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Molti anni fa, durante le prime settimane della mia Alyia' , andai con alcuni compagni dell' Ulpan (scuola di ebraico) al Teatro Abima di Tel Aviv per assistere ad un concerto di Achinoam Nini, conosciuta in Italia come Noa. Bravissima, una voce meravigliosa, percussionista fantastica, l'artista, prima di incominciare il concerto usci' sul palcoscenico, accolta molto freddamente dal pubblico, e disse alcune cose di cui non capii una parola ma che mi toccarono per la passione con cui le pronuncio' e l'ovazione che ne segui'. Poi mi spiegarono: Noa aveva chiesto scusa a Israele per alcune dichiarazioni non proprio patriottiche fatte durante una conferenza stampa all'estero, dichiarazioni che avevano molto offeso e ferito la gente. Con quelle parole commosse Noa aveva rivendicato il suo amore per Israele riconquistando simpatia e popolarita'. Israele quella sera di tanti anni fa, aveva perdonato con gioia e generosita' la sua cantante piu' nota, piu' brava, piu' affascinante, piu' cosmopolita e quel lungo applauso, tutti in piedi, aveva cancellato ogni incomprensione. Il concerto fu meraviglioso e le gaffes della cantante accantonate....per il momento. Noa aveva cantato di Shabat per il Papa? Non importava, chi puo' dire di no al Capo della Cristianita' e poi era il Vaticano che doveva avere la sensibilita' di non fare un concerto con una cantante ebrea proprio di sabato! Noa aveva cantato l'Ave Maria a mani giunte? Poco male , e' un'artista, una grande artista e doveva interpretare come si conviene! Noa aveva fatto dichiarazioni offensive contro il suo Paese? Beh, adesso si era scusata e aveva detto di amare Israele. Tutto a posto, dunque. Gli israeliani, gli ebrei, sono sempre pronti, troppo pronti, a dimenticare i torti subiti. In Israele non esiste il fenomeno del divismo e dopo i primi mugugni tutto viene accantonato di fronte a problemi piu' gravi e Noa se ne va a cantare in giro per il mondo dove, ahinoi, spesso si dimenticano di presentarla come "israeliana" preferendo il molto piu' esotico e politicaly correct "yemenita". Nessuno mette in dubbio l'amore di Noa per Israele, qui vive, qui ha fatto il soldato, qui si e' sposata, qui ha avuto il suo bambino ma forse l'artista ha quel genere di distorsione mentale che le fa credere che il suo Paese dovrebbe essere il Paese di tutti e non degli ebrei. Forse i suoi genitori non le hanno raccontato com'era la vita degli ebrei in Yemen e forse non ha letto cosa e' successo agli ebrei in Europa. Lei e' sempre stata libera, fortunata, ricca, di sinistra e questo la rende meno sensibile ai dolori del suo popolo, tanto poco sensibile che alcune settimane fa, per Yom Ha Azmaut, l'ha combinata grossa. I telavivini erano riuniti a Kikar Rabin per festeggiare la Giornata dell'indipendenza con una grande concerto, canti , balli, fuochi d'artificio, allegria, Viva Israele, Viva la pace e alla fine del concerto, come sempre, eccoli tutti in piedi e composti per cantare l'Inno nazionale guidati dalla bellissima voce di Achinoam Nini: KOL OD BALEVAV PENIMA Fino a quando nell'intimo del cuore........ ma poi trecentomila persone hanno cantato da sole il verso successivo: NEFESH YEHUDI OMIA', L'anima ebraica freme. Sorprendentemente, lasciando tutti di sasso, la cantante e' rimasta muta per i due secondi in cui gli altri trecentomila cantavano l'anima ebraica . Come mai? Le e' mancato il fiato? Amnesia? Un dolore improvviso? Niente di tutto questo: semplice rifiuto ideologico. Noa non ha voluto cantare quelle parole e, per peggiorare la situazione , ha ribattuto alle critiche dicendo che l'inno nazionale di Israele dovrebbe essere riscritto per rispetto ai non ebrei che vivono nel paese. La cantante, cittadina di un paese democratico, e' libera di pensare come vuole, anche di augurarsi che Israele debba essere equamente divisa tra ebrei e non ebrei cessando quindi di essere la nostra Patria, il nostro Focolare Nazionale Ebraico per diventare un'altra nazione, con un altro Inno e , perche' no, con un altra bandiera poiche' anche la Stella di David potrebbe dar fastidio ai non ebrei e magari anche con un altro nome. E' desolante pero' che proprio nel giorno di Yom Ha Azmaut, e in piena guerra, Achinoam Nini, detta Noa, abbia avuto l'indelicatezza di delegittimare lo Stato di Israele augurandoci di scomparire come popolo, con tutta la nostra anima ebraica che lei tanto aborrisce. Israele e' un paese liberale e tollerante, le polemiche sono gia' finite seppur nell'amarezza e lei continuera' a fare le sue gaffes probabilmente volute e cercate. Noa lavora molto all'estero, sa perfettamente che le sue azioni (soldini) salgono di pari passo con la sua dichiarata avversione verso "Israele Patria degli ebrei" e con le sue prese di posizione in favore dei palestinesi. Noi israeliani speriamo soltanto che non le diano piu' la possibilita' di censurare un inno come la "Hatikva", che fa commuovere fino alle lacrime gli ebrei di tutto il mondo. Ho raccontato il fatto a un amico di Roma il quale mi ha risposto col solito sferzante sarcasmo romano rimettendomi di buonumore e facendomi scomparire all'istante il fastidioso cerchio alla testa : " Se non fosse per l'anima ebraica di Israele, Noa sarebbe ancora a pascolare capre in Yemen". |
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