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La Stampa Rassegna Stampa
20.06.2019 Donald Trump apre la campagna elettorale 2020
Cronaca di Paolo Mastrolilli

Testata: La Stampa
Data: 20 giugno 2019
Pagina: 15
Autore: Paolo Mastrolilli
Titolo: «Trump apre la campagna: 'Mantenere grande l'America'»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 20/06/2019, a pag.15 con il titolo "Trump apre la campagna: 'Mantenere grande l'America' ", la cronaca di Paolo Mastrolilli.

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Paolo Mastrolilli

«Keep America Great», cioè conservare l’America grande, è lo slogan con cui il presidente Trump ha lanciato la campagna per la rielezione martedì sera ad Orlando. La strategia punta su due elementi principali: primo, rivendicare i successi ottenuti, a cominciare da economia e occupazione; secondo, accusare gli avversari democratici di essere pericolosi socialisti radicali. Quanto alle promesse del 2016 che non è riuscito a mantenere, tipo la costruzione del muro lungo il confine col Messico, la riduzione dell’immigrazione illegale, o la cancellazione completa della riforma sanitaria di Obama, la linea sarà scaricare la colpa sui nemici, nel partito di opposizione guidato dalla Speaker della Camera Nancy Pelosi, e in parte fra gli stessi repubblicani. Così potrà rivolgersi alla propria base e dire che se vuole realizzare queste idee, dovrà votarlo con convinzione ancora maggiore nel 2020, confermando lui alla Casa Bianca, e mandando al Congresso deputati e senatori più favorevoli alla sua linea.

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Donald Trump


La mappa elettorale
Trump ha scelto Orlando perché la Florida resta uno stato indispensabile da vincere, per restare presidente. Il manager della sua campagna, Brad Parscale, ha detto che puntano ad allargare la mappa elettorale, togliendo ai democratici anche New Hampshire, New Mexico e Nevada. Queste conquiste però non basterebbero a garantire la conferma, se Trump non riuscisse a ripetere le vittorie negli stati che nel 2016 gli avevano consegnato la Casa Bianca, cioè Pennsylvania, Michigan e Wisconsin, oltre appunto alla Florida e l’Ohio. Il capo della Casa Bianca ha cominciato il comizio con i temi abituali, tornando anche ad attaccare Hillary Clinton per le mail sparite. Poi ha rivendicato i successi, come la crescita economica, la nomina dei giudici conservatori, la sconfitta dell’Isis, dicendo in sostanza che ha mantenuto la promessa di rifare grande l’America, e ora si tratta di continuare. Ciò sarebbe impossibile se vincessero i democratici, perché ormai sono diventati un partito di «socialisti radicali» irresponsabili, come hanno dimostrato i consensi ottenuti da parlamentari tipo Ocasio Cortez nelle elezioni midterm . L’entusiasmo è dalla parte di Trump, come confermano i 24 milioni di dollari in finanziamenti elettorali raccolti in un solo giorno, però la popolarità nei sondaggi è più bassa di quanto ci si aspetterebbe da un presidente con questa economia. La sua base è pronta a rivotarlo, ma le incognite che lo minacciano sono tre:un rallentamento della crescita; il ritorno massiccio alle urne dell’elettorato democratico, sommato ai moderati che non lo amano; le sorprese giudiziarie dell’inchiesta sul “Russiagate”.

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