Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 22/06/2019, a pag.2, con il titolo "Rosa Parks a Parigi. Sugli autobus gli islamisti discriminano le donne" il commento di Giulio Meotti
Giulio Meotti
Quando, fra non molti decenni, i soliti 'esperti' si chiederanno il perchè del silenzio delle democrazie sulla avvenuta invasione dell'Europa da parte dell'islam con le sue leggi criminali, ricordiamoci di chi questi pericoli scriveva, mentre i 'grandi' quotidiani ignoravano, i telegiornali censuravano qualunque servizio che potesse mettere in cattva luce l'islam, le politiche dei governi democratici incapaci di prendere qualunque atto coraggioso ecc. ecc. Il destino dell'Europa è segnato, l'unica speranza è che avvenga un miracolo, purtroppo, da laici, non ci crediamo.
Ecco l'articolo:
Due anni fa, un servizio dell'emittente France 2 denunciò la scomparsa della presenza femminile dai bar dei quartieri francesi a maggioranza islamica. Nadia Remadna e Aziza Sayah, due attiviste del gruppo Brigade des Mères, entrarono in un caffè del sobborgo parigino di Sevran. "E' meglio aspettare fuori. Ci sono uomini qui dentro, in questo bar non c'è eterogeneità", dice loro un cliente. Un altro: "In questo calle non c'è promiscuità. Siamo a Sevran e non a Parigi. Qui c'è un'altra mentalità. E' come tornare a casa". Il mese scorso, poi, il poeta algerino Kamel Bencheikh, che vive a Parigi, ha denunciato su Facebook quello che è successo alla figlia nel XIX arrondissement. "Intorno alle 23 mia figlia Elise aspettava l'autobus della linea 60 con un'amica, alla fermata Botzaris vicino al parco delle Buttes-Chaumont. Quando è arrivato, l'autista si è fermato, le ha guardate ed è ripartito senza aprire le porte". "Pensa a vestirti come si deve", ha detto il conducente alla figlia di Bencheikh, che portava la minigonna. Adesso arriva la conferma ufficiale di quanto sta succedendo in alcuni pezzi di Francia grazie a un rapporto del Parlamento voluto dal deputato repubblicano Eric Diard e dal macroniano Eric Poulliat. Il settimanale Point ha avuto accesso al contenuto delle audizioni del rapporto, che sarà reso pubblico il 26giugno. Si parla di "autisti che si rißutano di prendere servizio dopo una donna", di "locali vietati alle donne nei terminal", di comunitarismi negli asili a nord di Parigi, dove le bambine sono separate dai maschi. Un sindacalista racconta che "i musulmani praticanti stanno prendendo di mira le donne credenti non praticanti". E una di loro, che voleva andare a Ibiza durante il Ramadan, è stata aggredita perché non era "una buona musulmana". Già quattro anni fa,Christophe Salmon, a capo del sindacato Confédération française démocratique du travail alla Ratp (l'azienda dei trasporti pubblici parigini), aveva denunciato "il rifiuto di stringere la mano alle colleghe, o il rifiuto di guidare un autobus dopo una donna". Nel rapporto si legge di un ufficiale della Fédérations des sapeurs-pompiers più volte ostacolato nel prestare soccorso a una donna nelle zone a maggioranza musulmana, perché era "un uomo". Non è un caso che, fra le più accanite avversarie del fondamentalismo islamico in Francia ci siano numerose donne di origine musul mana, come la tunisina Zineb el Rhazoui, ex redattrice di Charlie Hebdo. La Gare Rosa-Parks è una stazione nel XIX arrondissement. Il primo dicembre 1955 Rosa sta tornando a casa a Montgomery, in Alabama. E' seduta in uno dei posti centrali insieme ad altre tre donne di colore. All'altezza di Cleveland Avenue un bianco sale e pretende il posto. L'autista, James Blake, che già qualche anno prima aveva cacciato la Parks da un altro mezzo pubblico, ordina a tutte e quattro di alzarsi. Tre accettano, Rosa no. E la sarta divenne un simbolo universale della lotta alla segregazione razziale in America. Chissà che non possa nascere una Rosa Parks anche in Francia che si batta contro la nuova segregazione: quella islamista
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