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Milano Finanza Rassegna Stampa
24.07.2019 Affari Eni-Qatar: è proprio necessario acquistare petrolio da uno Stato terrorista?
Cronaca di Angela Zoppo

Testata:Milano Finanza
Autore: Angela Zoppo
Titolo: «Eni rafforza l'asse con il Qatar»

Riprendiamo da MILANO FINANZA di oggi, 24/07/2019, a pag. 11, con il titolo "Eni rafforza l'asse con il Qatar", il commento di Angela Zoppo.

Il Qatar, con l'Iran, è la principale minaccia per la pace in Medio Oriente ed è un Paese con circa 200.000 cittadini e un pil pro capite tra i più alti del mondo. In Qatar vivono però anche oltre due milioni di persone senza alcun diritto: sono lavoratori stranieri - indiani, bengalesi, filippini - che vivono nella condizione di schiavi, sono loro che poi indicano in 2.200.000 l'intera popolazione. L'organo di propaganda del regime è Al Jazeera. Sono molti i Paesi esportatori di petrolio: è proprio indispensabile acquistarlo da uno Stato terrorista?

Ecco l'articolo:

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Doha, Qatar: fondamentalismo islamico e ricchezza

Da quella stretta di mano a Doha, esattamente due anni fa, le strade dell'ad Eni, Claudio Descalzi, e del numero uno di Qatar Petroleum, nonché ministro dell'Energia, Saad Sherida Alkaabi, si sono incrociate sempre più spesso. Da cliente europeo del gas naturale liquefatto (il Qatar è il più grande produttore ed esportatore mondiale di lng) a partner d'elezione, il salto per il Cane a sei zampe è stato rapido. Ieri, l'ennesima conferma di questo rapporto privilegiato, sfociato ormai in cooperazione strategica: Qatar Petroleum acquisirà da Eni il 13,75% in tre blocchi esplorativi nelle acque profonde del Kenya, L11A, L11B e L12, attualmente operati da Eni, col 55%, mentre il restante 45% è in mano a Total.

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A Qatar Petroleum andrà una quota complessiva del 25%, aggiungendo l'11,25% da Total. A seguito dell'accordo, perciò, il consorzio sarà composto da Eni con il 41,25%, Total col 33,75% e Qp col 25%. II Kenya si aggiunge cosi alla geografia condivisa di Eni e Qp, che già schiera Oman, Messico, Marocco e Mozambico. Dopo l'accordo apripista in Oman, per la cessione a Qp di una quota del 30% nel Blocco 52 (Eni 55%), sono state ben quattro le altre intese strette da Descalzi col campione nazionale di Doha. L'elenco si apre col Messico, col passaggio a Qp del 35% dell'Area 1. A marzo 2019, segue il Marocco: a Qatar Petroleum va una quota del 30% nel permesso Tarfaya Offshore Eni rafforza l'asse con il Qatar In due anni sono 5 le intese strette con Qp, dall'Oman al Mozambico. Per il gruppo italiano nuove scoperte in Egitto ENI Shallow, 12 blocchi esplorativi nell'offshore del Paese nordafricano, con Eni al 45%. Ma quella che Descalzi ha definito una pietra miliare del percorso dei due gruppi, viene posata sempre a marzo in Mozambico, aprendo a Qatar Petroleum il blocco offshore A5-A con una quota nel 25,5% (Eni 34% ). Ancora in Mozambico un altro accordo finisce per mettere insieme i due gruppi. In questo caso, è Eni ad acquisire da Exxon Mobil una quota del 10% nei blocchi A5-B, ZS-C e Z5-D, per ritrovarsi comunque in consorzio anche con Qp. Intanto, sempre ieri, Eni ha avviato una nuova produzione dal deserto occidentale egiziano, e annunciato scoperte onshore. II Cane a sei zampe ha fatto partire South West Meleiha (50% la sua quota), con circa 5 mila barili di olio al giorno, che saliranno a 7mila già entro settembre. Agiba, società paritetica tra Eni ed Egpc (Egyptian general petroleum corporation) ha inoltre effettuato 2 scoperte nel permesso di sviluppo di Meleiha, nei prospetti esplorativi Basma e Shemy. Sempre qui è in corso una campagna di approfondimento di pozzi nell'Alam El Bueib, che contribuiscono oggi per circa 6 mila barili di olio al giorno alla produzione complessiva di Meleiha. Nel Delta del Nilo, nella nuova licenza esplorativa onshore El Qar'a, Eni ha perforato con successo un pozzo a North East-1. Infine, nel golfo di Suez, nel permesso di sviluppo di Abu Rudeis Sidri, è arrivata una scoperta a olio dal pozzo Sidri-23, stimato in 200 milioni di barili.

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