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Informazione Corretta Rassegna Stampa
01.06.2019 Vignette piene di odio contro Israele sui media più diffusi
Analisi di Manfred Gerstenfeld

Testata: Informazione Corretta
Data: 01 giugno 2019
Pagina: 1
Autore: Manfred Gerstenfeld
Titolo: «Vignette piene di odio contro Israele sui media più diffusi»

Vignette piene di odio contro Israele sui media più diffusi 
Analisi di Manfred Gerstenfeld

(Traduzione di Angelo Pezzana)

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Dal New York Times

 I media stranieri che incitano frequentemente contro Israele sono spesso inclini a pubblicare caricature antisemite.
Un recente fumetto antisemita sul New York Times ne è un esempio calzante.
Il 25 aprile scorso l' edizione internazionale del quotidiano ha disumanizzato il primo ministro israeliano Binyamin Netanyahu disegnandolo come un cane in una vignetta. Descrivere gli ebrei come animali è un classico dell’ antisemitismo. L'amministrazione del giornale ne ha attribuito la responsabilità a un redattore, anche se avrebbe dovuto essere coinvolta la linea e le scelte culturali del New York Times.
Ci sono molti media importanti in molti paesi che hanno spesso incitato contro Israele pubblicando caricature antisemite.
Nel 2003, il quotidiano britannico The Independent ha pubblicato una caricatura di Dave Brown che ritrae il primo ministro israeliano Ariel Sharon come un mangiatore di bambini, una nuova mutazione della diffamazione del sangue del tempo medioevale.
Anche dopo aver ricevuto numerose proteste, la Press Complaints Commission (PCC) nel Regno Unito ha deciso che la vignetta non aveva violato il proprio codice etico. Non solo, ha anche vinto il premio "Political Cartoon of the Year" della Political Cartoon Society per il 2003. Questo premio è stato consegnato dall'ex ministro del governo laburista, Clare Short, nella sede londinese del prestigioso settimanale The Economist. L'ambasciatore israeliano nel Regno Unito, Zvi Shtauber, chiese all'editore ebreo dell’ Independent, Simon Kelner, se il giornale aveva mai pubblicato una caricatura di un personaggio pubblico. Kelner ha dovuto nella sua ricerca andare indietro di diciotto anni per trovarne una simile.
Verso la metà del decennio precedente, il politico ebreo Michael Howard era il leader del partito conservatore britannico. Nell'aprile 2005, The Guardian, ha pubblicato una caricatura che mostrava Howard con denti da vampiro, uno dei quali stava gocciolando sangue e con in mano un bicchiere pieno anch’esso di sangue. La didascalia diceva: "Stai bevendo quello che beviamo? Vota conservatore ". Successivamente Bell ha disegnato sul Guardian nuovamente Howard con i denti da vampiro.
Il principale esperto mondiale di vignette antisemite, il belga Joël Kotek, ha detto che soprattutto gli ebrei sono rappresentati nelle caricature come vampiri .
Il quotidiano liberale tedesco "progressista", Süddeutsche Zeitung (SZ), è uno dei giornali di "qualità" più letti in Germania. Il 15 maggio 2018, pubblicò una vignetta che raffigurava il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, come vincitore dell'Eurovisione – vinto invece dall’israeliana, Netta Barzilai- che celebra la vittoria mentre tiene in mano un missile con una stella di David.
Il fumettista ha disegnato il leader israeliano con naso, orecchie e labbra enormi, classici stereotipi antisemiti.
Dopo molte reazioni negative, la SZ si è scusata qualche giorno dopo affermando che era stato un errore averlo pubblicato. In realtà la linea anti Israele di questo quotidiano ha una lunga storia. Nel 2013, la SZ ha pubblicato una caricatura di un mostro con due corna sul punto di mangiare. La didascalia diceva: "La Germania rifornisce armi da decenni a Israele, in parte senza alcun pagamento".
Nel 2014, un' altra vignetta antisemita è apparsa sulla SZ.
Burkhard Mohr ha disegnato l'imprenditore ebreo di Facebook, Mark Zuckerberg, come un polipo che con i suoi tentacoli controlla i social media, disegnandolo con un naso lungo e labbra carnose, ancora una volta tipici stereotipi antisemiti.
Kotek ha sottolineato che mostrare l' ebreo come un polipo è anch’esso un motivo che appare spesso nelle vignette antisemite.
