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Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


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Informazione Corretta Rassegna Stampa
22.06.2019 Il Pascià, il Principe, il Presidente e la Ragion di Stato
Commento di Michelle Mazel

Testata: Informazione Corretta
Data: 22 giugno 2019
Pagina: 1
Autore: Michelle Mazel
Titolo: «Il Pascià, il Principe, il Presidente e la Ragion di Stato»

Il Pascià, il Principe, il Presidente e la Ragion di Stato
Commento di Michelle Mazel

https://benillouche.blogspot.com/2019/06/le-pacha-le-prince-le-president-et-la.html#more

(Traduzione di Yeudit Weisz)

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 Il 17 luglio del 2014, il volo MH 17 della Malaysia Airlines, lungo la rotta da Amsterdam a Kuala Lumpur, viene abbattuto da un missile nei cieli dell’Ucraina. I 283 passeggeri, inclusi 80 bambini, accompagnati da 15 membri dell'equipaggio, vengono uccisi all'istante. Ci vorranno cinque anni prima che la Commissione d'inchiesta internazionale sull’incidente aereo, come riporta Le Figaro lo scorso 19 giugno, stabilisca che l'aereo è stato abbattuto da un missile terra-aria BUK della contraerea sparato dalla base militare russa di Kursk. Vengono emessi mandati di arresto internazionali contro tre russi e un ucraino. Non dobbiamo aspettarci che i quattro uomini vengano arrestati e portati davanti a un tribunale in un prossimo futuro, visto che la Russia ha sempre negato qualsiasi coinvolgimento in questo disastro. Il 2 ottobre del 2018, Jamal Khashoggi era entrato nel consolato saudita a Istanbul e non ne è più uscito vivo. Questo eminente giornalista saudita, una star del Washington Post, aveva preferito vivere negli Stati Uniti per poter liberamente criticare la politica del principe ereditario Mohammed bin Salman. Avrebbe dovuto pensarci due volte prima di finire tra le fauci del leone? La sua compagna, che lo stava aspettando al volante della sua auto, non l'ha mai visto uscire. Il suo corpo non fu mai trovato e molto velocemente è stata adottata la pista dell’assassinio: al termine di un'indagine condotta con insolita rapidità, l'esperto delle Nazioni Unite incaricato dell'inchiesta, come cita Le Monde il 19 giugno, era stato formale: “Esistono elementi probatori che giustificano un'ulteriore indagine sulla responsabilità individuale di alti funzionari sauditi, compresa quella del Principe ereditario”. Siamo in presenza di due crimini sanzionati dalle più alte autorità di due Paesi membri dell'ONU? Non c’é dubbio. Sembra che né Mohammed bin Salman, il brillante principe ereditario saudita, forte del sostegno del Re, suo padre, né Vladimir Putin, senza il quale il missile non avrebbe potuto essere lanciato, abbiano di che preoccuparsi.

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Putin e Erdogan, chi ha il coraggio di accusarli?

I sauditi sono troppo ricchi e il Presidente russo è troppo potente. Per quanto riguarda Recep Erdogan, il Pascià di Costantinopoli, che ha così generosamente fornito all'ONU i dettagli dell'omicidio, nessuno potrà permettersi di chiedergli come abbia potuto averne conoscenza. Sembra, tuttavia, che delle intercettazioni registrate illegalmente e in violazione del diritto internazionale dalle autorità turche in una rappresentanza ufficiale, abbiano permesso di seguire, ora dopo ora, se non di minuto in minuto, l’esecuzione dell'omicidio, i tormenti della vittima e i dettagli del suo smembramento – comunque sia, post mortem – per facilitare la sparizione dei suoi resti. Un'altra domanda che non verrà mai posta: la registrazione era stata fatta in tempo reale? Il funzionario preposto ha assistito al dramma godendosi il suo caffè turco? È stato mai tentato, per un solo istante, di suonare l'allarme, di avvertire i suoi superiori? Questi ultimi, avvertiti, hanno preferito non fare nulla, per non rivelare la presenza delle intercettazioni? Si sono rallegrati, invece, di quelle registrazioni che avrebbero sicuramente messo in imbarazzo il regime saudita? E quando, precisamente, è stato informato il Presidente turco? “Ma al potere assoluto dobbiamo questo rispetto, di non indagare su ciò che è un re ad aver voluto”, scrisse Corneille (Le Cid, atto I, scena III) quasi quattro secoli fa.

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Michelle Mazel scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron".


takinut3@gmail.com

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