Ogni giorno la radio e la telvisione in Israele ragguagliano i cittadini sulla probabile futura guerra. Avete le maschere? avete controllato se sono ancora efficienti? E le iniezioni contro l'antrace? siete andati al piu' vicino ufficio militare a far controllare il vostri kit?
E poi sono disponibili anche maschere antigas per cani e gatti, certo non le terranno a lungo ma si puo' tentare. E gli uccellini di casa? Anche per quelli , gabbia compresa, c'e' una specie di maschera. Hanno pensato a tutto.
E poi le camere della guerra in ogni appartamento costruito dopo il 1991: sono camere normalissime a prima vista ma se si chiudono porta e finestra allora ci si sente leggermente claustrofobici. Tutto e' a prova d'aria, la porta si chiude in tre fasi, ermeticamente, la finestra ha le imposte di puro acciaio. Le pareti sono di cemento armato e acciaio. Un bombardamento? Niente paura, tutta la casa crolla ma il tubo di acciaio che contiene le camere della guerra restera' in piedi.
Uno allora pensa, e dopo?
Gia', e dopo?
E chi vive in un appartamento costruito prima del 1991? si arrangia come si sono arrangiati tutti durante la guerra del Golfo!
Nastro adesivo alle finestre e alle porte in precedenza incartate con fogli di nylon, gommapiuma tutto intorno in modo che non passi aria.
8 ore di autonomia, e poi?
Gia' e poi?
Gli amministratori dei condomini, degli uffici, delle scuole e i vari ministeri hanno dato ordine di rinfrescare i rifugi pubblici sparsi un po' dovunque, approvigionarli con acqua, 12 litri a testa per tre giorni.
Tre giorni, e poi?
Gia', e poi?
Tutti pronti allora, non lo si nota ma il paese e' in fermento, in modo molto discreto e silenzioso per non impressionarsi gli uni con gli altri.
E si aspetta con un po' di ansia e parecchio stress il momento in cui tutti usciranno di casa con il kit della maschera antigas a tracolla a mo' di borsetta come nel 1991 quando tutti erano piu' buoni e chiedevano alle signore con maschera a tracolla e sacchetti della spesa in mano che si affrettavano verso casa :"vuoi un passaggio? ti posso accompagnare a casa?".
La paura della guerra rende tutti fratelli, ci sentiamo tutti insieme, in trappola, siamo ebrei e israeliani e sempre, in un modo o nell' altro, presi di mira. Questo ci unisce, ci ha sempre uniti dall'epoca della distruzione del Tempio: stesso popolo, stessi problemi, stessi dolori.
Restiamo uniti e saremo forti.
E i bambini?
Anche loro, i nostri stupendi e meravigliosi bambini spesso maleducati e sempre viziatissimi, diventano improvvisamente bravi, piu' silenziosi, piu' maturi, sempre tanto pieni di coraggio da far venire le lacrime agli occhi e la gola chiusa.
Il New York Time ha scritto un articolo cosi' bello e commovente nella sua semplice crudezza che e' giusto riportare:
Per gli scolari israeliani,lezione in maschera antigas al posto della geografia" di Dexter Filkins.
Dal New York times del 3/12
Nella 4a classe di Sarah Efrati al posto di matematica, geografia o ebraico, un'ora di lezione sugli effetti del gas.
Al posto della normale maestra, una soldatessa dell'esercito ,il serg.Mor Anat, spiega ai ragazzini cosa fare esattamente nel caso di attacco biochimico,"Allora dovete porre la vostra maschera esattamente aderente al viso, evitando che passino spiragli d'aria.i bambini sono tutti tra gli 8 e i 9 anni e guardano la soldatessa con seria attenzione.
"Il gas prima ti strangola e poi ti uccide"dice Siled Mizrhai di 9 anni. "La cosa che più mi preoccupa è il non aver tempo per infilare la maschera".
Tale corso si esegue attualmente in più di 3000 scuole d'Israele, ed in ciascuna scuola accadono più o meno le stesse cose della classe della signora Efrati.Ci si prepara al peggio.In pratica il corso intende rendere gli alunni consapevoli della realtà ,che al mondo esistono cattive persone, "Quindi dovete essere pronti". Le autorità auspicano che tale preparazione sia portata nelle famiglie dove i ragazzi sapranno insegnare agli adulti l'uso delle maschere. E' il miglior modo per rendere pronti i ragazzi all'evenienza del terrorismo e ad un'attacco biochimico in guerra.
I ragazzi sono perfettamente coscienti di tutto ciò, e rivolgono moltissime domande, sul come aiutare i propri fanmiliari,alla speciale linea telefonica creata al caso.
Nel corso alla scuola Efrati, il serg. Mor insegna ai bambini anche l'uso del Kit antiveleno,da iniettare nella gamba.
"Essere ragazzi in Israele si perde qualcosa", afferma la dott.a Bilha Noi direttrice del servizio ascolto Psicologico del Ministero dell'educazione.
Queste alcune delle più frequenti domande dei ragazzi agli intervistatori della speciale linea telefonica;
"Cosa devo fare con il mio cane?",
"Il gas Mostarda..., ma ha il sapore di qualcosa?",
"Potrò mangiare con la maschera?" C'è poi chi come Elhacai Rafou di 11 anni che ha avuto la madre e la sorellina Eden, ferite nell'esplosione dell'attacco terroristico alla pizzeria Sbarro nell'agosto 2001 "Io cerco di dar forza a mia madre e alla mia sorellina dicendo di non aver paura, ma cofesso che a volte anch'io ho paura".
Ciò che più sconvolge in questa situazione è il pensare che ci sia chi è figlio di sopravvissuti all'Holocausto ed è venuto in Israele pensando di trovare pace e quiete ed invece si trova costantemente a confrontarsi con violenze e guerra.
dice la sig. Efrati "Io sono stato un soldato, mio figlio è un soldato. Ora l'America vuole attaccare l'Iraq e noi saremo presi dentro.Noi siamo sempre presi in mezzo a queste cose.E' pazzesco!".
Gia', e' pazzesco.
Il destino degli ebrei non e' cambiato in Israele.
Theodor Herzl lo aveva sperato ma la realta' e' diversa e molto tragica.
Dal giorno in cui abbiamo messo piede nella nostra Terra qualcuno ha sempre tentato di farci scomparire, esattamente come accadeva in Europa.
E' pazzesco, si, signora Efrati ma il sionismo, nato ben duemila anni fa con l'invocazione "L'ANNO PROSSIMO A GERUSALEMME", non e' robetta da niente e lei lo sa, vero?
T.Herzl ha realizzato quell'antica invocazione e siamo arrivati qua in Erez contro ogni previsione logica.
Poveri, stanchi, stracciati, mezzi morti con gli inglesi che continuavano a darci la caccia , con gli arabi che non ci volevano, siamo venuti piangendo di gioia e disperazione e di speranza. La speranza che ci da forza.
Siamo arrivati, signora Efrati, e vi resteremo. Lo dica ai suoi meravigliosi bambini, prendiamo da loro il coraggio e guardiamoci negli occhi e a testa alta, per loro.
E incominciamo a giurare loro , non a promettere ma a giurare che mai piu' un bambino ebreo dovra' essere toccato perche' ebreo. Mai piu' .
Glielo dobbiamo giurare e dobbiamo mantenere il giuramento perche' troppi bambini ebrei sono morti in Europa e in Israele.