Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 03/07/2019, a pag.10, con il titolo "Sottomarino nucleare in fiamme. Morti 14 marinai: 'Soffocati dal fumo' ", il commento di Giuseppe Agliastro; a pag. 11, con il titolo "L'arsenale dell'Urss debolezza di Mosca", il commento di Paolo Mastrolilli.
Il regime di Putin in Russia non solo reprime libertà e diritti ed è alleato di Siria e Iran in Medio Oriente, adoperandosi per destabilizzare l'Europa e l'Occidente in genere, ma dispone di un enorme arsenale bellico antiquato che conduce inevitabilmente a tragedie come quella del sottomarino.
Ecco gli articoli:
Giuseppe Agliastro: "Sottomarino nucleare in fiamme. Morti 14 marinai: 'Soffocati dal fumo' "
Giuseppe Agliastro
Almeno 14 marinai sono stati uccisi da un incendio scoppiato a bordo di un sommergibile russo. A 19 anni dalla terribile tragedia del Kursk, un'altra sciagura si è abbattuta su un sottomarino della Marina di Mosca. Ma oggi come allora, le autorità diffondono pochi elementi e lo fanno in ritardo.
La disgrazia risale a lunedì, ma per non si sa bene quale motivo il ministero della Difesa ne ha dato notizia solo ieri. Il sommergibile era progettato per studiare e mappare gli abissi e non è da escludere che fosse impegnato in attività di intelligence. Potrebbe essere questa la ragione di tanta segretezza. Stando ad alcune indiscrezioni, il sottomarino era capace di tranciare cavi. Compresi quelli per le telecomunicazioni che si trovano sui fondali. Di certo, non si trattava di una nave come tante.
Dopo aver cancellato tutti gli impegni per discutere la situazione col ministro della Difesa, Sergey Shoigu, Putin ha infatti rivelato che tra le vittime ci sono ben sette capitani di vascello, nonché due ufficiali insigniti con la prestigiosa medaglia di Eroe della Russia.
Soffocati dal fumo
Pare che i marinai siano morti soffocati dal fumo. Ma a parte questo e il bilancio ufficiale delle vittime, al momento si sa davvero poco altro. Il Cremlino non ha nemmeno rivelato quale sia il tipo di sottomarino sul quale sono divampate le fiamme.
Lo studio dei fondali
Si limita a far sapere che il sommergibile si trovava nelle acque territoriali russe, che era impegnato in una missione di studio dei fondali e che è riuscito a rientrare nella base della Flotta del Nord a Severomorsk, sul Mare di Barents. Non si sa se da solo o con l'ausilio di altre navi. Ma a questo punto è probabile che l'incidente sia avvenuto non lontano da Severomorsk, cioè nelle acque del Nord della Russia. Stando ai pochi dati a disposizione, il sommergibile era dunque usato per ricerche ad alta profondità. Ma ricerche di che tipo? Fonti militari sentite da Vedomosti e da Rbk sostengono che si tratti di un piccolo sottomarino nucleare della classe AS-12. Questo tipo di sommergibile resiste alle grandi pressioni grazie a una serie di sfere di titanio e per questo è noto anche con il nome di un fortunato personaggio dei cartoni animati: «Losharik», un cavallino di legno composto da sfere.
Il «cavalluccio»
Il piccolo sottomarino può operare fino a 6.000 metri di profondità e raggiunge di solito la zona della missione viaggiando agganciato sotto un sommergibile più grande. Ma l'elemento forse più interessante è che «il cavalluccio» è dotato di braccia meccaniche. In teoria potrebbe quindi anche recidere cavi.
Alla fine del 2017 il generale Stuart Peach, capo di Stato maggiore britannico, mise in guardia Londra e la Nato: la Russia - avvertì - potrebbe servirsi dei sommergibili sempre più moderni di cui dispone per provocare danni economici immensi ai suoi avversari distruggendo i cavi sottomarini per internet e le telecomunicazioni. Il generale forse usava un tono troppo allarmistico, e per questo fu criticato. Ma d'altra parte l'importanza strategica dei cavi sottomarini è innegabile. Ogni giorno percorrono i fondali marini il 97% delle comunicazioni globali e transazioni finanziarie per 10 trilioni di dollari. Si tratta di una rete sommersa che a livello mondiale si snoda attraverso 877.121 chilometri di fibra ottica.
