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Deborah Fait
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L'immoralità dei paragoni 23-06-03
Il giorno stesso dell'ultima terribile strage di Gerusalemme il primo ministro britannico Tony Blair ha dichiarato: "Israele deve smantellare il muro di protezione perchè può essere un ostacolo alla pace".

Oltre a questa perla di Blair , ogni giorno sentiamo i ministri europei affermare che "Israele deve" fare qualcosa per permettere il realizzarsi della Road Map.

Vediamo dunque cosa dovrebbe fare Israele:



smantellare gli insediamenti, smantellare il muro, non combattere il terrorismo perche' disturba il processo di pace, eseguire ordinatamente il transfer della popolazione ebraica che vive in Giudea e Samaria, lasciar entrare in Israele il numero di palestinesi decisi dall'ANP, non colpire i capi terroristi, riabilitare il loro capo Arafat, e dare i territori contesi ai palestinesi per la creazione dello Stato Palestinese, tornando ai confini del 1967.

In cambio di tutto questo ai palestinesi e' richiesta una sola cosa: evitare graziosamente di mandare i loro fanatici figli a sbrandellarsi in mezzo ai civili innocenti israeliani.

In altre parole si chiede ai palestinesi di non suicidarsi ammazzando perche' tanto la fine di Israele e' assicurata comunque.

Israele non serve piu', Israele andava bene quando l'Europa doveva lavarsi la coscienza con tante lodi agli ebrei, dicendo che i sopravissuti avevano creato in Palestina un paradiso chiamato Israele e che avevano lavorato e sudato sangue e prosciugato le paludi piene di malaria, e ripulito le spiagge e arato e creato un'agricoltura all'avanguardia e una tecnologia forse seconda solo a quella americana.

Ma che bravi gli ebrei!

Sì,..la Shoa'.....una vergogna ma l'Europa si e' riscattata concedendo loro di avere un paese e ne hanno fatto una stupenda democrazia, l'unica in Medio Oriente.

Ma che bravi gli ebrei!

Il fatto che le basi per uno stato ebraico fossero state gettate gia' nel 1920 per effetto della pace di Sevres non ha nessun significato per chi afferma che Israele sia nato per "colpa" della Shoa'.

Le lodi e la simpatia a Israele comunque cessarono di colpo quando il mondo occidentale si accorse che, se gli ebrei erano tanto bravi, gli arabi erano tanto ricchi.

E allora,improvvisamente:

Ma che cattivi gli ebrei!

I ricchi paesi arabi volevano quel bel Paese lussureggiante in mezzo al deserto mentre loro, nei loro paesi, con tutti i loro soldi, non riuscivano nemmeno a far spuntare un filo d'erba.

Arriviamo dunque alla guerra del 1967, la terza dal giorno dell'indipendenza di Israele il 14 maggio 1948.

Tutti gli stati arabi uniti nel tentativo di annientare lo stato sionista.

Non avevano pero' fatto i conti con l'eroismo e la disperazione e non avevano preso in considerazione la possibilita' che Israele, cosi' piccolo e cosi' povero, potesse anche vincere la guerra.

Israele vinse alla grande e quella guerra viene ancora studiata nelle accademie militari di tutto il mondo.

Vincendo Israele libero' la Giudea , la Samaria e Gerusalemme e, essendo gli ebrei dei gran lavoratori, in quelle terre ancestrali incominciarono a costruire e a lavorare e a sudare altro sangue e a morire.

Fu allora che si invento' la piu' grande bugia della storia e si volle far credere che le popolazioni arabe emigrate in quei luoghi soprattutto dall'Egitto e dalla Siria avessero radici profonde nel territorio e si invento' anche un nome "palestinese", senza tener conto che fino al 1948 i "palestinesi' erano gli ebrei e le poche tribu' arabe stanziali della Palestina britannica, la maggior parte della quale rimase nello stato ebraico costituendo una tutelata minoranza.

Da questa bugia, da questa invenzione risultata assolutamente vincente e' nata la tragedia e gli stati arabi, complici gli occidentali, hanno usato gli arabi palestinesi nel tentativo di disfarsi di Israele.

Veniamo all'oggi e al terrorismo definito erroneamente "kamikaze", veniamo ai commenti dei giornalisti, degli osservatori, degli analisti, dei ministri europei e alla vergognosa, immorale bestemmia che vuole parificare il terrorismo palestinese agli insediamenti ebraici in Giudea e Samaria.

Quante volte sentiamo dire che "gli insediamenti" sono un ostacolo alla pace?

Quante volte dobbiamo ascoltare, fremendo di rabbia, la frase " i contrapposti estremismi" ?

Quante volte sentiamo dipingere come terroristi i cosiddetti "coloni"?

Ma allora dove sta l'obiettivita'?

Si vuole mettere irresponsabilmente sullo stesso piano il terrorista suicida che, dopo aver giurato sul Corano, va a fare il suo attentato contro autobus, scuolabus, pizzerie, mercati nelle ore di punta per garantire il maggior numero di morti con chi reagisce a queste stragi o con chi va a dimostrare contro lo smantellamento delle comunita' ebraiche dei territori.

Si vuole mettere sullo stesso piano il terrorismo vigliacco che sbrana i corpi di bambini ebrei andati a giocare nei campi vicino a casa fino a rendere impossibile la loro ricomposizione alla costruzione di quattro villette costruite in mezzo ai sassi del deserto.

Si vogliono paragonare i linciaggi con relativo sbudellamento delle vittime gettate poi agonizzanti dalle finestre per essere rese poltiglia dalla folla assetata di sangue al "colono" che in groppa al suo cavallo e armato di fucile fa la ronda di guardia intorno al suo villaggio.

Un pacifista ha descritto queste persone, armate per ovvie ragioni, che tentano di proteggere le loro case e le loro famiglie come "spaventosi ceffi barbuti".

Il buonismo occidentale, soprattutto europeo, che mette sullo stesso piano la vittima che reagisce all'assassino terrorista sta creando molti problemi per noi israeliani.

Questo tipo di politica filoaraba da' forza alle organizzazioni terroristiche, da' forza ai capi di tali organizzazioni perche' sanno che loro tutto sara' perdonato in nome della"legittima lotta per la liberta'" .

Purtroppo coloro che "perdonano, comprendono e giustificano" il terrorismo con tanta generosita' non tengono conto del fatto che i palestinesi avrebbero potuto avere la "liberta'" senza lotta e senza morti gia' nel 1947 e varie volte ancora , l'ultima nel 2000 quando rifiutarono tutto per incominciare la Jihad.

Allora come e' possibile che gli occidentali siano cosi' ciechi da voler mettere sullo stesso piano il terrorista suicida al singolo colono che non vuole lasciare, a torto o a ragione, una terra che ritiene sua?

Come puo' essere che gli occidentali abbiano tanta paura di offendere i terroristi a danno di un popolo che da 55 anni cerca la pace?

Come e' possibile che per gli europei la parola Jihad abbia lo stesso significato della parola Shalom?

Mi sforzo di guardare le due realta' e quello che vedo sono da una parte i corpi dilaniati dell'ultimo attentato a Gerusalemme e dall'altra vedo le casette ordinate e curate degli ebrei che non le vogliono lasciare perche' la terra su cui le hanno costruite si chiama Giudea.

Mi sforzo ma non riesco a capire.

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