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Mi faccio portavoce del malessere e del disagio crescente che provano molti lettori de l'Unità, quando alla mattina aprono il giornale e leggono le notizie su Israele. Mi chiedo come sia possibile che il Direttore, Furio Colombo, che si è sempre distinto per le sue posizioni equilibrate e vicine alle ragioni del popolo israeliano, ora all'improvviso cambi faccia ed accetti che sul suo giornale vengano scritte molte inesattezze sui fatti che accadono in Israele. A volte, a discapito di una stampa equilibrata ed obiettiva, sono le omissioni che attirano l'attenzione (soprattutto per chi legge giornali americani o inglesi è facile fare un confronto): quello che succede veramente non è riportato oppure viene riportato in maniera distorta, lasciando il lettore nell'incertezza, nel dubbio ma con l'intento di orientare le sue "simpatie" esclusivamente verso il popolo palestinese e le sue sofferenze. A chi giova una stampa "di parte"? Ho conosciuto personalmente Furio Colombo al Salone del Libro di Torino alcuni anni fa dove era ospite insieme a Stefano Levi della Torre e a Fiamma Nirenstein: mi piacque molto il suo intervento e lo applaudii a lungo. Sono cresciuta con le sue corrispondenze dal Medio Oriente e ho letto e riletto recentemente il suo bellissimo libro "PER ISRAELE". Vorrei, caro Direttore, che mi spiegasse per quale motivo il suo atteggiamento verso Israele è così cambiato e, soprattutto, se quei lettori che hanno ricominciato a comprare l'Unità proprio perché Lei lo avrebbe diretto avranno in futuro la possibilità di leggere articoli equidistanti e di vedere immagini che non suscitino sempre e solo la pietà per i palestinesi: anche gli israeliani soffrono e tanto! Giorgia Greco Bologna |
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