Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 11/07/2019, a pag. 25 con il titolo "Il ritratto negato", la recensione di Alessandra Levantesi Kezich.
Alessandra Levantesi Kezich premia con il massimo dei voti il film di Andrzej Wajda "Il ritratto negato", un capolavoro che invitiamo i lettori di IC di vedere al cinema. Dopo "Katyn" e altri film imperdibili che mostrano i crimini del comunismo in Polonia, un'altra opera da non perdere di Wajda.
Ecco l'articolo:
Alessandra Levantesi Kezich
Le locandine
Andrzej Wajda
Ormai novantenne, Andrzej Wajda ha realizzato nel 2016 un'opera che si può definire testamentaria non solo perché è la sua ultima, ma perché è una summa poetica del suo cinema. Stavolta l' «uomo di marmo» è Wladyslaw Strzeminski (1893-1952), fondamentale figura dell'avanguardia polacca prima che gli ottusi guardiani dell'ideologia saliti al potere nella Polonia sovietizzata del dopoguerra non facessero in modo di cancellare di lui ogni traccia. Umiliandolo, togliendoli l'incarico di docente dell'Accademia di Lodz dove - invece che indirizzare gli adoranti allievi verso gli stereotipi del realismo socialista - insegnava loro la libertà suprema dello sguardo; riducendolo alla fame e tentando di distruggere le sue opere (in parte clandestinamente salvate dagli estimatori). Mutilato di una gamba e di un braccio, Strzeminsky è l'esempio di una forza dello spirito che supera la soglia della sopravvivenza e diventa visione assoluta di mondo. Alcune mostre in Svezia e in patria hanno di recente fatto riemergere il nome di un'artista relegato per anni nell'oblio, ma è l'austero, intenso «ritratto negato» di Wajda a darci un'idea della tempra umana di questo eroe del Secolo Breve.
Per inviare alla Stampa la propria opinione, telefonare: 011/ 65681, oppure cliccare sulla e-mail sottostante