Riprendiamo dall' OSSERVATORE ROMANO di oggi, 24/07/2019, a pag. 3, il pezzo "Demolizioni a Gerusalemme est, l'Olp chiede l'intervento dell'Onu".
OR pubblica una breve sulle demolizioni di edifici costruiti da arabi palestinesi a ridosso della barriera di protezione israeliana contro il terrorismo palestinese, contravvenendo alla regola che lo vieta per motivi di sicurezza. IC ne ha già scritto ieri: http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=75380. Ma OR dà spazio quasi esclusivamente alla versione palestinese contro Israele, che occupa il 95% dell'articolo. Solo nelle ultime 3 righe viene riportata la posizione del governo e della Corte Suprema israeliana.
Ecco il pezzo:
Saeb Erekat
Il segretario generale dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp), Saeb Erekat, ha condannato fermamente la demolizione degli edifici avvenuta ieri a Wadi al-Hummus, nel quartiere di Sur Baher a Gerusalemme est — a ridosso della barriera di separazione con le aree autonome palestinesi — per mano delle forze israeliane. Erekat ha accusato Israele di aver violato in modo grave, con queste demolizioni, la Convenzione di Ginevra, mettendo in atto così un vero e proprio "crimine di guerra". Il segretario dell'Olp ha chiesto la convocazione del Consiglio di sicurezza dell'Onu, affermando inoltre che l'unico scopo delle demolizioni è quello «di difendere l'espansione degli insediamenti israeliani». Ha poi aggiunto che i palestinesi ricostruiranno i circa cento appartamenti che sono stati demoliti. L'iniziativa israeliana è stata prontamente condannata da Nickolay Mladenov (inviato Onu per il Medio oriente) e dal Servizio europeo per l'azione esterna che fa capo all'Alto rappresentante Ue per gli affari esteri e la sicurezza Federica Mogherini. Un intervento internazionale immediato che fermi le demolizioni di case arabe a Gerusalemme est è stato invocato anche dal governatore di Betlemme, Kamel Hamid, che ha sostenuto che oltre alla demolizione di edifici, è in corso «una rioccupazione israeliana di Aree A», ossia di zone assegnate all'Autorità nazionale palestinese (Anp), anche per la pianificazione e le questioni edilizie, come stabilito dagli accordi di Oslo. Per Israele invece si tratta di edifici costruiti illegalmente, che per la loro ubicazione rappresentano una minaccia alla sicurezza. Le operazioni di demolizione, si specifica, sono state autorizzate dalla Corte suprema.
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