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Cerchero' di fare un ragionamento il piu' possibile equilibrato e attento prendendo in considerazione le varie anime di Israele, le reazioni, le paure, le speranze, le delusioni, i commenti della gente comune. E' innegabile che l'incontro di Aqaba tra Bush, Sharon, Re Abdallah e Mahmoud Abbas (Abu Mazen) ha suscitato in Israele quasi la stessa reazione emotiva vissuta dieci anni fa a Washington quando Clinton, Rabin e Arafat firmarono l' accordo di pace che avrebbe dovuto trasformare il Medio Oriente. All'epoca le nostre lacrime di gioia avrebbero dovuto asciugarsi all'istante nel momento in cui Arafat sul palco davanti alla Casa Bianca si rifiuto' per buoni dieci minuti di firmare uno dei tanti comma del trattato creando panico tra i presenti e imbarazzo per Clinton. Avremmo dovuto sentir suonare un campanello d'allarme quando la sera della firma Arafat dichiaro' alla TV giordana che l'obiettivo dei palestinesi era TUTTA la Palestina. Invece continuammo a fremere di gioia gettandoci a corpo morto nel processo di pace: In Israele non si parlava d'altro nemmeno quando Arafat mandava in Israele i suoi terroristi. Episodi, venivano definiti, gli ultimi colpi di coda del terrorismo, andra' tutto bene , i palestinesi avranno tanti soldi , la loro economia sorgera' a nuova vita....avremo la pace. Nacque l'Autonomia Palestinese con presidente Arafat, eletto "democraticamente" col 97% dei suffragi! Israele trasferi' sotto giurisdizione dell'ANP molte citta', ultima Hebron , la nostra citta' Santa, la nostra prima Capitale, la nostra Culla. Il sogno, tra un attentato e l'altro, duro' 7 anni durante i quali Arafat incamero' tanti soldi da riempire le banche di tutto il mondo, poi la guerra, la barbarie, il terrorismo, 800 morti, 6000 feriti. Non piu' lacrime di gioia ma di disperazione. Ad Aqaba sono nate le stesse speranze, le stesse illusioni, lo stesso sogno di pace ma anche nuove paure. Mahmoud Abbas fara' il doppio gioco come il suo capo? Smantellera' le organizzazioni di terroristi? impedira' la propaganda antisemita alla TV di stato? Sharon e' stato un grande stratega, ha incominciato a costruire Aqaba gia' due anni fa impedendo ad Arafat di andare alla Messa di Natale, dichiarandolo "fuori corso" , guardato a vista, al Mukata di Ramallah. L'11 settembre ci ha dato una terribile tragica mano facendo capire agli americani cosa significhi avere il terrorismo in casa , pronto a colpirti quando meno te l'aspetti. La conseguente guerra in Iraq e la caduta di Saddam hanno travolto positivamente il Medio oriente spalancando le porte al summit di Aqaba. Proprio in quel giardino, davanti alla villa del Re di Giordania e alle telecamere di tutto il mondo, Sharon ha ottenuto la sua vittoria personale, risultato delle sue insistenze avallate dalla Dama Nera della Casa Bianca , Condoleeca Rice, quando il presidente Bush ha detto: "Israele ha il diritto di vivere in pace, COME STATO EBRAICO". Bush non voleva accennare a Israele come Stato Ebraico, lo riteneva prematuro e temeva che l'aggettivo "ebraico" facesse infuriare gli arabi, ma Sharon ha vinto e Israele e' stato riconosciuto tale dal Presidente degli Stati Uniti d'America che lo ha annunciato "Urbi et Orbi". Le reazioni in Israele sono state tanto positive che persino Bibi Netaniahu, assente volontario dal summit, ha dichiarato che bisognerebbe dare un'occhiata alla Mappa, seppur con molte riserve e molta attenzione. Stato Ebraico significa un primo , importantissimo e deciso NO all'entrata in Israele di milioni di arabi-palestinesi, pretesa che, se consentita, porterebbe