Il suo papa' e' stato ammazzato nel modo piu' ignobile e barbaro tre mesi fa in Afghanistan da terroristi islamici che nella loro immensa crudelta' per mesi non hanno neppure permesso di ritrovarne il corpo fatto a pezzi.
E' impossibile per delle persone normali, con sentimenti ed emozioni, riuscire a comprendere l'odio incontrollato di questi assassini. E' difficile persino, se si conoscono i meccanismi perversi e fanatici che portano ad insegnare ai bambini, ai ragazzi,alle folle islamiche che gli ebrei sono il demonio, il male, il cancro dell'umanita'.
In tutto il mondo islamico lo stereotipo dell'ebreo e' disegnato sempre in modo negativo, l'ebreo e i soldi, l'ebreo col naso adunco, l'ebreo dai denti di dracula grondanti sangue arabo.
Dall'Egitto al Sudan, dai territori palestinesi all'Indonesia, ogni governo islamico si premura di riempire la testa delle popolazioni di falsita', di luoghi comuni, di odio , odio senza limiti, odio feroce.
Daniel Pearl e' stato ucciso per questo: era ebreo, quindi era il male, quindi era un agente del Mossad, quindi doveva essere ucciso senza concedergli neppure la dignita' nella morte: sgozzato prima e decapitato poi, davanti alle telecamere alle quali ha dovuto dichiarare un secondo prima dell'esecuzione "Io sono ebreo" .
Cosa avra' pensato Daniel negli ultimi secondi della sua vita? Avra' pensato a quel suo bambino che stava per nascere? La disperazione di non vedere piu' la sua famiglia sara' stata piu' atroce della morte tra le mani armate di coltelli dei suoi assassini.
Eppure i media occidentali non ne hanno parlato piu' di tanto. Abbiamo assistito, dopo quell'esecuzione, ad un altro strano e non meno crudele fenomeno: l'indifferenza del mondo. Lo stesso mondo che si indigna nel vedere una casa palestinese distrutta, che urla allo scandalo e all'orrore se un terrorista palestinese come Marwan Barghouti viene messo in prigione e mantenuto in isolamento:"tortura tortura!" gridano ipocritamente. Questo stesso mondo non ha fatto una piega per un giornalista ebreo catturato, tenuto prigioniero nelle caverne e poi sgozzato davanti alle telecamere tra le risa isteriche dei suoi assassini.
Mai il giornalismo internazionale ha denunciato al mondo che l'estremismo islamico e' pregno di antisemitismo, di razzismo, di odio. Tentano sempre di giustificare e, se l'enormita' della barbarie impedisce ogni giustificazione, allora non ne parlano. Dimenticano, si distraggono e si concentrano sulle case dei palestinesi e sui poveri terroristi, pardon militanti, palestinesi che languono nelle galere israeliane.
Daniel Pearl pero' non e' morto del tutto perche' adesso c'e suo figlio Adam.
Adam Pearl dovra' crescere in fretta, quei maledetti assassini gli hanno rubato l'infanzia ancor prima di nascere e noi possiamo solo augurargli di non conoscere mai il razzismo sulla sua pelle gia' segnata e di non dover mai, mai, mai difendersi o giustificarsi per l'appartenenza a un popolo, al suo popolo.
"Ani' Yehudi' - Io sono ebreo" ha detto tuo padre, piccolo Adam, prima di morire.
"Ata' Yehudi' - tu sei ebreo" piccolo Adam e siine fiero.