Beniamin Netaniahu tornato alla politica dopo tre anni di volontario esilio, e' un vulcano di idee.
Diventato ministro degli esteri dopo l'abbandono del partito laburista, ha fatto cio' che mai il pavido Peres avrebbe avuto il fegato di fare: dopo l'ultimo attentato ha convocato tutti gli ambasciatori stranieri e li ha portati in visita ai 45 feriti e menomati ricoverati negli ospedali di Gerusalemme.
Dopodichè ha preteso il loro sostegno politico e morale durante una conferenza stampa tutta rigorosamente in inglese.
Ma vediamo di fare chiarezza sugli ultimi avvenimenti. Non si puo' certo dire che in Israele ci si annoi:
I laburisti hanno lasciato il governo votando no alla finanziaria, in realta' il governo lo ha fatto cadere Beniamin Ben Eliezer nel tentativo di vincere le elezioni del suo partito e di essere cosi' confermato capo dell'Avoda', partito laburista israeliano.
Brutta azione che gli e' costata cara perche' ha perso la carica di Ministro della Difesa nel Governo Sharon e capo del partito laburista e' diventato Amram Mitzna, sindaco di Haifa: 57% delle preferenze contro il 35% di Ben Eliezer.
Le elezioni del Likud saranno il 28 novembre e allora staremo a vedere se gli elettori sceglieranno il vulcano Bibi che vuole espellere, al momento giusto, Arafat o il vecchio Ariel Sharon che ha appena dichiarato di non essere contrario ad uno stato palestinese demilitarizzato.
Gli attentati continuano, un venerdi' fa 12 israeliani uccisi a Hebron, giovedi' scorso 11 tra bambini , mamme e nonne uccisi sull'autobus che li portava a scuola.
Oggi c'e' stato un attacco della Jihad islamica contro una motovedetta israeliana al largo di Gaza.
Un esercito di uomini bomba e' pronto a colpire e solo la massima all'erta e l'occupazione dei centri palestinesi piu' caldi evitano uno o piu' attentati al giorno.
Con questi sentimenti Israele si prepara a votare il prossimo Premier , il 28 gennaio 2003.
I sentimenti sono contrastanti. Buona parte dell'elettorato di sinistra, quello che credeva fermamente nel processo di pace, ha perso tutta la fiducia nella controparte palestinese, e' convinto che Arafat sia un criminale, sa che l'obiettivo delle organizzazioni terroristiche e' di gettare "gli ebrei in mare".
Mitzna ha affermato di essere pronto a parlare anche con Arafat e , se la cosa non portasse risultati come sicuramente accadrebbe, di essere altrettanto pronto ad un ritiro unilaterale e allo smantellamento di gran perte degli insediamenti.
Praticamente ripropone il piano Barak, rifiutato da Arafat due anni fa.
Sharon ha deluso perche', nonostante incontestabili successi militari e politici, ha portato il paese alla recessione economica.
Ariel Sharon ha sicuramente il merito di aver dato un colpo semimortale al terrorismo palestinese e di aver praticamente imprigionato Arafat nel suo quartier Generale di Ramallah, il famoso Mukata, luogo di pellegrinaggio per pacifisti e nani della politica europea. Ha inoltre il merito di aver smascherato Arafat portando agli americani le prove del suo coinvolgimento col terrorismo e della sua corruzione.
Sharon piace agli israeliani perche' fa parte dell'ala moderata del Likud, considerato erroenamente all'estero come partito di destra.
Il Likud e' un partito di centro-destra con una parte moderata di centro e una parte piu' oltranzista.
Secondo due terzi degli israeliani il fallimento di Sharon non e' imputabile alla guerra considerata inevitabile finche' Arafat e le suo organizzazioni terroristiche saranno in grado di agire, il suo fallimento sta nel milione di israeliani impoveriti a causa della guerra e del boicottaggio europeo.
Ed e' in questa breccia che si infila Beniamin Netahiahu.
Giovane, carismatico, parla inglese come uno yankee, pieno di idee che mette in atto con un'aggressivita' ritenuta deliziosa dopo il frustrante servilismo di Peres ai nemici di Israele.
In questi due anni di guerra gli israeliani sono stati umiliati dall'inimicizia europea, hanno subito, oltre ai morti, il disprezzo del mondo intero che vede nei palestinesi le vittime anziche' i carnefici; hanno subito con dolore e incredulita' il boicottaggio, i docenti israeliani licenziati dalle universita', le dichiarazioni di odio da parte di politici e non; hanno assistito con rabbia alle manifestazioni filopalestinesi a Roma, Parigi, Londra, New York. E questo accadeva mentre in Israele si moriva e morivano persone innocenti, bambini, anziani, mamme, nonne con nipotini. Tutti fatti esplodere da quei palestinesi che il mondo osannava.
Quanta rabbia, quanta umiliazione, quanto stupore per l'ingiustizia che la perfetta macchina propagandistica araba favoriva e pretendeva.
E allora chi vincera'?
Amram Mitzna ? basta guerra, creazione di uno stato palestinese? Ma chi ci crede! Chi puo' dire che i palestinesi una volta avuto lo stato , se ne starebbero buoni buoni a lavorare per la loro nazione? Dopo 40 anni di nazificazione e educazione all'odio sarebbe possibile? Nessuno lo crede veramente, nemmeno i piu' paciosi pacifisti israeliani.
Ariel Sharon? E' vecchio e questo non depone a suo favore, la disoccupazione cresce e questo e' un grosso problema per lui (oltre che per i disoccupati), ha detto di volere uno stato palestinese e questo fa molta paura dopo il fallimento di Camp David e il rifiuto di Arafat. Il terrorismo palestinese e' esplicito: minare l'economia, rendere la vita dello stato ebraico insicura quotidianamente. "Nessun ebreo dovra' mai sentirsi sicuro in Israele" dicono le organizzazioni.
Beniamin Netaniahu? Vuole espellere il raiss, non vuole uno stato palestinese, giura di rimettere in piedi l'economia ( e sarebbe sicuramente in grado di farlo), come ministro degli esteri e' bravissimo, il migliore. Non e' stato proprio un bravo Primo Ministro la prima volta ma diciamo che era giovane e inesperto, adesso potrebbe far meglio e dare al paese sicurezza e benessere.
Chi puo' dirlo?
Gli israeliani vogliono pace e sicurezza ma non sono piu' disposti a credere alla favola di Oslo rivelatasi fallimentare nel modo piu' tragico e non solo per la guerra ma per il potere che ha dato ad Arafat e per tutti gli attentati succedutisi dal 1993 ad oggi.
Il 28 gennaio 2003 gli israeliani decideranno e i terroristi palestinesi faranno in modo che la decisione dell'elettorato porti alla fine di Israele. Noi invece sognamo che porti alla loro fine.