Riprendiamo dal CORRIERE del TRENTINO di oggi, 22/06/2019, a pag.8, con il titolo "Bilinguismo, Bolzano ispira gli israeliani" l'articolo di Rosalba Cataneo
L'unica giustificazione sul pezzo che segue è che sia stato commissionato del locale Ufficio del Turismo, tale e tanta è la disinformazione che contiene. Il tutto, ovviamente, cosparso di buone intenzioni, la pace, la comprensione fra i popoli, con questo Yaniv Sagee che infila una serie di menzogne incredibili, una dopo l'altra. Purtroppo sono questi gli israeliani che vengono invitati, una occasione da non perdere per raccontare il falso su Israele. C'è qualcuno a Bolzano che scriva al Corriere per smentire le bufale del signor Sagee?
un contaballe a Bolzano, come da intervista
Il sistema altoatesino di tutela delle minoranze, esempio per l'estero. Per approfondirlo, a Bolzano è giunta una delegazione israeliana per studiare l'uso delle diverse lingue negli istituti scolastici. In Israele l'80% della popolazione è ebreo e i120% arabo. «Nel nostro Paese — spiega Yaniv Sagee — gli arabi non sono riconosciuti come minoranza nazionale. Per vivere in Israele bisogna conoscere la lingua ebraica. Inoltre, per gli arabi è anche più difficile perché c'è un conflitto tra le parti». Sagee è presidente della Givat Haviva, organizza?ione che opera per creare una società condivisa in Israele, superando le situazioni di conflitto. L'associazione senza scopo di lucro ha creato un programma per l'insegnamento nelle scuole arabe della lingua ebraica, con docenti di madre lingua. «Il sistema scolastico in Israele tende molto a isolare» afferma Sagee. Non è la prima delegazione israeliana giunta in Alto Adige per approfondirne lo Statuto. «E una delegazione mista, sia araba che ebrei — dice Alberto Stenico presidente dell'associazione Antenna Cipmo — sono rimasti impressionati dalla garanzia assicurata in Alto Adige a ciascun gruppo linguistico di avere un proprio ciclo di studi completo, dall'asilo all'università, nella propria lingua madre e che ci sia l'obbligo di imparare l'altra lingua». L'associazione altoatesina, anche in passato, ha avuto scambi con Israele, e si propone di incentivare il dialogo e la convivenza tra le minoranze e maggioranze, promuovendo un percorso di cooperazione che favorisca un percorso di pace nel Medioriente e nel Mediterraneo.«Fa molto piacere essere ripresi come esempio a livello internazionale. L'aspetto della valorizzazione delle differenze e di creare condivisione è quello che li ha colpiti» commenta il vice presidente e assessore provinciale alla Scuola italiana, Giuliano Vettorato. C'è molto interesse per come si è risolta la situazione della lingua in Alto Adige. «Quello che ha colpito noi sul loro sistema scolastico è il modo in cui insistono per una società più condivisa. Su questo, devo dire, ci hanno un po' scavalcati perché si battono per avere maggiori forme di condivisione nella società coinvolgendo i diversi gruppi e rendendoli tutti protagonisti. Noi siamo più protetti, il protagonismo dei diversi gruppi linguistici è più giuridico spesso che non sociale» conclude Stenico.
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