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Panorama Rassegna Stampa
10.07.2019 Se l'antisemitismo dei boicottatori di Israele trova la scusa dei diritti umani
Analisi di Daniel Mosseri

Testata: Panorama
Data: 10 luglio 2019
Pagina: 52
Autore: Daniel Mosseri
Titolo: «Se l'antisemitismo trova la scusa dei diritti umani»

Riprendiamo da PANORAMA di oggi, 10/07/2019, a pag.52, con il titolo "Se l'antisemitismo trova la scusa dei diritti umani" il commento di Daniel Mosseri.

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Daniel Mosseri

Ci sono volute le pressioni dell'amministrazione americana sull'Autorità palestinese di Mahmoud Abbas per ottenere il rilascio dell'imprenditore Saleh Abu Mayala. L’uomo d'altari di Hebron era stato arrestato per aver partecipato alla conferenza in Bahrein con cui Jared Kushner, senior advisor e genero del presidente Donald Trump ha illustrato Peace to Prosperity, un piano da 50 miliardi di dollari per lo sviluppo dell'economia palestinese. Con il suo no al piano Kushner, Abbas ha confermato la sua vocazione a rappresentare i profughi palestinesi sparsi per il Medio Oriente e non quelli residenti a Gaza e in Cisgiordania che pure lo elessero per un mandato di quattro anni alla testa dell’Autorità palestinese nel lontano 2005. Peri 'erede politico di Arafat, di pace si potrà discutere solo quando Israele concederà il diritto al ritorno (in lsraele ai profughi palestinesi e ai loro discendenti. «Eppure con quella cifra si potrebbe trasformare Gaza in una nuova Singapore» spiega a Panorama Cadi Taub.

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Cadi Taub, opinionista del quotidiano progressista Haaretz - «una testata sulla quale scrivo ma che non rappresento»

Storico dell'Università ebraica di Gerusalemme e opinionista del quotidiano progressista Haaretz - «una testata sulla quale scrivo ma che non rappresento» precisa - Taub è a Berlino per incontrare Frank Müller Rosentritt, il deputato tedesco del partito liberale (Fdp), iniziatore di una mozione parlamentare contro il finanziamento del Bds, ovvero il movimento di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele. Due mesi fa il Bundestag ha stabilito che il Bds non possa godere di finanziamenti pubblici in Germania. Secondo la grandissima maggioranza dei parlamentari tedeschi, le sue campagne contro ogni merce, prodotto o persona israeliana (intellettuali, accademici, atleti e artisti inclusi) richiamano alla mente lo slogan Kauft nicht bei Juden! («Non comprate dagli ebrei») coniato dai nazisti nel 1933. Per Taub, il Bds non è diverso da Hamas, il movimento islamico che governa con la forza sulla Striscia di Gaza. Se Hamas si esprime con i missili, il Bds «è una forma di antisemitismo con le sembianze e il linguaggio dei diritti umani, la cui conseguenza logica è far credere che i palestinesi abbiano il diritto umano di distruggere Israele». Anche il presidente israeliano Reuven Rivlin ha ricordato al mondo che il Bds «non ha niente di progressista, non cerca la pace e non promuove i diritti dei palestinesi)”. Eppure le sanzioni e il boicottaggio fanno breccia, tanto che Haaretz e decine d'intellettuali israeliani di sinistra hanno definito il Bds un movimento economico contro l'occupazione della terra palestinese. «È una menzogna sfacciata' osserva Taub. «È giusto che i palestinesi possano tornare a vivere in uno Stato palestinese, assurdo pensare che cinque milioni di profughi possano trasferirsi in terra d'Israele: un obiettivo che il Bds sostiene per distruggere lo Stato ebraico». Già sostenitore del processo di Oslo, Taub crede nella divisione fra i due popoli e, per la stessa logica, è contrario agli insediamenti israeliani nei territori occupati. Quanto alle possibilità della pace, lo storico è pessimista: «La pretesa del "diritto al ritorno" impedisce ogni accordo, a dispetto degli sforzi di chi come Bill Clinton e Barack Obama erano pronti a concedere ai palestinesi più di quanto volessero gli israeliani». Resta la domanda sul perché in Occidente prosperi un movimento che non promuove la pace. «Perché noi occidentali non ascoltiamo quello che i palestinesi dicono ma quello che vogliamo sentirci dire: così ci illudiamo che il loro movimento di liberazione nazionale non voglia la distruzione di Israele; allo stesso modo appoggiamo il Bds e la sua lotta contro la soluzione a due Stati, che pure sosteniamo a parole». Quella illustrato da Taub è un conflitto culturale prima ancora che politico e militare. «L’Occidente scarica su Israele il proprio senso di colpa per il colonialismo, permettendo all'assemblea generale dell'Onu di approvare nel solo 2018 nove risoluzioni contro Israele e nessuna contro altri Paesi». Hamas lancia missili sui civili israeliani usando quelli di Gaza come scudi umani mentre Fatah concede pensioni ai terroristi che accoltellano civili inermi, ma il mondo è con loro. Conclude Taub: "È colpa del kitsch morale del postmodernismo: chi appare come la vittima ha sempre ragione».

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