, non ci vinceranno mai!

E sai perche'? Quello che in loro e' fanatismo in noi e' coraggio. Quello

che per loro e' odio, per noi e' amore per Casa nostra. l'Unica che abbiamo!

Potranno ucciderci tutti ma non vincerci.



Mio figlio nasce, dopo 3 giorni torno a casa dall'ospedale di Rechovot, il "

cessate il fuoco " dura un mesetto: non siamo spariti dalla faccia della

terra come tutti pensavano....o forse... speravano.

Dopo due settimane, le poste internazionali ci ricollegano al resto del mondo

( che

care ! )ma avvertono minacciosi che non possiamo adoperare francobolli di

altri paesi. Credono di trovarci impreparati:

" Certo che no ! " è la nostra orgogliosa risposta " Siamo pronti con i

nostri francobolli ! "

Infatti le lettere partono con francobolli del K.K.L.(Keren Kayemet

LeIsrael) sui

quali spicca il timbro " Medinat Israel", Stato di Israele!

Il K.K.L., il fondo Nazionale Ebraico per l' esistenza d'Israele. Il K.K.L.

che con i suoi bossoli in tutte le case ebraiche del mondo raccoglieva i

fondi

per comprare terre e per piantare poi quasi 300 milioni di alberi in Erez Israel.

Soldi! Ci criticavano in Europa! "la patria non si compra coi soldi ma col

sangue"...e il sangue non manca, prima il terrorismo e ora c'e' una guerra, 5 paesi ci hanno

assalito: chissa' se questo sangue

che scorre, tutto

questo sangue, sara' moneta valida per gli europei? Accetteranno le vite dei nostri fratelli come pagamento per riconoscere i nostri diritti?



Finita la tregua, ricominciano gli allarmi, decidiamo di coricare tutti i

bambini ed i neonati nei bunker. Ci saranno due sorveglianti per bunker: Anna

(Anna Pontecorvo, la sorella del fisico Pontecorvo scomparso in URSS) ed io ci sistemiamo nella trincea vicino all'ingresso in modo da poter sentire

se un bambino piange, ma, nello stesso tempo per non usare l'aria dell'interno e lasciarla tutta ai bambini.

Ecco, c'è un aereo che vola, sarà sull'aranceto,oppure sui campi o su di

noi? Ci bombardera'?

"Chissà Anna che cosa pensa" mi chiedo ma facciamo silenzio e restiamo

immobili nella nostra trincea.

Ripenso ai mille aerei in Italia che sganciavano una bomba da 1000 kg

nello

stesso

momento, penso ai bombardamenti a tappeto di Torino ed io c'ero...

Uno schianto e penso: è una bomba piccola, poi sento la voce di Anna: "che

ci

facciamo qui dentro ? " eravamo finite dentro il bunker dei bambini, eppure

avevamo detto di star

fuori. Come era successo? non ci siamo alzate , non abbiamo camminato e

allora come mai

siamo finite dentro?

Sarà stato lo spostamento d'aria...ci guardiamo e

aggiungiamo "...o la fifa!" e scoppiamo a ridere. "Shhhhhh ! zitta se no

si svegliano tutti!"



" Sono il fratello di Dino Colombo, ti porto i suoi saluti" mi disse Silvio

Colombo di Torino, che venne a trovarmi alla casa dei bebè, dov'ero di

guardia. La moglie, mi spiegò, era

corrispondente di guerra per un giornale francese ed era stata mandata nel

Negev, lui aveva

preferito far visita agli amici.

E fu la fortuna per me e per i bambini che proteggevo: suona l'allarme e non

si puo' rischiare, bisogna andare di corsa al rifugio ma io sono sola con 8 neonati, " Qua a

me! " dice Silvio " aiutami a sistemarmeli sotto le braccia "

Ne prende sei, tre per parte, io prendo gli altri due e arriviamo al

rifugio, la

sirena urla ancora...ma noi li salviamo tutti.



Fu allora che iincominciammo a sentire strani discorsi su una casa che ci

avrebbe accolti a

Tel-Aviv: volevano evacuare mamme e bambini perche' ormai eravamo

circondati dagli

egiziani.

"Mai!" dissi a me stessa.

Ci opponemmo decisamente, noi mamme, prima una a una e poi tutte insieme. Gliela facciamo

vedere noi agli egiziani: non ci moviamo!! E non ci movemmo.

Poi la guerra finì... o meglio non finì...e non è finita ancora...

I miei figli sono nati con la guerra, i miei nipoti sono nati con la guerra.



Faccio l'ultima domanda. La piu' difficile.

- Miriam, secondo te avremo la pace un giorno?



Oggi siamo colpiti non solo dalla guerra ma dall'odio, un odio senza fine..

Questo e' un odio che, come una deflagrazione atomica, vuole distruggere il

mondo intero pur di distruggere noi. Il pericolo e' che il mondo occidentale

non vuole capire e per lo piu' si schiera con gli arabi, anche se

terroristi, contro di noi, ebrei quindi diversi. Noi siamo gli unici

"diversi" che il buonismo occidentale si rifiuta di rispettare.

Perche' li disturba cosi' tanto il fatto che vogliamo avere il nostro paese?

Era dei palestinesi, dicono? Mai visto uno quando sono arrivata nel 47 e

comunque era di scambio di popolazioni che era giusto parlare. Lo hanno

fatto in Europa ma non abbiamo potuto farlo noi che abbiamo accolto 800.000

profughi ebrei scacciati dai paesi arabi. Il Paese e' di chi lo ama e noi lo

abbiamo amato per millenni. Per questo Paese siamo morti in Europa e qui ,

per questo Paese eravamo disposti a convivere in pace con gli arabi e a dividerlo con loro. Loro hanno

scelto la guerra. Peccato! Peccato per i nostri ventiduemila morti.

Non so se avremo mai la pace ma so che non vinceranno perche', e dovremmo forse ricordarglielo

- conclude sorridendo- gli iraqeni hanno visto gli angeli combattere accanto a noi.

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