immediatamente alla fine di Israele sia come stato degli ebrei che come democrazia. Abbiamo avuto pero' altre reazioni anche perche' Sharon ha dovuto restituire il favore e parlare di smantellamento delle colonie, non tutte ma molte. La reazione degli ebrei di Yesha, comprendente le comunita' ebraiche nei territori, e' stata immediata e disperata ma tranquilla, oserei definirla una reazione senza speranza, dolorosa e addolorata, consapevole del "tradimento" e della sua inevitabile attuazione. Erano tutti tranquilli a Kikar Zion a Gerusalemme, tranquilli, tristi e disperati, migliaia di "coloni". Cosa passava nei loro cuori? Hanno lavorato, vissuto, sputato sangue, costruito le loro case, molti tra essi sono stati ammazzati, a molti sono stati uccisi i bambini e adesso capivano che nessuno al mondo li avrebbe aiutati a rimanere a casa loro, nella loro Giudea. la Giudea e la Samaria sono destinate a diventare arabe e islamiche. Il mondo non aspetta altro che il loro trasferimento altrove grazie al meraviglioso lavoro di propaganda araba che ha sempre fatto credere, spesso anche agli israeliani, che la Giudea fosse terra palestinese, senza chiarire come mai nel ventennio in cui era giordana nessuno avesse mai pensato di farne la Palestina palestinese! Le paure sono molte e ci trafiggono come stiletti. Uno stato palestinese perennemente aggressivo sara' un pericolo, il sogno di ogni cittadino palestinese di gettarci in mare continuera' a penderci sulla testa come una spada di Damocle. Non ci fideremo mai di loro. L'altra volta, nel 1993, ci eravamo fidati talmente tanto che anche a guerra iniziata gli israeliani continuavano ad andare dai loro amici palestinesi e venivano regolarmente ammazzati previo linciaggio. Anche gli ebrei di Hebron , nel 1929, si fidavano dei loro amici arabi e li guardavano increduli mentre l'amico o il vicino di casa tagliava loro la gola. Paura dunque ma c'era un altra soluzione? No, nessuno al mondo accetterebbe di riconoscere la Giordania come vero stato palestinese e mai il Re di Giordania vorrebbe altri palestinesi sul suo territorio. La soluzione era continuare cosi' fino alla capitolazione di tutti, ebrei e arabi oppure accettare la Road Map tentando , come fa Sharon, di renderla meno pericolosa possibile per Israele. La gente nei bar e per la strada ne parla e si sente nelle loro parole un misto di timore, speranza e pessimismo. C'e' anche chi e' contento e sicuro, c'e' chi giura che cedendo i territori finira' l'odio palestinese dimenticandosi che l'odio esisteva molto prima. Gia' nel 1922, nel 1939, nel 1948 e via dicendo. C'e' chi e' pessimista e dice che "con gli arabi nessun discorso e' possibile" e chi non riconosce piu' Sharon ed e' deluso dalla sua supposta capitolazione. E c'e' chi esclama molto pacatamente "ein brira'" , nessun'altra soluzione! Si poteva continuare cosi'? No, Sharon ha permesso a Israele di tirare il fiato, lo shekel si e' rafforzato, il dollaro e' sceso, l'economia e' in risalita, la gente e' piu' tranquilla. Questi 32 mesi di guerra hanno portato morte, poverta', depressione. Arafat e' stato battuto, e' una cariatide che fa i soliti discorsi del tipo che il sangue dei martiri "valorizza" la terra araba ed e' il solito stupratore di bambini ai quali assicura che un martire vale 40 delle sue vittime ebree. Lui e' finito ma continua a fare del male. Noi ci siamo e dobbiamo pensare al bene per il nostro paese anche se costera' ancora molte lacrime. Come ha detto Bush nel giardino del Re Abdallah: Israele ha il diritto di vivere in pace come Stato Ebraico. |
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