Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 26/07/2019, a pag.7 con il titolo "'Spese opache' Marrazzo sospeso dalla sede Rai di Gerusalemme! la cronaca di Michela Tamburrino
Queste le prime notizie, la definizione 'opache' lascia aperta ogni interpretazione, anche se la sospensione è una misura di per sè sera. La Rai a Gerusalemme ha vauto trascorsi per nulla edificanti, ma erano complicità con l'OLP ai danni di Israele. Qui si tratta d'altro. Staremo a vedere.
Michela Tamburrino
Il caso Marrazzo è una bufera che ha radici antiche. Tutto è iniziato mesi fa in sordina per esplodere ieri in tutto il suo fragore. Piero Marrazzo è stato sospeso dall’incarico e dalle funzioni di caposede Rai a Gerusalemme, mentre in seguito a una verifica è stato risolto il contratto del senior producer, sempre della sede israeliana, «per responsabilità dirette relative a irregolarità nella gestione amministrativa e in tale ambito, in qualità di caposede, Marrazzo sarebbe stato momentaneamente sospeso». Al suo posto ad interim è stato subito nominato Raffaele Genah, già vicedirettore del TG1. Tutto nasce da una lettera anonima molto circostanziata inviata in Rai a marzo che parlava di gestione «opaca» della sede di corrispondenza con accuse gravi. Subito sono partiti per le verifiche tre inviati dall’Internal Audit guidata da Delia Gandini che risponde direttamente all’amministratore delegato della Rai. Ai primi di luglio Marrazzo viene sospeso in attesa degli esiti dell’accertamento di responsabilità. La Rai ufficialmente sostiene che le verifiche sono ancora in corso mentre autorevoli fonti interne sostengono che le verifiche sono già state svolte e chiuse. Allora perché aspettare? I procedimenti disciplinari hanno due sbocchi: o la riammissione con scuse o la risoluzione del contratto. Terze vie, alle quali l’ad o chi per lui possa appellarsi, non ce ne sono. Le accuse di «gestione opaca» riguarderebbero spese per pernottamenti di operatori e collaboratori mai avvenuti, diarie alte che venivano corrisposte dalla Rai. Sempre secondo le accuse questi soldi venivano poi spartiti tra tutti. I fatti secondo le accuse riguarderebbero il periodo di tempo che comprende tutto il 2018, parte del 2019 e anche altri periodo precedenti. Marrazzo nella lettera anonima viene accusato o di complicità o di aver tollerato questo traffico. L’ex presidente della Regione Lazio invece pare si sia dichiarato assolutamente estraneo a quanto gli è stato contestato e ora aspetterebbe con tranquillità le decisioni dell’azienda pubblica. E non si capisce perché Marrazzo sia stato lasciato sulla graticola per così tanto tempo. Tutto è ora nelle mani dell’ad Salini che dovrà, carte alla mano, prendere la decisione
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