Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 08/07/2019, a pag.3 con il titolo "La fondazione di Soros: 'Criminalizzarle è tipico dei regimi autoritari' ", l'intervista di Tonia Mastrobuoni a Patrick Gaspard, presidente della Open Society Foundations.
Tonia Mastrobuoni intervista Patrick Gaspard, presidente della Open Society Foundation di George Soros, ma "dimentica" di chiedere le cose più importanti. Ecco le domande che mancano, senza le quali non è possibile capire la politica dell'organizzazione di Soros:
- Quali sono le Ong finanziate da Open Society?
- Di che cosa si occupano queste Ong? Ci sono casi in cui violano le leggi dei Paese in cui operano?
- Quali ong con base in Israele, ma operanti nei territori contesi allo scopo di delegittimare lo Stato ebraico, ottengono finanziamenti da Open Society?
- Qual è la politica di Open Society nei confronti della Fratellanza musulmana, la forza fondamentalista islamica sempre più forte in Europa che viene fatta passare per "moderata"?
- Che cosa pensate della trasformazione di Europa in Eurabia?
Le domande di Mastrobuoni sono invece finalizzate non a far capire ai lettori che cosa è Open Society, ma a far dire all'intervistato quello che preferisce. Un esempio, quindi, di disinformazione, la classica intervista 'in ginocchio'
Ecco l'articolo:
Tonia Mastrobuoni
Patrick Gaspard, presidente della Open Society Foundations
Criminalizzare Seawatch e le ong? «Tipico dei regimi autoritari». Patrick Gaspard è presidente della Open Society Foundations, l’organizzazione fondata dal finanziere George Soros che sostiene miriadi di associazioni umanitarie in tutto il mondo. Per colpa di un antisemitismo che sta diffusamente rialzando la testa, e dopo gli attacchi mirati di Viktor Orban, la fondazione ha dovuto lasciare l’Ungheria per trasferire il suo quartier generale a Berlino. In questa intervista l’ex consigliere di Barack Obama parla delle difficili sfide della fondazione. E si mostra preoccupato per la situazione in Italia.
George Soros
Gaspard, l’Italia ha approvato un decreto anti-ong che punisce chi salva vite nel Mediterraneo: il ministro dell’Interno Salvini continua a discriminarle come "taxi del mare". Che vuol dire? «La criminalizzazione delle organizzazioni umanitarie è tipico dei regimi autoritari. Abbiamo visto lo stesso copione in Ungheria, in Russia o in Turchia, dove governi illiberali stanno esercitando enormi pressioni su gruppi umanitari, sia dal punto di vista legislativo sia politico. Nello specifico, la nostra fondazione non garantisce sostegno finanziario alle organizzazioni che conducono operazioni di salvataggio nel Mediterraneo ma apprezziamo questi sforzi umanitari e condanniamo i tentativi di criminalizzare le attività di chi cerca di salvare vite umane».
Minoranze come i migranti o i Rom sono discriminati sempre di più in Italia. Quanto la preoccupa questa tendenza? «In un Paese di 60 milioni di abitanti i Rom sono meno di 150mila. Gli attacchi contro di loro sono una distrazione dai veri problemi in Italia, problemi come la corruzione, la disoccupazione o l’emergenza abitativa».
Lei pensa che la democrazia sia a rischio, in Italia? «Il contributo della società civile è essenziale per la democrazia. Nonostante i tentativi della destra italiana di danneggiare le organizzazioni umanitarie, cittadini coraggiosi stanno usando il loro diritto alla libera espressione per sfidare la repressione e difendere i diritti delle comunità più vulnerabili. In Italia la Open Society continua a sostenere questi gruppi, insieme a quelli che si impegnano a riformare le leggi sulla droga, che cercano di includere i giovani nella vita civile, che difendono le minoranze e il diritto di espressione».
Nel nostro Paese c’è una forte retorica contro George Soros da parte di entrambi i partiti di governo, Lega e 5Stelle. Come se lo spiega? «Come in altri paesi europei l’estrema destra e i partiti populisti usano l’immagine di George Soros per attaccare gruppi vulnerabili e chiunque denunci la corruzione e gli abusi di potere. La nostra fondazione continuerà a supportare le organizzazioni che difendano i diritti delle minoranze, che si battano contro la corruzione e per la trasparenza dei governi».
Chi aiutate in Italia? «La Open Society Foundations ha lavorato in Italia per oltre un decennio, garantendo sostegno a gruppi locali impegnati in una serie di differenti ambiti, dal supporto all’anticorruzione alla trasparenza dei governi, dai diritti dei lavoratori nel settore agricolo al coinvolgimento dei giovani nella società».
Finanziate anche chi si occupa di immigrazione? «Sosteniamo finanziariamente anche organizzazioni che cercano di rispondere alle sfide dell’immigrazione. Ciò include realtà come Refugees Welcome Italia, che cerca famiglie italiane che aprano le loro case ai profughi e che tenta di offrire loro una comunità perché possano ricostruire le loro vite. Ma supportiamo anche due progetti importanti: "Terra!" è impegnata a difendere la cultura agricola a Lampedusa e a tenere insieme la comunità. E l’Ecomuseo Casilino a Roma che, tra le altre cose, raccoglie le testimonianze degli anziani che hanno vissuto sotto il regime di Mussolini e dei profughi scampati alle guerre e alle discriminazioni dei loro Paesi d’origine».
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