Ursula von der Leyen: ecco chi è la nuova Presidente della Commissione Europea Commento di Roberto Giardina
Testata: La Nazione Data: 17 luglio 2019 Pagina: 3 Autore: Roberto Giardina Titolo: «Ursula, paladina della Nato e del rigore»
Riprendiamo da NAZIONE/RESTO del CARLINO/IL GIORNO di oggi 17/07/2019, a pag.3, con il titolo "Ursula, paladina della Nato e del rigore" il commento di Roberto Giardina.
Roberto Giardina
APPARIVA delicata e minuta, Frau Ursula mentre passava i rassegna i battaglioni dell'esercito, tra generali e soldati che la sovrastano di una testa. Ma è energica e decisa, campionessa di equitazione da ragazza, mai stanca, mai indecisa. Le rimproverano di aver compiuto degli errori come ministro della Difesa. Che ne può capire una donna di panzer e di missili? Il predecessore Thomas De Maziére ne commise di più gravi, ed è un uomo. Un dicastero in Germania in cui nessuno può ottenere la sufficienza. «Sono abituata a vivere tra gli uomini — commenta con autoironia — sono cresciuta con 5 fratelli». È nata a Bruxelles, dove ha vissuto fino ai 13 anni, parla francese senza accento, quasi impossibile per un tedesco, e un ottimo inglese.
Federica Mogherini con Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea
HA STUDIATO archeologia, economia, ha preso anche una laurea in medicina. Cristiano democratica, 60 anni, europeista convinta, fedele all'alleanza atlantica, ma con spirito critico. «Bisogna dire agli amici quando sbagliano — sostiene —, gli americani sono i nostri migliori amici». Una lealtà al di sopra di ogni sospetto, ma non cieca, e Frau Ursula è riuscita a gestire i rapporti non sempre facili con Donald Trump, imitando lo stile della sua amica e protettrice Angela Merkel: parole chiare senza giungere al confronto. E come la Cancelliera ha sempre ribadito l'importanza del dialogo con Putin. All'inizio dell'anno scorso, Frau Ursula è stata proposta come prossima segretario generale della Nato. Sarebbe stata la prima donna alla testa dell'alleanza atlantica. Non si intenderà di armi, ma le riconoscono una «fine capacità strategica». Ha ereditato la passione per la politica dal padre Ernst Albrecht, che fu primo ministro della Bassa Sassonia, e si batté per l'accoglienza dei Boat people, i profughi dal Vietnam. Frau Ursula è stata accanto alla Merkel quando la Cancelliera non chiuse le frontiere innanzi all'esodo dei disperati, ma rimane pragmatica sull'accoglienza. «Ci sono problemi, ammette, negarlo fa il gioco dei razzisti». Se non smentirà se stessa, dovrebbe dimostrarsi più attenta di Juncker alla situazione dell'Italia. Elegante senza ostentazione, si trova a suo agio negli incontri internazionali, e a contatto con gli elettori. Non si adatta alle situazioni per opportunismo politico. Ministro della famiglia, nel primo governo Merkel, si mise contro le chiese e i sindacati, annunciando di voler raddoppiare i posti negli asili nido e nei kindergarten, infrangendo un tabù: le bravi madri dovrebbero lasciare il lavoro e badare ai figli almeno fin quando non sono adolescenti. Quelle che pensano alla carriera sono ancora chiamate Rabenmutter, madri-corvo, perché questi uccelli (a torto) sono accusati di trascurare il nido. I sindacati temevano che le donne avrebbero portato via il posto agli uomini, la Germania in quegli anni non era ancora uscita del tutto dalla crisi. Come se non bastasse, si batté perché anche ai padri venisse concesso il permesso per badare ai figli neonati.
MADRE di 7 figli, Frau Ursula riesce a conciliare lavoro e famiglia, ma non è ipocrita: «Io posso permettermelo». Grazie al marito che è milionario. E quando il padre (scomparso nel 2014) si ammalò di Alzheimer volle tenerlo in famiglia, nella grande villa di famiglia: «E ha vissuto bene accanto ai nipotini, fino all'ultimo». Era indicata come la delfina di Frau Merkel, l'unica che avrebbe potuto raccoglierne l'eredità senza farla rimpiangere, ma con la battaglia in difesa delle madri si mise contro anche molti nel suo partito, e i socialdemocratici a cui tolse un tema che doveva essere della sinistra. Grazie a Ursula milioni di famiglie oggi vivono con più serenità. «La grande politica — ha detto — dimentica spesso i piccoli problemi quotidiani. Forse perché gli uomini li ignorano». L'accusano di essere dura e conservatrice all'eccesso, ma è un effetto della sua morale luterana: bisogna aiutare il prossimo, ma chi ha bisogno deve meritarsi il tuo aiuto. Lo ricordò quando si discutevano gli aiuti alla Grecia: inutile essere generosi, se i greci non cambiano.
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