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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
13.06.2019 La Polonia esulta contro Israele: 'E' un pogrom!' Se non è antisemitismo questo...
Commento di Paolo Salom

Testata: Corriere della Sera
Data: 13 giugno 2019
Pagina: 13
Autore: Paolo Salom
Titolo: «Polonia-Israele, se la partita è un 'pogrom' senza scandalo»

Riprendiamo oggi, 13/06/2019, dal CORRIERE della SERA, a pag. 13, con il titolo "Polonia-Israele, se la partita è un 'pogrom' senza scandalo", il commento di Paolo Salom.

La parola "pogrom" è russa, ma in Polonia - un Paese in cui l'antisemitismo di matrice cattolica è ancora egemone - viene usata volentieri. Proprio in Polonia, che nei confronti di tutto ciò che ricorda URSS/RUSSIA non suscita simpatia. Fa eccezione Pogrom.Se non è antisemitismo questo...

Ecco l'articolo:

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Paolo Salom

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Il post della Federcalcio polacca per festeggiare la vittoria contro la squadra israeliana: "E' già un pogrom!"

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La sepoltura degli ebrei assassinati da civili polacchi a Kielce, durante un vero pogrom, il 4 luglio 1946

Quattro a zero. Una sconfitta secca quella subita dalla nazionale di Israele contro la Polonia a Varsavia, nel corso di una partita valevole per le qualificazioni agli Europei del 2020. Ma, più del risultato, a bruciare è stata la parola utilizzata dalla Federcalcio polacca, sulla propria pagina Facebook, per festeggiare la vittoria: «È stato un pogrom!». Ora, la parola «pogrom» viene dal russo, significa «distruzione, devastazione» ed è entrata nel lessico comune a partire dai primi anni del Novecento a indicare i sanguinosi attacchi da parte dell’esercito zarista contro le comunità ebraiche locali, accusate di ogni possibile «cospirazione» contro l’impero. Jakub Kwiatkowski, portavoce della Federcalcio polacca, si è giustificato dicendo che il termine pogrom è usato «normalmente» nel mondo del calcio, e dunque non c’era alcun intento «offensivo». Non solo, dopo le critiche da parte dei media israeliani, ovviamente sorpresi dall’atteggiamento degli ospiti, si è scatenata una polemica ancor più accesa sui social: per molti utenti polacchi non c’era alcun motivo di risentirsi, perché «pogrom è una nostra parola, l’abbiamo sempre usata». Frasi poi condite con ben altri commenti, i più cortesi riferiti alla «pervicace suscettibilità» degli ebrei «dopo tutto questo tempo». E forse il problema è proprio la «pervicace normalità» di quella terribile parola, in quella parte d’Europa, nonostante la Shoah.

 

 

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