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La Stampa Rassegna Stampa
04.06.2019 Donald Trump a Londra
Cronaca di Paolo Mastrolilli, un titolo di Repubblica che definisce 'bullo' il Presidente americano

Testata: La Stampa
Data: 04 giugno 2019
Pagina: 8
Autore: Paolo Mastrolilli
Titolo: «Trump vede la Regina e litiga con Khan»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 04/06/2019, a pag. 8 con il titolo "Trump vede la Regina e litiga con Khan", la cronaca di Paolo Mastrolilli.

A destra: Donald Trump con la regina Elisabetta

La REPUBBLICA, a pag. 13, titola "Gaffe e sorrisi, Trump il bullo alla conquista di Londra". In questo modo il quotidiano diretto da Carlo Verdelli continua la demonizzazione del Presidente degli Stati Uniti, definito addirittura "bullo", una gara con Giuliano Ferrara a chi lo insulta di più. Attaccato anche per avere risposto al sindaco di Londra che l'aveva definito " il massimo esempio di minaccia da parte dell'estrema destra nel mondo", questo sì un gravissimo insulto, a cui Trump aveva risposto fin troppo educatamente " lei è un perdente". In fatto di sindaci Londra può vantarne una sfilza, uno peggiore dell'altro. Per fortuna la regina Elisabetta -93 anni- l'ha ricevuto come spetta a un capo di stato.

Ecco l'articolo: 

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Paolo Mastrolilli

 

Donald Trump è ancora a bordo dell’Air Force One, quando inizia a scuotere il Regno Unito già agitato dalle divisioni sulla Brexit, attaccando il sindaco di Londra Sadiq Khan: «É un povero perdente, sta facendo un pessimo lavoro. Mi ricorda un po’ il nostro stupido e incompetente sindaco di New York, de Blasio, tranne il fatto che è alto la metà». Come saluto introduttivo non c’è male, e il capo della Casa Bianca lo fa seguire da una protesta verbale contro Khan, consegnata al ministro degli Esteri Jeremy Hunt mentre lo accoglie sotto alla scala dell’aereo. Poi si avvia verso Buckingham Palace, dove lo attende la regina Elisabetta per la cerimonia di benvenuto. Gli esperti di formalità reali fanno notare che la visita di stato comprende atti di grande rispetto, come i 41 colpi di cannone per salutare l’arrivo del presidente, ma non c’è la processione in carrozza che Trump avrebbe tanto voluto, e soprattutto manca l’ospitalità per la notte nel palazzo. La scusa ufficiale è che sono in corso lavori di ristrutturazione, ma a nessuno sfugge che un letto per Bush e per Obama era stato trovato.

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Sadiq Khan

Il protocollo ci ha chiesto di partire alle nove del mattino, per schierarci con tre ore di anticipo nel giardino occidentale di Buckingham Palace. Quando l’elicottero Marine One atterra sul prato all’inglese, diventa l’emblema della forza americana, sovrapposta all’eleganza dell’ex potenza coloniale. Trump scende indossando un vestito blu con cravatta azzurra, mentre la First Lady Melania sfoggia un abito bianco di Dolce & Gabbana che tutti interpretano come un omaggio alla principessa Diana. Forse per far dimenticare la nuova principessa americana Meghan, che ha preso la scusa del parto recente per disertare il banchetto in onore di un capo della Casa Bianca mai digerito. Elisabetta però sorride, in un soprabito che dicono essere di colore «verde menta», perché lo scopo dell’intera visita è salvare il «rapporto speciale» tra Londra e Washington, non comprometterlo.
Quindi il principe Carlo accompagna Donald, mentre passa in rassegna la Guardia d’onore composta dalla Nijmegen Company delle Grenadier Guards. Fuori dal palazzo sono già cominciate le proteste, antipasto di quanto accadrà oggi sullo sfondo dell’incontro con il primo ministro uscente Theresa May, quando circa 250.000 persone sono attese in strada, con l’ormai tradizionale pallone gonfiato che rappresenta Trump col pannolino di un bambino capriccioso. Il leader laburista Corbyn arringherà la folla ostile, dopo aver rifiutato anche lui l’invito al banchetto.
Trump però continua ad essere l’oggetto delle cortesie reali, con una visita alla collezione di arte e regali, inclusi quelli fatti da lui che a prima vista non riconosce, e alla Westminster Abbey. La regina gli regala un’edizione speciale del libro di Winston Churchill intitolato «La Seconda Guerra Mondiale», che non si capisce se sia un auspicio o un monito, mentre il tè pomeridiano lo ospitano alla Clarence House Carlo e Camilla.
Terminate queste gentilezze, e in attesa del banchetto , Trump non resiste alla tentazione di twittare la sua ammirazione per la casa reale – «sono fantastici» – aggiungendo l’ennesima intromissione nella politica britannica: «Un grande accordo commerciale è possibile, appena il Regno Unito si sarà liberato dalle sue catene», ossia la Ue. Un analista con lunga esperienza a Downing Street spiega che il punto è proprio questo: «I media britannici lo definiscono un presidente dirompente, a metà fra il fenomeno di colore e la stanchezza per i suoi eccessi, ma così mancano completamente il significato della strategia. Trump vuole disgregare l’Unione europea e ridisegnare l’alleanza con la Gran Bretagna. Non è detto però che la sua visione corrisponda ai nostri interessi nazionali».
Il presidente ha detto che Londra dovrebbe abbandonare Bruxelles senza un accordo, e ha appoggiato come nuovo premier Boris Johnson, che punta proprio al «no deal». Lo incontrerà, probabilmente oggi a margine della cena organizzata dall’ambasciatore americano, insieme a Nigel Farage, che avrebbe voluto al banchetto di Buckingham Palace: «Ma una volta che saremo fuori dalla Ue, e firmeremo l’accordo commerciale voluto da Trump, non diventeremo solo un paese sussidiario degli Usa? Sapete come chiama in privato il premier Trudeau? Il “governatore del Canada”. Siamo sicuri che il nostro premier avrà poi un trattamento migliore?» Temi che ha sollevato anche la Regina durante il brindisi al banchetto: «Dopo la guerra abbiamo costruito un sistema fra nazioni che ha contribuito alla pace, dobbiamo preservarlo».

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