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Il Dubbio Rassegna Stampa
27.07.2019 Con la straordinaria Operazione Noah Israele beffò De Gaulle
Commento di Gustavo Ottolenghi

Testata: Il Dubbio
Data: 27 luglio 2019
Pagina: 8
Autore: Gustavo Ottolenghi
Titolo: «L'Operazione Noah così Israele beffò De Gaulle»

Riprendiamo dal DUBBIO di oggi, 27/07/2019, a pag.8, con il titolo "L'Operazione Noah così Israele beffò De Gaulle" il commento di Gustavo Ottolenghi

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Gustavo Ottolenghi            "inammissibile"

Fra le numerose conseguenze indirette della vittoria di Israele nella Seconda guerra arabo-israeliana del giugno 1967 ("Guerra dei sei giorni') si verificò, anni dopo, un episodio, poco noto ma straordinario nella sua preparazione ed esecuzione, realizzato dallo Stato ebraico nei confronti della Francia. Israele ha da tempo abituato il mondo a riprese eccezionali compiute dal suo Servizio segreto per l'estero (il Mossad), fra le quali la cattura dell' SS-Obersturmfuehrer Adolf Eichmann a Buenos Aires in Argentina nel maggio 1960 e il suo trasferimento a Gerusalemme; la individuazione e successiva uccisione dello SS Sturmscharfuehrer lettone Herbert Cukus (il "macellaio di Riga") nel febbraio 1965 in Uruguay; la cattura nella base egiziana di Ras Ghaleb, del radar sovietico P-12 "spoon rest" (del peso di 7 tonnellate), del suo smontaggio in loco e del suo trasporto di nascosto in elicottero in Israele nel 1970; l'eliminazione, in Europa, entro il 1979, di tutti i 22 responsabili della strage di atleti israeliani compiuta da terroristi arabi nel 1972 durante le Olimpadi di Monaco; il rapimento a Roma nel 1986 del tecnico nucleare israeliano Mordechai Vanunu, responsabile della rivelazione di segreti sull'armamento nucleare di Israele (con la partecipazione, per la prima volta, in questo tipo di operazioni, di una donna, Cheryl Ben Tov, ufficiale del Mossad); ma quella effettuata a fine dicembre 1969 nel porto di Cherbourg in Normandia assume i caratteri di una vera 'beffa" a danno del Governo francese.
L'inizio della vicenda si può far risalire ai primi degli anni Sessanta del secolo scorso, allorché il Governo sovietico - dopo la risoluzione della Crisi di Suez del 1956 - iniziò a rafforzare le Marine militari della Siria e dell'Egitto fornendo loro 12 motocannoniere (sei per ciascun Stato) di costruzione russa, come deterrente sul mare nei confronti di Israele.
Le motocannoniere sono piccole imbarcazioni atte al pattugliamento e all'interdizione di zone limitate attorno alle coste dei vari Stati ed erano armate, all'inizio, con cannoni, mitragliatrici e siluri e, successivamente, con batterie lanciamissili. Le motocannoniere consegnate dall'URSS agli egiziani e ai siriani appartenevano alla serie "Komar" (lunghezza 25 m, dislocamento 80 tonnellate, velocità 38 nodi)e, quando la notizia che egiziani e siriani erano entrati in possesso di unità navali lanciamissili giunse in Israele, vi venne accelerata la produzione del loro missile antinave "Gabriel" iniziata nel 1960 e operativo dal 1967, meno potente del concorrente, ma più manovriero.
Israele non disponeva però di altri mezzi navali sui quali installare i sistemi di lancio per missili, ma aveva da tempo individuato sul mercato mondiale come il più adatto al lancio dei "Gabriel" la MC tedesca "Jaguar" (dislocamento 250 tonnellate, lunghezza 40 m, velocità40 nodi), per cui già dal 1962 aveva iniziato trattative col Governo tedesco per acquisirne alcune. Nel marzo di quell'anno il primo Ministro David Ben Gurion aveva inviato segretamente il suo Ministro della Difesa Shimon Peres a Bonn allo scopo di ottenere dal Cancelliere Konrad Adenauer una fornitura di armamenti (fra cui 12 MC tipo "Jaguar") in conto riparazioni per i crimini di guerra compiuti dai nazisti negli anni 1933/45 contro il popolo ebraico. I
l Governo tedesco accondiscese segretamente alla richiesta (onde non inimicarsi il modo arabo) e diede ordine al cantiere navale Lussern Weft di Brema di costruire 12 MC del tipo "Jaguar" che avrebbero dovuto essere consegnare agli israeliani dopo una serie di modifiche da questi ultimi richieste ma rigorosamente senza alcun armamento.
Nel novembre 1964 la notizia di questo contratto-ombra tedesco/israeliano giunse alla stampa; onde evitare possibili ritorsioni economiche (petrolio) da parte dei Paesi arabi, per il favore fatto a Israele, il Governo tedesco denunciò il contratto e, alla fine dell'anno, lo cedette alla Francia, ai Cantieri Meccanici della Normandia (C.M.N.) di Cherbourg ove le prime 9 di esse iniziarono ad essere costruite secondo il progetto tedesco. Il 14 aprile 1967 a Cherbourg venne varata la prima MC israeliana, la "Mitvach", priva di qualsiasi armamento, e il 12 agosto fu varata la MC gemella "Miznach", entrambe tenute in porto per completamenti e regolarmente pagate dal governo israeliano al Cantiere francese. Nel giugno di quell'anno scoppiò la "Guerra dei sei giorni" al termine della quale il Presidente francese Charles De Gaulle, (che aveva necessità di mantenere buoni rapporti con i Paesi arabi, compromessi dalla fornitura, avvenuta durante il conflitto, di aerei Mirage e Mystere all'esercito di Israele) il 10 luglio ordinò l'embargo di aerei e di mezzi corazzati verso Israele, ma non accennò a mezzi navali, così che la costruzione delle MC procedette regolarmente sino al loro completamento e alla consegna ufficiale delle prime due (la "Mitvach" e la "Miznak") agli israeliani il 25 dicembre 1967. Esse partirono immediatamente, con personale di bordo israeliano, e, passando per Gibilterra, raggiunsero il porto di Haifa in Israele il 31 dicembre e quivi furono subito attrezzate con armamento tradizionale, poi sostituio con sistemi lanciamissili per missili "Gabriel". 
