Gentilissima Signora Fait,
grazie della Sua risposta su Pio XII. Gli esempi della Danimarca e della Bulgaria non mi sembrano, però, idonei ad escludere i rischi per i cattolici, nei Paesi occupati dalla Germania, di una condanna esplicita e formale del genocidio degli ebrei da parte del Papa (il regime nazista era già stato duramente condannato dall'enciclica di Pio XI Mit Brennender Sorge). La Danimarca era ed è quasi interamente luterana e, per lingua e popolazione, fa parte del mondo germanico. La Bulgaria, fino al 1944, era alleata della Germania. I cattolici nei Paesi occupati dell'Europa orientale correvano rischi decisamente più alti. E per un Papa non è facile prendere decisioni che potrebbero esporre dei cristiani a persecuzioni che rischierebbero di indurre i deboli all'apostasia.
Con i più cordiali saluti,
Annalisa Ferramosca
Gentile Annalisa,
Non possiamo sapere cosa sarebbe successo se il Papa avesse preso posizione contro Hitler, che risulta essere stato un fervente cattolico, né sappiamo se un suo intervento avrebbe salvato gli ebrei. L'unica cosa certa fu il suo silenzio anche durante la razzia del ghetto, il 16 ottobre 1943. Altra cosa che sappiamo è che il Vaticano aiutò molti nazisti a fuggire concedendo loro il passaporto diplomatico della Santa Sede.
Sono stati scritti un'infinità di articoli e di libri su quello che fece o non fece Pio XII e finora nessuno è riuscito a riabilitarne la figura.
Un cordiale shalom