Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 25/07/2019 a pag.8, con il titolo "Voli dei Pasdaran in Italia. Gli Usa: possibili sanzioni"
a destra: aereo Mahan iraniano, parte e atterra nei nostri aeroporti
Per capire la nostra politica estera, leggere con attenzione l'accurata analisi di Paolo Mastrolilli. La storia della compagnia aerea iraniana Mahan è esemplare. A Washington diciamo a Trump che condividiamo la sua politica delle sanzioni, mantre nello stesso tempo strizziamo l'occhio a Teheran aprendo i nostri aeroporti ai suoi aerei. Il risultato di questa politica ondivaga ce lo dicono le statistiche, siamo l'ultimo paese della UE.
Paolo Mastrolilli
Alla democrazia Usa, preferire la dittatura degli ayatollah?
Le parti dell’industria dell’aviazione che si impegnano o sostengono il trasferimento non autorizzato di aerei di origine americana, o beni collegati, tecnologia o servizi all’Iran, o che conducono attività con le linee aeree designate, rischiano provvedimenti o sanzioni da parte dell’Office of Foreign Assets Control. In particolare, tanto le persone americane quanto quelle non americane operanti nel settore dell’aviazione civile, si trovano davanti a potenziali conseguenze civili e criminali per la violazione del programma delle sanzioni dell’Ofac». L’Italia non è citata esplicitamente in questo avvertimento, pubblicato martedì scorso dal dipartimento al Tesoro degli Stati Uniti, ma non ci sono molti dubbi sul fatto che sia uno dei principali destinatari dell’avviso. Lo stesso giorno, infatti, La Stampa ha pubblicato un articolo in cui rivelava che la compagnia aerea iraniana Mahan Air, sottoposta a sanzioni da parte di Washington dal 12 ottobre del 2011, opera all’aeroporto di Fiumicino il volo W5140, e a Malpensa il volo bisettimanale W5110. Un fatto problematico, anche perché contraddice le assicurazioni fornite dal vice premier Matteo Salvini riguardo la convergenza sulla linea americana relativa all’Iran, offerte durante la sua visita alla Casa Bianca e al dipartimento di Stato il 17 giugno scorso. Nella sua nota, il Tesoro americano ricorda che l’8 maggio 2018 il presidente Trump ha annunciato la decisione di ritirarsi dall’accordo nucleare Jcpoa, firmato dal predecessore Obama. Quindi ha ristabilito le sanzioni americane esistenti prima dell’intesa, aggiungendone altre in seguito. Ciò è avvenuto nell’ambito della strategia della «massima pressione», finalizzata a spingere gli ayatollah a rinegoziare un nuovo accordo, allargato al programma missilistico e in generale alle attività aggressive dell’Iran nella regione mediorientale e nel mondo. Questa strategia, all’origine delle tensioni in corso dopo la decisione della Repubblica islamica di rispondere riprendendo l’arricchimento dell’uranio, punta ad isolare Teheran, bloccando tutte le sue esportazioni petrolifere e le attività commerciali. Per funzionare, però, ha bisogno di andare oltre i confini degli Usa. Perciò Washington estende le conseguenze delle eventuali violazioni delle sanzioni a tutti i Paesi, mentre gli europei stanno lavorando alla creazione del veicolo finanziario Instex per continuare gli scambi con l’Iran senza incorrere nelle misure americane e tenere in vita l’accordo Jcpoa. La nota del Treasury Department riguarda in particolare il settore dell’aviazione, perché accusa gli ayatollah di usarlo allo scopo di «facilitare la proliferazione delle armi di distruzione di massa, sostenere il terrorismo internazionale, violare i diritti umani». Mahan Air è stata sottoposta a sanzioni nel 2011 per aver offerto «supporto finanziario, materiale e tecnologico all’Islamic Revolutionary Guards Corps e alla Qods Force». Tra le altre cose ha trasferito «combattenti stranieri, armi, fondi, e anche il comandante di QF Qasem Soleimani». Ha aiutato la guerra in Siria, trasportando combattenti stranieri giovani fino a 14 anni d’età, e riportando in Iran i cadaveri dei militanti uccisi. La nota sottolinea che nel gennaio e nel marzo scorso Germania e Francia hanno bandito i voli Mahan, e incoraggia tutti gli altri Paesi a seguire il loro esempio. Altrimenti si esporranno al rischio di sanzioni, o provvedimenti civili e penali.
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