Riprendiamo dalla STAMPA di oggi 25/07/2019, a pag.8 con il titolo "Golfo, Londra preme per scortare le navi, Roma,Parigi e Berlino prendono tempo" la cronaca di Marco Bresolin
La politica estera dell'Italia nei contronti dei paesi musulmani non è mai cambiata, un governo vale l'altro." Ma la proposta di attivare una missione internazionale guidata da Washington nello Stretto di Hormuz si era scontrata con le resistenze europee, timorosi di alimentare lo scontro Usa-Iran. Meglio un’iniziativa indipendente".scrive Bresolin, va letto così: meglio le chiacchiere ai fatti. Ennesimo esempio della irrilevanza europea di fronte alle minacce iraniane.
Marco Bresolin
BRUXELLES - Londra vuole al più presto una missione internazionale per pattugliare lo Stretto di Hormuz. Per questo ha lanciato un forte pressing sugli alleati europei. Il tema è stato al centro di una riunione riservata del Cops (Comitato politico e di sicurezza) dell’Ue. I diplomatici si sono incontrati martedì pomeriggio e, secondo l’agenzia Reuters, Londra avrebbe già incassato un primo sostegno di Italia, Francia e Danimarca. Ma fonti diplomatiche italiane, consultate da La Stampa, frenano sull’impegno di Roma. Confermano che «è in corso una riflessione che coinvolge diverse amministrazioni», ma «non è stata data alcuna disponibilità». Sembra infatti che sul tavolo ci siano diverse opzioni, che vanno dal pattugliamento in mare (anche con aerei) fino a un meno invasivo piano per scortare i mercantili che transitano nello Stretto, ipotesi che sarebbe stata avanzata da Parigi. Tutto ancora da discutere, quindi. Nonostante Londra voglia dare un seguito alle parole di Jeremy Hunt con urgenza: il ministro degli Esteri ha già preannunciato in Parlamento una missione europea per rispondere al sequestro della petroliera Stena Impero. Difficile che ciò avvenga sotto la bandiera Ue, come era successo per le missioni Atalanta (al largo della Somalia) e Sophia (nel Mediterraneo centrale). Prima di tutto perché Londra sta per uscire dal club. E poi perché per ottenere il via libera a una missione Ue serve l’unanimità. Più facile, dunque, avanzare attraverso una cooperazione rafforzata tra un gruppo di Stati volenterosi. Una coalizione che eventualmente potrebbe coinvolgere anche altri Stati extra-Ue (di parla della Norvegia). Le fonti citate da Reuters dicono che il piano di Londra prevede una missione con un comando congiunto franco-britannico (gli inglesi hanno una base navale in Oman e la Francia negli Emirati Arabi Uniti). Del progetto potrebbero far parte pure la Polonia, l’Olanda, la Germania e la Spagna. Ma un portavoce del ministro degli Esteri di Berlino ha precisato che «è troppo presto» per dire se la Germania sarà a bordo. Perché «le discussioni sono ancora in una fase embrionale». Sulla stessa linea Madrid: fonti spagnole si limitano a confermare che il governo «sta valutando l’idea», ma senza confermare la disponibilità. All’ultima riunione dei ministri della Difesa della Nato, lo scorso 27 giugno, gli Stati Uniti avevano avanzato una simile richiesta agli alleati. Ma la proposta di attivare una missione internazionale guidata da Washington nello Stretto di Hormuz si era scontrata con le resistenze europee, timorosi di alimentare lo scontro Usa-Iran. Meglio un’iniziativa indipendente.
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