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Deborah Fait
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Cambiati i rapporti tra Italia e Israele.
Lettera aperta a Silvio Berlusconi.





Caro Presidente,



sono un'ebrea italiana che ha scelto, come molti connazionali, di vivere in Israele e da qui voglio mandarle il mio ringraziamento per le parole che hanno accolto il presidente israeliano Moshe' Katzav in visita ufficiale in Italia.

Per molti decenni gli italiani amici di Israele hanno patito le pene dell'inferno a causa della politica smaccatamente antiisraeliana dei precedenti governi e per l'appoggio incondizionato, immorale quanto inutile, alla dittatura palestinese.

Abbiamo sofferto per un Arafat ricevuto e osannato in tutti gli ambienti politici italiani mentre i suoi faddayin ammazzavano nostri connazionali.

Abbiamo sofferto con vergogna nel vedere che Presidenti e Ministri della Repubblica non arrossivano nell'abbracciare il raiss palestinese dopo sanguinosi attentati come quelli di Fiumicino e della sinagoga di Roma.

Abbiamo sofferto con rabbia e dolore quando Arafat veniva spudoratamente portato in trionfo ad Assisi mentre a Roma moriva ammazzato il piccolo Stefano Tache'.

Abbiamo sofferto con disgusto sapendo che palestinesi armati fino ai denti erano accolti a braccia aperte in RAI dove facevano il bello e il cattivo tempo, dove i vari Nemer Hammad obbligavano, in verita' senza troppo sforzo, i dirigenti della pubblica informazione a fare propaganda palestinese e a demonizzare il democratico Stato di Israele.

Arafat in persona aveva libero accesso in RAI, tra gli inchini untuosi dei suoi servi, ed era sempre armato come se fosse la cosa piu' naturale del mondo portare la pistola negli uffici di Viale Mazzini.



Anni bui, Signor Presidente, in cui il sindacato si permetteva di andare davanti alla Sinagoga di Roma e di gettarvi una bara nera in segno di odio e di dispregio o, peggio, di minaccia e quando la famosa Pantera, movimento studentesco, sfilava in kefiah davanti al Tempio degli ebrei romani col pugno alzato al grido "A morte".

Abbiamo sofferto con incredulita' nell'assistere alle numerose visite in Vaticano di Arafat che poteva persino permettersi di entrare negli alloggi privati del Papa indossando la divisa militare e, mentre questo accadeva con estrema naturalezza, il Vaticano scandalosamente non aveva ancora riconosciuto Israele.

Solo nel 1993, signor Presidente, il Papa ha riconosciuto la democrazia israeliana nata nel lontano 1948, proprio mentre , in quei 47 anni di rifiuto, il Vaticano intratteneva regolari e spesso affettuosi rapporti diplomatici con tutte le dittature arabe, nessuna esclusa.

Quale immensa ingiustizia.

Abbiamo sofferto con lacrime di paura durante la guerra del Golfo, quando la sinistra italiana si era schierata tutta con Saddan Hussein mentre questi colpiva Israele.

Abbiamo sofferto con sdegno e rammarico nel vedere Israele trattato come stato paria perche' tentava di difendersi dal terrorismo spietato scatenato dalle bande palestinesi o perche' doveva rispondere, per non essere distrutto, alle guerre arabe.



Lei, Presidente, ha cambiato tutto questo con una svolta significativa e coraggiosa della politica estera italiana trasformando l'Italietta tremante come un budino davanti ai dittatori arabi e serva del terrorismo, in un'Italia Nazione responsabile e rispettabile a livello mondiale, in una Repubblica che sa trovare la dignita' di condannare le dittature e onorare l'unica democrazia del Medio Oriente.

Le sue parole " Le porte di palazzo Chigi sono state chiuse a tutti i rappresentanti di Yasser Arafat subito dopo la strage di Netanya" sono state un balsamo per i nostri cuori, Presidente, perche' prima chiara e dura condanna ufficiale italiana al terrorismo palestinese.

Parole dolci alle orecchie di chi ama la giustizia e la democrazia , parole che ci hanno ripagato di tutte le sofferenze patite in questi anni.

Parole importanti soprattutto perche' in questi ultimi 27 mesi l'odio contro Israele e' arrivato all'isteria.

Movimenti filipalestinesi italiani, deprimente risultato di politiche sbagliate quanto malate, plaudono ai terroristi suicidi, definiti martiri, e in ogni manifestazione, anche nelle partite di calcio, la bandiera palestinese e' piu' sventolata di quella italiana. Ne hanno piazzata una anche a Genova davanti al cippo che ricorda Carlo Giuliani, chissa' poi con quale motivazione!



Che immensa ipocrisia, quanta vigliaccheria nel tentativo di trasformare in delittuosa la legittima autodifesa di Israele in favore della violenza palestinese e del fondamentalismo islamico.

Quanta rabbia abbiamo ingoiato nel veder ancora idealizzare la figura di Arafat mentre il terrorista fa ammazzare non solo israeliani ma anche dissidenti palestinesi e mentre ruba al suo popolo pane e liberta' e a entrambi i popoli la pace.

Lei, presidente, dicendo di aver tagliato ogni contatto con Arafat, ha reso giustizia e ha riabilitato davanti al mondo intero l'immagine dell'Italia e di Israele come Nazioni Democratiche che devono combattere, l'una moralmente e l'altra attivamente, contro i satrapi dediti al terrorismo e all'assassinio di persone innocenti.

La ringrazio dunque perche', come italiana, mi ha ridato l'onore di essere nata in Italia e come israeliana mi ha ridato la soddisfazione di veder trionfare finalmente la giustizia e la verita'.

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