Le due MC così armate andarono a costituire la classe MC lanciamissili "Sa'ar" (Tempesta) israeliane, cui seguirono poi le "Sa'ar 2" e le "Sa'ar 3". All'inizio del 1968 restavano ancora a Cherbourg 7 MC delle 9 che vi erano state commissionate ed erano ormai tutte pressoché completate.
Nel dicembre 1968 le relazioni tra Francia e Israele peggiorarono in seguito alla incursione di un commando israeliano nell'aeroporto di Beirut avvenuto il 29 dicembre nel corso del quale esso aveva distrutto al suolo 14 aerei di linea vuoti (uno dell'Air France), come risposta a un attacco terroristico compiuto a Atene il 26 dicembre da terroristi dell'OLP (Organizzazione Liberazione della Palestina) contro un aereo della compagnia di bandiera israeliana EL AL, nel corso del quale si era avuto un morto ebreo. Il 7 gennaio 1969 De Gaulle ordinò - a seguito dell'azione israeliana - di estendere l'embargo a ogni genere di armamenti a Israele, comprendendo stavolta anche le MC ferme a Cherbourg.
Il 14gennaio tuttavia due di esse, completate, lasciarono il porto ("Mitnav" e "Misgav") poiché l'ordine dell'embargo non era ancora giunto alle Autorità portuali (vi arrivò il giorno dopo) e arrivarono ad Haifa, mentre a Cherbourg le ultime cinque MC israeliane venivano completate (la produzione non era stata proibita dall'embargo).
Non potendo quindi entrare in possesso di quanto da loro già pagato, gli israeliani escogitarono e misero in atto un piano ("Operazione Noah") estremamente audace e ingegnoso per entrarne in possesso eludendo l'embargo. Sotto la guida dell'Aluf (Ammiraglio) Mordechai Limon, ufficiale della riserva della Marina militare di Israele, nell'aprile dello stesso anno 1969 gli israeliani provvidero a costituire in tutta fretta a Panama una fittizia società di trivellazioni marine petrolifere il cui dirigente, l'industriale ebreo norvegese Sien Martin residente a Panama, dichiarò alle Autorità del Paese di aver acquistato dal Governo francese 5 MC utili per le sue prospezioni marine, comunicando ai primi di novembre tale avvenuto acquisto alle Autorità francesi del porto di Cherbourg e la sua intenzione di portarle fuori. Nel frattempo le cinque MC, pronte a prendere il mare, erano state ormeggiate lungo il molo orientale del porto; tutte di poppa, sotto sorveglianza militare.
In Israele, contemporaneamente a questi avvenimenti francesi e panamensi, venti marinai e cinque ufficiali della "Heil Yam Ha Israeli" (Corpo speciale della Marina militare) al comando del Rav Ezra avevano costituito un commando speciale segreto teso alla cattura delle MC ormeggiate a Cherbourg. Giunsero nella città portuale francese il 22 dicembre, presentandosi ovunque, in abiti civili e buoni conoscitori della lingua norvegese, come funzionari della compagnia norvegese che aveva acquistato la cinque MC, esibendo false documentazioni.
Vennero accolti come tali e chiesero ed ottennero di poter visionare le MC in porto e di essere alloggiati nella foresteria della Capitaneria così che, nella sera del 25 dicembre, Natale, approfittando della scarsa sorveglianza sulla banchina del porto orientale poterono salire indisturbati a bordo delle MC, portando ciascuno due taniche di nafta per il viaggio. Misero i motori diesel al minimo e scostarono dal molo uscendo dal porto in linea di fila, silenziosamente, a luci spente e, raggiunto il mare aperto, diedero massima potenza ai motori, sfuggendo a ogni controllo, mentre a terra ci si accorse dell'accaduto solo alle prime luci dell'alba del giorno successivo, quando ormai le MC navigavano in acque internazionali.
Superato lo stretto di Gibilterra nella notte del 27 dicembre, raggiunsero tutte il porto di Haifa la sera del 29 dicembre, accolte da una gran folla al suono degli "schofar" (piccoli corni di montone impiegati in Israele nelle cerimonie religiose di ringraziamento), entrando quindi in servizio effettivo nel febbraio 1970 insieme alle altre quattro già presenti in porto. Il Governo francese, profondamente irritato per esser stato così clamorosamente beffato, chiese a Israele la immediata restituzione delle navi, senza peraltro alcun risultato: le richieste furono reiterate per tre volte inutilmente sino al 1971 allorché la "querelle" si spense per inerzia anche perché, in concreto, ai francesi non interessava nulla dell'accaduto e, probabilmente, incassati i soldi relativi alle commesse, erano non del tutto dispiaciuti di essersi cosi liberati, in modo politicamente indolore, della ingombrante presenza in uno dei loro porti, di naviglio di proprietà di uno Stato estero e che vi era trattenuto illegalmente.

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