Dalla prefazione alla nuova edizione di Eurabia di Bat Ye'or (Lindau ed.), riprendiamo il seguente testo.
A destra: la copertina
Pubblicato in italiano nel 2006, Eurabia analizzava gli inizi e gli strumenti della politica araba della Ue. [...] A una quarantina d'anni dalla concezione di Eurabia (1964.1967?), dalla sua elaborazione (1971-1973), dalla sua attuazione e dalla sua istituzionalizzazione politica, economica e culturale (1973-1980), nel 2019 cosa rimane dei sogni di superpotenza globale di questo nuovo continente, concepito dalla fusione dell'Europa con il mondo arabo-musulmano? Ricordiamo che Eurabia designò un'ideologia, una strategia e una politica costruite sul mito arabo andaluso di un'epoca d'oro dell'umanità. [...] E questa la sfida di Eurabia: fare dell'Europa unificata e senza confini, riconciliata con il mondo arabo, una superpotenza in grado di controllare il Mediterraneo e tenere a bada l'America e il blocco sovietico. [...] Gli obiettivi per accedere al ruolo di superpotenza euroislamica e mediterranea sono mimetizzati in ideologie umanitarie e pacifiste: multilateralismo, multiculturalismo, relativismo dei valori. L'immigrazione musulmana a porte aperte diventa lo strumento per ravvicinare Europa e paesi islamici e per favorire la fusione delle due sponde. Alcuni la consideravano il mezzo per sopprimere l'eredità giudaico cristiana e gli stretti nazionalismi territoriali. [...] Parallelamente a questa costruzione europea, la re-islamizzazione era all'opera nei paesi arabi. Re-islamizzazione che eliminerà l'influenza occidentale, promuovendo jihad e ostilità nei confronti delle minoranze cristiane.
[...] La costruzione dell'Europa, come desiderato dai leader della Ue, doveva accogliere una grande immigrazione musulmana. Questo legame mirava a unire indissolubilmente l'Europa all'Africa; avrebbe garantito i grandi mercati ed eliminato gli ostacoli dei nazionalismi locali all'unificazione dell'Europa e alla mescolanza. La strategia della fusione delle due sponde del Mediterraneo e la riconciliazione cristiano islamica hanno determinato le linee principali della politica interna della Ue: [...] apertura indiscriminata all'immigrazione proveniente dai paesi arabi o dall'ex Commonwealth britannico; indebolimento dello stato nazionale e dei nazionalismi locali europei; modifiche dei programmi scolastici per renderli compatibili con l'islam; diffusione del dogma della superiorità della civiltà islamica e della colpevolezza occidentale, diffamazione del sionismo; lotta all'islamofobia. [...] Oggi nella fortezza europea, murata nel diniego, si stanno aprendo delle crepe. La politica di immigrazione ha frammentato l'Europa e alimentato una guerra di popoli contro le élite al potere. Nonostante la censura, i social network anti-immigrazione, talvolta anti-sionisti, diffondono informazioni su argomenti tabù come la persecuzione dei cristiani nei paesi islamici. [...] Impoveriti dal finanziamento di una massiccia immigrazione e dalla globalizzazione, vittime di un terrorismo interno, privati del diritto fondamentale alla sicurezza, tormentati dal jihad giudiziario, cacciati dalle loro periferie, messi di fronte alla distorsione dell'istruzione pubblica, alla perdita dell'identità nazionale e culturale, gli europei si sollevano contro l'autoritarismo dei loro stessi governi e la burocrazia globalista di Bruxelles.
[...] Di fronte a una situazione che minaccia di cancellare definitivamente una politica vecchia di cinquant'anni, la Ue si sta affrettando, ancor prima della promulgazione da parte delle Nazioni unite, ad attuare le raccomandazioni del Global compact on migration (Pmt), il Patto globale sulle migrazioni, incoraggiando l'arrivo ininterrotto di migranti africani nel 2017-18. Questo Global compact per una migrazione sicura, ordinata e regolare è una convenzione creata dalle Nazioni unite e adottata il 19 dicembre 2018 dall'Assemblea generale delle Nazioni unite. Questo Patto contribuisce all'istituzione di una governance globale e calpesta i diritti sovrani di popoli e nazioni. Aumenta il disordine della globalizzazione legalizzando il diritto delle popolazioni straniere di scegliere dove immigrare e di godere di pari diritti sociali ed economici con le popolazioni ospitanti. Il Patto si basa su un'ideologia globalista, che concepisce lo spazio del pianeta non come un insieme di paesi separati da confini e caratteristiche nazionali che li differenziano, ma come regioni territoriali popolate da comunità. La parola «nazione» non appare una sola volta in questo testo di 41 pagine piuttosto ripetitivo. Eppure le nazioni esistono indipendentemente dalla volontà di cancellarle, dal momento che questo testo è indirizzato ai capi di stato. Questo patto assomiglia a una fotografia presa da un livello sovraterrestre, che cancella le realtà presenti sul terreno. In questa visione globalista, il testo sostiene che le migrazioni, indipendentemente dalla loro origine e natura, sono sempre benefiche e piacevoli in quanto fattori di prosperità e innovazione, il che va contro la verità storica. Questo carattere felice, che viene loro attribuito, deriva dal fatto che sono gli strumenti della globalizzazione, di cui sono parte integrante. [...] II termine «migrazione» rappresenta qui fenomeni che un tempo si chiamavano «invasione», perché non si riferisce a una migrazione individuale e numericamente debole, ma di masse di persone che lasciano i loro luoghi di origine per andare insieme in altre regioni. Queste migrazioni sono presentate come un fenomeno ineludibile, che nulla può impedire. Essendo inesorabili, devono essere regolate, ordinate e sicure. [...] Il testo è farraginoso e dettagliato, ripetitivo. Tuttavia, è importante sottolineare che questo progetto, che comprende una raccolta di dati sulle popolazioni del mondo, sulle regioni di partenza e su quelle di arrivo, richiederà la creazione di una gigantesca burocrazia addestrata per questo lavoro e un finanziamento colossale. [...] In realtà, questo Patto per la migrazione è un assegno in bianco dato a un jihad pacifico, sicuro, ordinato e regolare, sponsorizzato da un califfato mondiale. Alcuni paesi occidentali si sono rifiutati di firmarlo, altri si sono affrettati ad aderirvi. Questo pacifico jihad migratorio è organizzato con la collaborazione di leader europei. Il Consiglio europeo lo sostiene finanziando una campagna di disinformazione per dimostrare che le radici dell'Europa si trovano nel Corano. Oggi è difficile prevedere il futuro dell'Europa. Perché è nella lotta contro l'importazione della dhimmitudine da parte delle élite europee che le libertà democratiche saranno difese.
Bat Ye'or