Riprendiamo da ITALIA OGGI del 12/06/2019, a pag.28 la breve "Per i vini friulani rotta su Israele".
Vini friulani alla conquista del mercato israeliano. L'azienda Pighin porta i propri vini in Israele attraverso il canale horeca. «Siamo orgogliosi di essere stati scelti da un'importante società di importazione e distribuzione leader del mercato israeliano e siamo desiderosi di cogliere tutte le interessanti e concrete opportunità commerciali, che questo paese può offrire», commenta Roberto Pighin titolare dell'azienda che ha sede a Risano, frazione di Pavia di Udine (Ud). Negli ultimi 30 anni il vino in Israele ha smesso di avere una connotazione quasi esclusivamente legata all'ambito religioso. E oggi il comparto vino rappresenta una realtà dinamica in espansione: oggi si contano circa 300 aziende con vigneti che coprono circa 6 mila ettari e una produzione di 336 mila ettolitri all'anno.
Di cui il 15% destinato all'esportazione. Per poter esportare in Israele non è obbligatorio avere la certificazione kasher, anche se l'85% del vino venduto e consumato in Israele e tutta la produzione nazionale sono kasher (dalla vendemmia all'imbottigliamento). Pighin, che non ha la certificazione, punterà al mercato della ristorazione con i suoi Pinot Grigio, Friulano, Sauvignon e Chardonnay; vini che nascono nella zona di Risano nelle Grave e in quella di Capriva nel Collio. L'obiettivo è provare a differenziarsi rispetto all'offerta interna che viene prodotta in Galilea, Samaria, nella regione di Samson, sulle Colline della Giudea e nel deserto del Negev, dove si coltivano prevalentemente uve Cabernet, Carignan e Merlot, che coprono il 50% della produzione.
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