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Zvi Mazel/Michelle Mazel
Diplomazia/Europa e medioriente
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Il fanatismo religioso è in Israele o nei Paesi vicini? 07/06/2019

Il fanatismo religioso è in Israele o nei Paesi vicini?
Commento di Michelle Mazel

(Traduzione di Yehudit Weisz)

https://benillouche.blogspot.com/2019/06/fanatisme-religieux-en-israel-ou-chez.html#more

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Hebron

Martedì scorso, 4 giugno, una parte del mondo musulmano ha celebrato con gioia Eid el Fitr che segna la fine del mese di Ramadan. Per l'altra parte, la festa sarebbe iniziata il giorno dopo. Era con questo gruppo che l'Autorità Palestinese si era schierato perché il Comitato palestinese della Fatwa non aveva visto la luna nuova. A Hebron, la più grande città della Cisgiordania, la polizia dell'Autorità Palestinese ha fatto irruzione nella moschea di Al Abrar, dove i membri del partito Hizb ut Tahrir, “Partito di liberazione”, si erano riuniti malgrado tutto per festeggiare la fine del digiuno. Furono espulsi con la forza mentre molti di loro furono picchiati e gettati in prigione. Per il portavoce del partito, Ibrahim al Tamimi, "La polizia palestinese ha commesso un crimine contro decine di fedeli. Noi non abbiamo violato alcuna legge e la nostra decisione di porre fine al digiuno del Ramadan era legittima”. Questo episodio, che ovviamente non ha trovato eco in Occidente, è comunque più di una notizia di cronaca. Dimostra ancora una volta quanto l'Autorità palestinese sia asservita alla religione.

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Ricordiamoci come Abu Mazen aveva espresso indignazione per i fedeli ebrei che“vengono a profanare con i loro piedi sporchi la sacra spianata delle moschee”. Ma, si dirà, non è così anche in Israele, dove gli estremisti religiosi fanno valere la propria autorevolezza? Non stiamo parlando proprio in questi giorni di sostituire la legge degli uomini con quella della Torah? Le Figaro riporta correttamente che "il deputato israeliano Bezalel Smotrich, leader di una formazione religiosa nazionalista, che ambisce alla carica di ministro della Giustizia, lunedì ha affermato che il Paese dovrebbe essere governato dalla legge ebraica, come ai tempi della Bibbia" . Solo che questo ministero della giustizia, lui non l'ha ottenuto. Benyamin Netanyahu ha scelto un membro della comunità LGBT, o senza mezzi termini, qualcuno che accetta tranquillamente la propria omosessualità. Amir Ohana è stato per lungo tempo il portavoce di una comunità di cui difende i diritti alla Knesset. Il matrimonio con il suo compagno, contratto all'estero, è riconosciuto in Israele, così come sono riconosciuti i due figli della coppia, nati da una madre surrogata. E oggi a Gerusalemme la comunità LGBT organizza la sua grande marcia annuale attraverso le strade pavesate con le loro bandiere arcobaleno, sotto un governo comunque di destra e basato su una coalizione con partiti religiosi. In fondo, cosa c’é di più naturale in questo secolo di diritti umani, diranno alcuni, dimenticando che il matrimonio omosessuale è tutt'altro che universalmente accettato e che la religione ebraica considera l'omosessualità come una trasgressione punibile con la pena di morte. : " Tu non giacerai con un uomo come si fa con una donna. È un abominio "( Levitico 18). Se la legislazione israeliana ignora questo divieto, ciò non avviene nei Paesi dell'Islam dove gli omosessuali sono tuttora soggetti a pene severe, che vanno dall'incarcerazione alla morte per lapidazione. È noto che l'Iran ha giustiziato diversi omosessuali in passato.

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Michelle Mazel scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron".


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