Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 06/07/2019, a pag.3 con il titolo "Washington e i dubbi sul leghista" il commento di Paolo Mastrollilli
Ottimo esempio di giornalismo investigativo, questo di Paolo Mastrolilli. Raccontare nei minimi particolari i rapporti della Lega di Salvini con Trump e Putin senza sbavature pro l'uno o l'altro, informando il lettore che -a differenza dei nostri politici- non sempre è possibile tenere in piede in due scarpe, come Mastrollili ben definisce la politica italiana.
Paolo Mastrolilli
Vladimir Putin resta un avversario, che sta cercando di dividere l’Occidente per ricostruire in qualche forma un impero russo. Per riuscirci ha puntato sul sostegno dei movimenti nazionalisti e populisti in Europa. La Lega è uno di questi gruppi, ma da quando ha vinto le elezioni ha avviato un processo di aggiustamento delle sue posizioni. Se lo completerà, Washington la accetterà come alleato chiave nel Vecchio Continente; se non lo porterà a termine, tornerà ad essere considerata un potenziale strumento degli obiettivi del Cremlino. Sono valutazioni provenienti da ambienti che interpretano il pensiero dell’amministrazione Trump ai massimi livelli, consegnate a La Stampa dopo la visita di Putin a Roma. Quando il vice premier Salvini era andato a Washington a metà giugno, il segretario di Stato Pompeo era stato molto diretto. Il dialogo - aveva ammonito - va sempre bene, ma le sanzioni ci sono e nel 2020 verranno ancora implementate. Ciò aveva spinto il leader della Lega a dire ai giornalisti che se Mosca vuole un alleggerimento delle misure, deve fare passi avanti su questioni come l’Ucraina, che al momento non si vedono. Un ex alto funzionario del dipartimento di Stato esperto di Europa ora allarga quelle considerazioni, dopo la visita a Roma del leader del Cremlino: «Putin - dice - sta cercando di indebolire l’Europa e la Nato, e creare divisioni all’interno dell’Europa, e fra l’Europa e gli Stati Uniti». La strategia è uguale ovunque, e alcuni di questi gruppi politici hanno dimostrato di essere molto interessati all’abbraccio col Cremlino. «La Lega - conclude la fonte - è uno dei movimenti presi di mira, però noi vediamo che Salvini e il suo partito si stanno aggiustando in qualche modo: meno pro Putin, più conservatorismo nazionalista tradizionale. Pensiamo che Salvini voglia una rispettabilità più ampia, come leader dell’intera destra e centrodestra italiano, non solo della destra estrema». Perciò, a giudizio di chi lo osserva dall’America, ha avviato questa evoluzione cominciata con la visita del suo braccio destro Giorgetti a Washington, proseguita col suo viaggio recente negli Usa. L’amministrazione Trump gli ha dato credito: ora aspetta le sue mosse concrete e non accetterà che cerchi di tenere il piede in due scarpe.
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