Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 13/06/2019, a pag.13 con il titolo "Abe vola a Teheran, l’alleato di Trump prova a mediare su petrolio e nucleare", la cronaca di Giordano Stabile.
La linea di Donald Trump, già utilizzata nella relazione con la Corea del Nord, è caratterizzata dalla disponibilità a parlare e trattare con chiunque, mantenendo però una chiarezza di idee e di intenti, senza cioè piegarsi alla volontà di regimi terroristi e criminali, anzi, rimane ben chiaro l'obiettivo: neutralizzare al 100% i progetti del nemico.
Ecco l'articolo:
Giordano Stabile
Il più «trumpiano» degli alleati dell’America, il premier giapponese Shinzo Abe, è nel Paese nemico numero uno della Casa Bianca, l’Iran. È la prima visita di un leader del Sol Levante da quando nel 1979 è stata instaurata la Repubblica islamica. E arriva in un momento critico, dopo che Washington ha schierato portaerei e bombardieri strategici B-52 alle porte del Golfo e lo stesso Donald Trump ha minacciato di cancellare l’avversario se le forze americane fossero state attaccate. E anche dopo che quattro petroliere sono state sabotate da un commando misterioso davanti alla coste degli Emirati arabi, un primo assaggio devastante di «guerra ibrida».
I venti di guerra hanno preso una pausa. Ieri Trump non ha escluso «buone relazioni se l’Iran cambia comportamento» mente tre giorni fa è arrivato il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas a cercare di fermare l’escalation, che vede già Teheran arricchire di nuovo l’uranio a ritmi mai visti.
Donald Trump
E proprio petrolio e questione atomica sono le motivazioni che hanno spinto Abe a tentare la mediazione. Ha chiesto il via libera all’amico e compagno di partite di golf Donald e l’ha ottenuta. Abe, 64 anni, è il primo premier giapponese nella Repubblica islamica ma questo non è il suo primo viaggio a Teheran. Nel 1983, quando aveva 28 anni, accompagnò il padre Shintaro Abe, allora ministro degli Esteri, come suo segretario. Anche quella era una missione impossibile. Infuriava la guerra fra Iran e Iraq e il Giappone cercò di fermarla anche per mettere in sicurezza il traffico petrolifero nel Golfo. Allora gli attacchi alle navi erano continui e per Tokyo il rischio di rimanere a secco altissimo. Ancora oggi si procura dal Golfo il 90 per cento dei tre milioni di barili di greggio che importa ogni giorno. Su richiesta di Trump ha smesso di acquistare petrolio dall’Iran. Abe può contare su sauditi, emiratini e iracheni per compensare ma una guerra sarebbe un disastro.
Ottima accoglienza
Gli iraniani lo sanno e hanno presentato la visita, cominciata ieri, con la massima enfasi. I media hanno sottolineato come Abe, dopo avere incontrato ieri sera il presidente Hassan Rohani, vedrà oggi anche la guida suprema Ali Khamenei. I leader della Repubblica islamica gli chiederanno «di premere sull’America perché allenti le sanzioni», hanno anticipato analisti vicino al governo di Teheran. Rohani e Khamenei sperano che vengano ripristinare le «esenzioni» che fino a maggio consentiva a otto Paesi di importare greggio iraniano. «Il Giappone ci può aiutare a ridurre le sanzioni, è un ottimo mediatore stimato da tutte e due la parti», hanno sottolineato. I rapporti con Tokyo sono solidi. Quest’anno i due Paesi celebrano novant’anni di relazioni diplomatiche e anche nei momenti di massimo scontro fra l’Iran e l’Occidente non si sono mai interrotte.
Le esportazioni di greggio
A Teheran sottolineano come nel 1953, durante il blocco imposto dalla Gran Bretagna dopo la nazionalizzazione del settore petrolifero decisa dal premier Mohammed Mossadeq, il Giappone continuò a importare greggio, senza preoccuparsi delle reazioni britanniche e americane. Abe è pronto a smarcarsi da Trump anche su un altro punto, l’accordo nucleare. L’unico Paese ad aver subito un bombardamento atomico nella storia è sensibilissimo alla proliferazione. Anzi Tokyo vorrebbe replicare l’intesa con la Corea del Nord, in modo da toglierle le sue testate atomiche. Quindi premerà e prometterà per convincere Teheran a non lasciare l’intesa e a non lanciarsi nella costruzione della bomba.
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