L'equipaggio è riuscito a domare le fiamme e ad evitare che la tragedia fosse ancora più grave. Il ministero della Difesa russo elogia le «eroiche» azioni intraprese per salvare la nave e il «sacrificio» dei militari. Le indagini sono già partite. Sono evidentemente di estrema delicatezza, e per questo si svolgeranno sotto la supervisione del comandante della Marina Militare russa. Intanto, un mistero si aggiunge al mistero. La Norvegia sostiene di aver saputo da Mosca di un'esplosione sul sottomarino. La Russia, ieri notte, ha però smentito. Il timore è quello di un danno al reattore del sommergibile. Ma Oslo assicura che nella zona non si registrano livelli pericolosi di radioattività.
Paolo Mastrolilli: "L'arsenale dell'Urss debolezza di Mosca"
Paolo Mastrolilli
Il sottomarino russo coinvolto nell'incidente di ieri è una vecchia conoscenza dell'intelligence americana, che lo studia da anni perché lo considera l'arma pensata da Mosca per combattere la guerra delle comunicazioni. Infatti l'AS-12 Losharik, se verrà confermata la notizia del sito Rbc secondo cui si tratta di questa unità, è attrezzato per sabotare i cavi sottomarini su cui si basa il trasferimento dei dati di internet, e forse anche per intercettarne i contenuti.
Le iniziali notizie frammentarie arrivate da Severomorsk hanno creato allarme negli Usa, per almeno due motivi. Primo, il vice presidente Pence aveva in programma una visita in New Hampshire, che è stata annullata all'improvviso. La spiegazione circolata ufficiosamente parlava di un'emergenza, e quindi il sospetto era che le due questioni fossero collegate. In seguito però la Casa Bianca ha chiarito che l'Air Force 2 non era mai decollato, e il motivo per cui Pence era rimasto a Washington non riguardava «questioni di salute o di sicurezza nazionale». Il secondo motivo di allarme è invece ricorrente, e tocca lo stato di decadimento delle dotazioni militari russe. Questo è un problema che esiste dalla fine dell'Urss e preoccupa molto. Mosca infatti conserva un enorme arsenale, fra cui oltre 6.400 testate nucleari, che rappresentano un pericolo non solo per come potrebbero essere utilizzate, ma anche per come potrebbero malfunzionare.
Il sottomarino AS-12 Losharik non è immune da questi problemi, come dimostra l'incidente, ma rappresenta la storia più moderna della sfida tra la Russia e l'Occidente. È entrato in servizio nel 2010, ed è il mezzo più avanzato e misterioso della Marina militare di Mosca. Il nome viene da un personaggio dei fumetti dell'epoca sovietica, un cavallo giocattolo fatto di piccole sfere, e questo già dice molto. Infatti l'interno è fatto da sfere di titanio, capaci di sopportare la pressione delle grandi profondità marine. Il Losharik appartiene alla Flotta del Nord e opera alle dipendenze del Dipartimento del ministero della Difesa incaricato di gestire le ricerche sottomarine (Gugi). Nel 2012 era stato coinvolto in un'operazione condotta per rivendicare i diritti della Russia nel Mare Artico, dove aveva raccolto campioni alla profondità di 2.500 metri, ma secondo alcuni analisti avrebbe la capacità di scendere fino a 6.000 metri. Viene trasportato da un sottomarino nucleare madre Orenburg, e quindi può arrivare ovunque. Queste caratteristiche lo rendono perfetto per sabotare i cavi depositati sul fondo dell'oceano, su cui si basa la trasmissione delle comunicazioni via internet. È possibile che abbia anche la capacità di intercettare e spiare i dati, ma non c'è la conferma indipendente definitiva.
La guerra delle trasmissioni può sembrare una minaccia remota, ma è già realtà. Lo dimostra il rapporto pubblicato dalla britannica Chatam House, secondo cui uno dei primi atti compiuti nel 2014 dalle forze russe impegnate nell'aggressione della Crimea era stato proprio isolarla, bloccando il suo accesso a internet. Anche gli Usa si sono attrezzati per questo genere di conflitto, modificando il sottomarino della classe Sea Wolf USS Jimmy Carter per metterlo in condizione di attaccare ai cavi strumenti per lo spionaggio e l'intercettazione delle comunicazioni. Bloccare completamente il sistema sarebbe molto difficile. I primi cavi erano stati depositati tra Francia e Regno Unito nel 1850, seguiti da quello che nel 1858 aveva collegato le due sponde dell'Atlantico. Oggi, secondo la mappa pubblicata da Telegeography, la sola zona settentrionale di questo oceano è attraversata da 18 cavi. Ciò rende molto difficile paralizzare tutte le comunicazioni, perché se un passaggio fosse ostruito, verrebbe subito rimpiazzato da un altro. I sabotaggi però fanno già parte della strategia bellica quotidiana, a cui forse stava lavorando il sottomarino coinvolto nell'incidente.
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