Federico Steinhaus, invitato dalla Accademia di Merano di Studi italo-tedeschi, ha tenuto una conferenza sulla diffusione dell'antisemitismo in Europa. Lo ha intervistato il quotidiano in lingua tedesca DOLOMITEN, che riprendiamo in traduzione italiana.
Federico Steinhaus il più recente dei suoi libri
“L’Europa è incapace di fronteggiare il nuovo antisemitismo“ Federico Steinhaus, già Presidente della Comunità ebraica di Merano, interverrà sul tema “Paura e pregiudizi – un mix pericoloso?” all’Accademia di Merano.
La convivenza nel segno della tolleranza appare oggi più difficile che mai. Gli attacchi ai “diversi” sono sempre più numerosi, in Germania, per esempio le espressioni ed i reati di natura antisemita l’anno scorso sono aumentati del 20 per cento. In più, si moltiplicano i fenomeni di razzismo. Quali sono i motivi di tale deriva, e in che modo è possibile combattere questo miope fanatismo? Nell’ambito dei “Dialoghi Merano”, un’iniziativa dell’Accademia di Studi italo-tedeschi, parte della Piattaforma EUREGIO “Dignità e diritti umani”, interverrà una persona la cui famiglia ha subito l’antisemitismo sulla propria pelle. Federico Steinhaus, nato del 1937, è stato a lungo Presidente della Comunità ebraica di Merano.
Dialogando con il giornalista Eberhard Daum ripercorrerà le proprie esperienze personali e tratterà in chiave critica l’antisemitismo, il razzismo e la xenofobia. Alcuni giorni fa Felix Klein, il responsabile per la lotta all’antisemitismo del governo tedesco, ha invitato gli ebrei in Germania a non indossare sempre e ovunque la kippah. Quali sentimenti suscitano in Lei queste affermazioni?
Già il fatto che uno Stato debba nominare un responsabile per la lotta all’antisemitismo la dice lunga sul fallimento della politica. L’Europa è incapace di fronteggiare il ritorno dell’odio nei confronti degli ebrei.
Le parole di Klein sono espressione dell’incapacità di contrastare il fenomeno o della mancanza di disponibilità, da parte dello Stato, di combattere in maniera mirata tali manifestazioni di antisemitismo?
L’Europa vuole dimenticare la Shoah, il tentativo di sterminare il popolo ebraico, e la presenza di una forte minoranza islamica in molti Paesi vi contribuisce. L’estrema destra, l’estrema sinistra e l’odio islamico si rafforzano a vicenda. La Francia, il Regno Unito, il Belgio, l’Olanda, la Svezia, la Norvegia e la Germania rappresentano esempi tanto tristi quanto drammatici.
L’antisemitismo esiste da oltre 2000 anni. Per quali ragioni?
Nel corso dei secoli, l‘antisemitismo si è adattato ai tempi. All’inizio vi era un pregiudizio religioso, gli ebrei erano considerati gli assassini di Cristo, il che causò persecuzioni e uccisioni di massa nell’Europa cristiana. Nel ventesimo secolo l’Europa del nazi-fascismo riprese questo odio sotto forma del razzismo, nonostante gli ebrei non siano una razza, e oggi assistiamo all’odio contro Israele, che si estende a tutti gli ebrei, fomentato dall’islam con argomentazioni di natura sia religiosa che politica. Devo anche aggiungere che questa forma di antisemitismo è la prima che si manifesta al di fuori dell’Europa. Oltre all’antisemitismo esistono anche altre forme di odio nei confronti dei “diversi”, quali i profughi, gli stranieri o gli appartenenti ad altre religioni.
Cosa scatena questi crescenti fenomeni di radicalizzazione?
L’incertezza e la mancanza di valori morali sono una prima risposta, seppure incompleta. In tempi di crisi economica e politica la paura si trasforma in odio nei confronti dei ceti sociali più deboli. Che poi alcuni politici ne facciano una strategia politica purtroppo è inevitabile.
La politica ha fallito?
Più che un fallimento della politica queste correnti antisemite mostrano un fallimento della morale. Non va poi sottovalutato ciò che accade nel quadro delle Nazioni Unite, ove un forte pregiudizio contro Israele provoca, a causa delle maggioranze automatiche, accuse e condanne nei confronti dello Stato ebraico. Non dobbiamo dimenticare che il Consiglio d’Europa ha definito all’unanimità i pregiudizi ed il boicottaggio contro Israele una nuova forma di antisemitismo.