Riprendiamo da LIBERO di oggi, 21/06/2019, a pag.11 con il titolo "La Francia è sotto il controllo dei musulmani" l'analisi di Mauro Zanon
Mauro Zanon
Sono ovunque: alla guida degli autobus della Ratp, la società dei trasporti pubblici parigini, nei reparti degli ospedali, negli uffici degli enti locali, nella gendarmeria e nell’esercito, nelle scuole e nelle università, nei sindacati e persino negli aeroporti come addetti alla sicurezza. Gli islamisti radicali si sono infiltratiin tuttii servizi pubblici francesi, nessuno è risparmiato,e la situazione, negli ultimi tempi, si è degradata a grande velocità, come rivelato da un rapporto parlamentare esplosivo i cui contenuti sono stati anticipati ieri dal settimanale Le Point.
Gli autori di questo documento sullo stato della radicalizzazione islamista in Francia, che sarà reso pubblicointegralmente il prossimo 26 giugno, sono Éric Diard, deputato dei Républicains (destra gollista), ed Éric Poulliat, deputato della République en marche (il partito di Macron).
Dal novembre del 2018 fino alla scorsa settimana, i due relatori hanno organizzato a porte chiuse all’Assemblea nazionale 52 audizioni con alti funzionari (prefetti, responsabili dei servizi segreti, ufficiali dell’esercito) e attori che lavorano quotidianamente sul campo (poliziotti, pompieri, sindacati dei trasporti): faccia a faccia dai quali è emerso un quadro angosciante della situazione francese. DISCRIMINAZIONI
Fra le testimonianze più dure, svetta quella di un sindacalista della Ratp. «Ci sono uffici vietati alle donne nei capolinea», ha dichiarato ai due deputati in forma anonima. Barbuti che pregano durante l’orario di lavoro, infischiandosene della laicità e del rispetto dei valori della République, che non stringono la mano alle donne o che addirittura si rifiutano di guidare gli autobus appena guidati da personale di sesso femminile. «Abbiamo anche un altro problema» – ha aggiunto questo sindacalista – «i musulmani praticanti stanno prendendo di mira le donne credenti non praticanti». E una di loro, desiderosa di partire a Ibiza, si sarebbe fatta prima redarguire e poi cacciare perché non era «una buona musulmana».
La direzione della Ratp fa finta di non vedere che l’islamizzazione sta rovinando l’azienda, nonostante i 5.608 dossier di segnalazione, cerca di minimizzare anche se il problema si sta ingigantendo. Un po’ come la direzione degli Aeroporti di Parigi, al centro dell’attenzione mediatica in questi giorni non solo per l’imminente privatizzazione, ma anche perché tra il personale che si occupa della sicurezza ci sono individui con simpatie islamiste. 80 all’aeroporto Roissy Charles-de-Gaulle e altri 15 a Orly sono sospettati di radicalizzazione e tuttora in possesso del famoso “badge rouge”, che dà accesso alle zone riservate degli scali aeroportuali e ai bagagli che vanno nelle stive degli aerei. «Ci sono diversi casi di comunitarismo e preghiere negli spogliatoi», confermano i servizi di sicurezza dell’aeroporto. Il “badge rouge” è rilasciato dallo Stato, ma quando questo badge viene ritirato, come è successo dopo gli attentati del 13 novembre 2015 quando venne tolto da un giorno all’altro a 70 individui radicalizzati, la persona non viene licenziata definitivamente, ma trasferita in un altro luogo, che per legge non deve essere lontano da quello iniziale, dunque dall’aeroporto. «Può creare diversi problemi», ha dichiarato Henri-Michel Comet, direttore generale degli Aeroporti di Parigi.
ZONE PROIBITE
Della mancanza di strumenti legislativi efficaci che permettano di espellere rapidamente le persone che mostrano segni evidenti di radicalizzazione, si lamentano molto soprattutto i poliziotti. Un colonnello della Fédérations des sapeurs-pompiers, invece, ha raccontato di essere stato più volte ostacolato nel prestare soccorso a una donna nelle zone a maggioranza musulmana, perché era «un uomo». L’altro settore pubblico dove l’islamizzazione sta prendendo piede è la scuola. Bambini e adolescenti figli di famiglie cattoliche e laiche, soprattutto nelle banlieue, vengono aggrediti e isolati dai loro compagni musulmani, perché sono “kouffars”, degli infedeli. Sotto gli occhi di insegnanti impassibili, o complici, come un insegnante di una scuola a nord di Parigi, che nella sua classe, come testimoniato da un agente territoriale, «ha separato le bambine dai bambini», nel rispetto dei principi del Corano"
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