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Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


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La Stampa Rassegna Stampa
28.06.2019 Arabia Saudita e Corea del Sud: analisi di una alleanza
Commento di Giordano Stabile

Testata: La Stampa
Data: 28 giugno 2019
Pagina: 10
Autore: Giordano Stabile
Titolo: «Bin Salman a Osaka da star, mega accordo con Seul per rilanciare le riforme»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 28/06/2019, a pag.10 con il titolo "Bin Salman a Osaka da star, mega accordo con Seul per rilanciare le riforme" il commento di Giordano Stabile

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Giordano Stabile             M.Bin Salman e Moon Jae-in

Mohammed bin Salman è arrivato a Osaka con il volto disteso di chi ha messo a segno un bel colpo e sente che la tempesta è dietro le spalle. Il colpo è l’accordo da 8,3 miliardi con la Corea del Sud che darà alla saudita Aramco la parte del leone nel settore petrolifero sudcoreano. La tempesta è quella del caso Khashoggi, che piano piano si è placata nonostante le nuove rivelazioni dell’Onu. Per Mbs è un summit dei G20 molto diverso dall’incontro di Buenos Aires, quando venne trattato da paria dagli alleati occidentali e si dovette consolare con un bel «cinque» scambiato con Vladimir Putin.
Ora Riad e il principe, con le tensioni fra Usa e Iran alle stelle, sono di nuovo troppo strategici per gli equilibri nel Golfo. Le sanzioni americane sul greggio iraniano hanno poi spianato la strada agli accordi con Seul, conclusi alla vigilia del vertice.
I coreani devono sostituire i barili che non possono più importare da Teheran. Ci penserà Aramco, il gigante statale degli idrocarburi che l’anno scorso ha fatto utili per 107 miliardi di dollari.
Bin Salman e il presidente sudcoreano Moon Jae-in hanno firmato intese da 8,3 miliardi di dollari. È un patto «petrolio in cambio di infrastrutture». Riad aumenterà le forniture e aprirà le porte alle imprese sudcoreane nel campo delle costruzioni.
Seul sarà uno dei partner principali della Vision 2030. Come ha sintetizzato il presidente Moon «l’Arabia Saudita è il nostro principale fornitore di greggio e il principale cliente delle nostre imprese». Il principe ha aggiunto che l’obiettivo è allargare la cooperazione «in tutti i campi», dalla salute alle biotecnologie.
Il grosso dell’intesa verte sul business da 6 miliardi di dollari fra la S-Oil e dell’Aramco, che già possiede un quota di maggioranza della compagna sudcoreana. Verrà realizzato un complesso di raffinerie e infrastrutture logistiche per i prodotti petroliferi.
Ma Aramco ha stretto anche accordi con altre aziende, dalla Korea National Oil Corporation alla Hyundai Heavy Industries. Assieme alla branca automobilistica della Hyundai svilupperà un progetto industriale per motori a celle di idrogeno, un’alternativa ai motori a combustione tradizionale.
Il vantaggio rispetto a quelli elettrici, per i produttori di petrolio, è che i motori a idrogeno hanno bisogno di idrocarburi e quindi promettono una «transizione energetica» più morbida.
Le aziende sudcoreane saranno invece coinvolte nei progetti per la Vision 2030, compresa la costruzione di una città nuova di zecca, Neom.
Bin Salman vede confermati gli sforzi di modernizzazione del Regno, quelli che gli sono valsi il plauso dell’Occidente. Un modo per far passare in secondo piano i buchi neri sul rispetto dei diritti umani.
Problemi simili ha il suo grande rivale nel mondo islamico, il turco Erdogan. Il reiss sconta i rapporti pessimi con gli Usa, soprattutto dopo la decisione di comprare i missili russi S-400 e il rifiuto di ottemperare alle sanzioni contro l’Iran. Prima di partire per Osaka ha però annunciato che Trump «potrebbe venire in visita a luglio» in Turchia, per risolvere la questione.

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