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Quando Aaron e' andato a studiare in Israele e ha messo piede all'Univerita' di Tel Aviv ne e' rimasto letteralmente conquistato. Mi telefonava: " Mamma, pensa che ci sono banchi per tutti (mia nipote nello stesso periodo all'universita' di Padova seguiva le lezioni in una sala cinematografica per mancanza di aule), pensa che ognuno di noi ha un microscopio, pensa che chiamiamo per nome i nostri professori, mamma pensa .....che ...studiamo!!!!!!" Vedere tra un padiglione di facolta' e l'altro quei prati verdi all'inglese con ragazzi e ragazze sdraiati sull'erba nelle pause delle lezioni. Entrare nelle aule dove non erano ammessi piu di 30 studenti. Scoprire che in ogni aula era sistemato uno schermo che permetteva agli studenti di seguire perfettamente la lezione del professore; e il microscopio personale e poi, enorme soddisfazione: la pratica di laboratorio.... far pratica, capite? Sezionare, fare esperimenti, usare gli strumenti e ...le mani. Questo dai primi giorni di corso, subito! Non solo noiosa teoria ma pratica, manualita', confidenza con apparecchiature costosissime e complesse! Scoprire infine che negli esami scritti lo studente non ha un nome ma un numero di riconoscimento che impedisce le "raccomandazioni". Chi corregge i compiti non sa di che studente si tratta, il nome e' segreto, si tratti di Pinco Pallo o della figlia di Netaniahu. Questo non significa che in Israele non esista la "protectia" , anzi e' la prima parola che si impara insieme a quell'altra che fa "savlanut"= "pazienza" ma all'univerita' no, all'univerita' si studia e chi non lo fa deve lasciare il posto a chi e' migliore di lui. Tutte queste peculiarita', le piu' semplici ed elementari se vogliamo, del sistema universitario israeliano non potevano non conquistare un ragazzo italiano appena uscito dal Liceo e abituato a considerare l'universita' come un luogo abbastanza inospitale con studenti che seguono le lezioni dai corridoi non riuscendo a entrare in aula o con professori che proprio il giorno dell'esame hanno l'arroganza di non presentarsi in istituto. Quando poi un ragazzo italiano si accorge che il suo capo-facolta', il grande professore, lo chiama per nome e si fa chiamare per nome e discute con lui, ultimo arrivato, sugli argomenti di studio allora lo stupore diventa entusiasmo. Non sei un niente, non sei un fantasma, non sei uno studentello da snobbare, sei TU, sei una PERSONA, sei uno studioso piu' che uno studente che il professore prende sottobraccio per discutere un esperimento o un piano di studi. Sei gratificato e chi si sente apprezzato vuole dare sempre il meglio di se'. Il rapporto dello studente col suo capo-facolta' e' un rapporto paritario di rispetto reciproco in cui il ragazzo impara e il professore insegna ma nello stesso tempo il professore incoraggia e accetta consigli e scambi di idee e di esperienze. Il carattere israeliano molto naiive e abbastanza rude, non si adatta alla "baronia", triste fenomeno incancrenito in un alcuni settori della vita italiana e cosi' il professore universitario, capo di facolta', incute rispetto ma non paura e i suoi allievi sanno che saranno trattati con altrettanto rispetto. Non e' roba da poco, credetemi! Le universita' isaraeliane sono fornite di biblioteche ricchissime che si dividono in settori: Biblioteca dell Stato che raccoglie tutto il materiale pubblicato nel paese. Biblioteca del popolo ebraico dove si trovano documenti, manoscritti registrazioni che rappresentano la storia del Popolo. Bibiloteca interna dell'Istituto che fornisce a docenti e studenti tutto il materiale necessario per la ricerca, per lo studio di tutte le materie. Biblioteche fornite di testi e materiale da tutto il mondo e in tutte le lingue Per essere ammessi all'Universita' e' necessario un esame psicometrico e, per gli studenti che vengono dall'estero, e' obbligatorio un anno di "mechina"" cioe' un anno di preparazione allo studio che dovrebbe portare gli studenti stranieri al livello di quelli israeliani sia come lingua ebraica che di metodo di studio. E cosi' e' successo ad Aaron, fatta l'alia' e un anno di mechina' all'universita' di Tel Aviv, eccolo alle prese collo psicometrico fatto tutto in inglese e in ebraico e per lui , piccolo italiano, con una semplice infarinatura di inglese scolastico e con un ebraico ancora traballante non e' stato semplice. Ce l'ha fatta e, raggiunto il punteggio necessario ( molto alto) per entrare alla facolta di biologia, eccolo dunque pronto a partire per la sua avventura di studio e di vita nel suo nuovo paese: il BA , il master, e infine , grazie ai suoi voti, il dottorato al prestigioso Istituto Weizmann di Rechovot. Quanto costa l'universita' in Israele? Tanto, costa cara ma chiunque puo' entrarvi e, se ha una media di voti alta, di molto superiore alla media, allora non solo puo' frequentare gratis avvalendosi di borse di studio ma , arrivato al master riceve uno stipendio dalla stessa Universita'. Studiare in Israele e' difficile perche' le universita' sono tutte ad alto livello ma e' altrettanto piacevole perche' gli studenti vengono gratificati, gli si offrono mille possibilita' di lavoro e borse di studio, vengono invogliati con incontri ad alto livello, conferenze, viaggi, pubblicazioni che abbracciano tutti gli aspetti della vita e delle materie scelte, e , dulcis in fundo, non esistono gli scioperi se non sporadici. E questo e' fondamentale!!!!!!! Gli scioperi universitari in Israele sono cosi' rari che spesso gli studenti vengono accusati di menefreghismo dai loro colleghi arabi degli stessi atenei, che a volte tentano inutilmente di far partire uno sciopero politico. Menefreghismo? Forse si tratta semplicemente di serieta'. Gli studenti arrivano all'universita' in eta' piu' matura rispetto ai loro coetanei stranieri : prima fanno tre anni di esercito, seguiti quasi sempre da un anno di "relax" in giro per il mondo, India, Sud America, USA, anche Europa ma soprattutto Oriente per dimenticare in un mondo cosi' diverso dal loro la tragedia di casa, la guerra, i morti, la paura. Quando tornano hanno circa 23 anni, sono pronti per la vita e vogliono studiare seriamente, non hanno tempo da perdere dietro a occupazioni e alle altre delizie protestatarie che niente hanno a che vedere collo studio, che vediamo troppo spesso negli atenei italiani. La serieta' paga e Israele, pur cosi' piccolo e sempre costretto alla guerra, ha il privilegio di essere tra le prime 5 nazioni a livello di ricerca scientifica e tecnologia. |
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