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La Stampa Rassegna Stampa
09.06.2019 Il 'Piano di pace' americano non piace agli arabi: è ovvio, non prevede la scomparsa di Israele
Cronaca di Paolo Mastrolilli

Testata: La Stampa
Data: 09 giugno 2019
Pagina: 16
Autore: Paolo Mastrolilli
Titolo: «Gli Usa: 'Possibili annessioni israeliane della West Bank'»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 09/06/2019, a pag.16, con il titolo "Gli Usa: "Possibili annessioni israeliane della West Bank" la cronaca di Paolo Mastrolilli

a destra:
Ecco i veri responsabili del conflitto con Israele

La posizione dell'Autorità palestinese è comprensibile, il piano di pace americano propone una soluzione al conflitto che va contro il progetto palestinista: la scomparsa di Israele, con la sostituzione di uno stato arabo.
Il che conferma ciò che da sempre si sa: Israele si trova a dover combattere contro un nemico mortale, purtroppo appoggiato da coloro che condividono  l'odio per gli ebrei, in diaspora e in Israele. La lezione della Storia è stata appresa e non verrà dimenticata. Lo ricordino i militanti del BDS, non importa sotto quale travestimento si presentino

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                                              Paolo Mastrolilli

Sotto certe circostanze, io penso che Israele abbia il diritto di annettere parte della Cisgiordania, anche se probabilmente non tutta». A dirlo è stato l’ambasciatore americano nello Stato ebraico, David Friedman, durante un’intervista con il New York Times. Prima delle elezioni del 9 aprile scorso, il premier Netanyahu aveva promesso di cominciare l’annessione di parte dei Territori occupati dopo la guerra del 1967. Friedman ha commentato così questa ipotesi: «Noi non abbiamo davvero una visione, fino a quando non capiremo quanto, in quali termini, perché ha senso farlo, perché è una cosa buona per Israele, perché è buona per la regione, perché non crea più problemi di quanti ne risolva. Queste sono tutte cose che vorremmo capire, e non voglio pregiudicare». Poi ha aggiunto: «Certamente Israele ha il diritto di conservare alcune porzioni della Cisgiordania».
Il piano di pace
Prima di diventare ambasciatore, Friedman era l’avvocato di Trump che si occupava principalmente delle sue procedure nei casi di bancarotta, e aveva sostenuto con aiuti economici gli insediamenti nei Territori occupati. Parlando con il Times, ha accusato la leadership palestinese di boicottare la conferenza in programma alla fine di giugno in Bahrain, allo scopo di raccogliere finanziamenti.
Questa sarebbe la prima fase del piano di pace elaborato dal genero del presidente, Jared Kushner, a cui poi seguirebbe la fase politica, che però potrebbe essere ora rimandata a dopo le nuove elezioni israeliane.
«È ingiusto - ha detto Friedman - il modo in cui i palestinesi l’hanno descritta, ossia una tangente, o il tentativo di comprare le loro aspirazioni nazionali. Lo scopo invece è dare vita alle loro aspirazioni, creando un’economia sostenibile».
L’ambasciatore ha detto che la responsabilità dell’assenza di un accordo ricade soprattutto sui palestinesi, che in passato hanno rifiutato offerte molto generose.
Alla domanda se è vero che il piano di pace non prevede la creazione di due Stati, ha risposto così: «Cosa è uno Stato? Ci sono truppe americane in Germania e Giappone, ciò non è antitetico alla pace». Il negoziatore palestinese Saeb Erekat ha replicato con questo commento: «La loro visione è l’annessione di territori occupati, un crimine di guerra secondo la legge internazionale». Quindi, ha aggiunto che tale politica marcherebbe «la complicità degli Stati Uniti con i piani coloniali di Israele»

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