" Vogliamo onorare il coraggioso ufficiale iracheno che ha effettuato il primo attacco suicida contro l'occupazione anglo-americana. Ci auguriamo che ci siano molte azioni suicide nei giorni a venire".
Sono le parole pronunciate da un rappresentante palestinese a Jenin in occasione della cerimonia in cui e' stato dato alla piazza della citta'/campo profughi il nome del primo stragista suicida iracheno della guerra in corso.
Quindi la piazza che si chiamava "Piazza Moschea" si chiamera' d'ora in poi "Piazza Na'amani" e la decisione e' stata presa dopo una serie di oceaniche manifestazioni tenute in tutti i territori palestinesi, da Jenin a Gaza.
In Italia non si e' saputo molto di questa inquietante novita' e anche le manifestazioni, veramente immense e stracolme di odio, sono passate sotto relativo silenzio perche' l'Autorita' Palestinese aveva preventivamente messo in guardia i giornalisti stranieri "invitandoli" a non dare pubblicita' alla cosa. Disobbedire all'invito poteva significare sequestri di persona per giornate intere con relativa distruzione di cineprese e materiale fotografico, gentilezze che avvengono spesso nei territori palestinesi contro giornalisti troppo chiacchieroni.
Un giornalista che lavora a Gaza ha riferito testualmente :
"Non siamo stati proprio minacciati ma ci hanno fatto capire molto chiaramente che chi avesse disobbedito sarebbe stato punito".
Se questa non e' considerata una minaccia bisogna pensare che i giornalisti che operano nei territori hanno perso ormai il senso della realta' e l'idea stessa della liberta' di espressione.
Domenica, 30 marzo, un palestinese di 19 anni e' andato a Nataniah, a nord di Tel Aviv, dal suo villaggio vicino a Tulkarem e la' si e' fatto esplodere in mezzo alla gente seduta ai tavoli del caffe' London, decine di feriti, per fortuna nessun morto.
Altro segnale inquietante e' la dichiarazione del leader della Jihad islanmica che , dalla sua sede di Damasco, ha fatto sapere che l'attentato era un dono al popolo iracheno.
L'osservatore palestinese alle Nazioni Unite, Nabil Ramlawi, ha tenuto un discorso in cui auspicava l'eliminazione dello Stato di Israele e parlava di nazi-sionismo.
Queste esternazioni sono gravissime soprattutto tenendo conto che ai vertici dell'ANP c'e' stato un cambio di potere e Abu Mazen e' considerato un moderato.
Tanto moderato da essere un negazionista della Shoa', tanto moderato da non ribattere alle dichiarazioni del suo rappresentante all'ONU, o magari tanto moderato da essere stato proprio lui a suggerirle.
Chissa'.
Non si puo' dire che tutti questi siano segnali rassicuranti riguardo ai rapporti futuri tra Israele e i palestinesi e non sono neppure segnali rassicuranti sulla salute della societa' palestinese che gode il primato assoluto dello stragismo suicida che adesso vuole esportare in Iraq contro gli anglo-americani