Ecco la lettera inviata alla redazione di Avvenire da Francesca Berghenti, membro UDAI - Parma; segue la risposta di Deborah Fait:
Caro Avvenire e caro Direttore, sono sempre più sconcertata di come il Vostro giornale continui a fare propaganda contro Israele, definendolo Stato imperialista, che pratica aparthied e che schiaccia con la propria forza il povero palestinese. Comprendo la necessità di voler dare una versione giornalistica solidale verso i poveri a discapito dei "ricchi israeliani", ma i vostri articoli contengono sempre di più frasi antisemite nascoste fra le righe. Anche in questo caso, riportando le sole parole di Abu Mazen, che è definito da illustri filosofi il Totò Riina palestinese per l'attività Mafiosa con cui ha gestito i propri interessi a danno del popolo palestinese, dicevo riportando solamente le frasi di Abu Mazen e mai la versione della Corte Suprema Israeliana, dove in piena democrazia sono presenti anche arabi israeliani, non fate sicuramente onore alla Verità. Nel mondo attuale infatti l'antisemitismo si esprime in modo diverso rispetto al passato. Posso infatti essere antisemita, pur ricordando e celebrando la Shoah (perchè in fondo gli unici ebrei amati sono quelli morti ...come diceva Golda Meir "siamo più simpatici da morti che da vivi"). Come dicevo si può riassumere l'antisemitismo moderno nelle cosiddette tre D : Delegittimizzazione, Demonizzazione, Doppio Standard. In questo articolo citando solamente la versione palestinista avete usato sicuramente il Doppio Standard. I Vostri lettori meritano qualcosa di più e meritano un giornale che sappia Riportare almeno la complessità della Storia e di quanto Israele abbia fatto per la pace. E per cortesia smettiamo di chiamare Israele come Terra Santa! Appelliamola in modo corretto. A presto
Francesca Berghenti membro UDAI - Parma
Gentile Francesca, Complimenti per la bella ed esaustiva lettera da lei inviata a Avvenire. La posizione di quel giornale è sempre stata, in modo più o meno velato, contro Israele ma io ho l'impressione che negli ultimi anni sia peggiorato forse in linea con la politica decisamente pro araba del Papa attuale. E' vero che si può essere antisemiti pur commemorando la Shoah ed è dimostrato che, passato il 27 gennaio, nei confronti degli ebrei e di Israele i sentimenti non sono certo amichevoli. Parafrasando la frase della grande Golda, da morti siamo simpatici, da vivi ci vorrebbero veder morti. Sarei curiosa di sapere se Avvenire le risponderà e che tipo di argomenti adotteranno per giustificare il loro comportamento troppo spesso concentrato sulle famose tre D.
Un cordiale shalom