Nel 2008, il quotidiano italiano comunista, Il Manifesto, ha ritratto la giornalista ebrea Fiamma Nirenstein, con la didascalia "i nostri candidati elettorali: Fiamma Frankenstein". Era candidata del Partito Forza Italia nelle elezioni parlamentari italiane. Il vignettista Vauro la disegnò con un lungo naso che toccava la bocca, con in mano un logo della campagna elettorale,con sopra uno Stella di Davide e le insegne fasciste.
L'Anti-Defamation League (ADL) ha definito la vignetta "indiscutibilmente antisemita". Gli editori del giornale si sono rifiutati di scusarsi.
Il quotidiano svedese Dagens Nyheter ha pubblicato una caricatura di Netanyahu con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. I due sono accompagnati da un ebreo ortodosso, un membro del Klu Klux Klan e una pistola con allegata la bandiera israeliana. La didascalia era "Finalmente".
Ilgiornale inizialmente ha difeso la caricatura. Il responsabile della pagina  ha twittato che pubblicare la vignetta è stato un errore, ma allo stesso tempo ha negato che fosse antisemita.
Sul quotidiano di sinistra olandese, Volkskrant, il vignettista Jos Colignon ha pubblicato per anni diverse vignette antisemite. Nel 2018, in occasione del settantesimo compleanno di Israele, disegnò una caricatura di un soldato israeliano con una Stella di Davide mentre sparava a un bambino palestinese contro un muro, proiettili che auguravano "Buon compleanno".
Nel 2013, Volkskrant pubblicò una vignetta di Colignon in due parti. In quella a destra mostrava il dittatore nordcoreano con la didascalia "La bomba atomica nelle maniche, la bomba atomica nelle tasche". Sulla sinistra c'era un ebreo ultra-ortodosso vestito di nero e con un cappello nero con un grande naso e accanto a lui la scritta scritta "Israele". Aveva bombe in tasca e la didascalia: "Niente nelle maniche, niente nelle tasche. "
Nel 2012, Colignon ha disegnato su Volkskrant il politico di destra olandese Geert Wilders, leader del Partito della libertà. Una mano seminascosta gli mette nella tasca dei soldi. Wilders dice in ebraico: "Grazie e non preoccuparti". La vignetta suggerisce che l'ebraismo internazionale finanzia questo politico.
Il paese in cui le caricature antisemite contro Israele sono frequenti e hanno una storia in corso è la Norvegia.
Le ha analizzate  Erez Uriely. I tre principali giornali nazionali sono tutti anti-israeliani. Qui possiamo citare solo una piccola selezione delle vignette piene di odio. Nel giornale più diffuso, Verdens Gang, il vignettista Morton M. Kristiansen ha ritratto gli ebrei di Israele come parassiti che rubano terra agli arabi e vogliono persino ogni granello di sabbia.
Nel 2002, il secondo quotidiano nazionale più diffuso, Affenposten, ha pubblicato una vignetta di Inge Grodum. Mostrava una Stella di Davide - anziché una stella normale - su Betlemme con tre uomini che cavalcavano dei cammelli, ovvero i tre saggi che hanno previsto la nascita di Gesù. Il disegno insinua che Israele ha trasformato Betlemme in una città ebraica, mentre è invece sotto il governo dell'Autorità palestinese, dove la maggior parte della città è diventata musulmana anziché cristiana. Inoltre non ci sono ebrei che vivono a Betlemme. I
n un’ altra caricatura -nello stesso giornale- dello stesso artista, nello stesso anno, i carri armati israeliani sparano alla Stella di Betlemme.
Il terzo quotidiano per diffusione, Dagbladet, ha pubblicato diverse vignette antisemite di Finn Graff. Due di queste mostrano Sharon e Olmert come nazisti.
L'ex segretario generale del partito laburista norvegese, Haakon Lie, ha scritto nella sua autobiografia: "Il partito laburista ha condotto seri attacchi contro Israele. Ha usato caricature di Finn Graff che evocavano le illustrazioni antisemite di Der Stürmer ai tempi di Hitler e The Crocodile a Mosca." Nondimeno, il re norvegese Harald V ha concesso a questo disegnatore di vignette antisemite l'Ordine di Sant'Olav, la più alta onorificenza del paese.

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Manfred Gerstenfeld è stato insignito del “Lifetime Achievement Award” dal Journal for the Study of Antisemitism, e dall’ International Leadership Award dal Simon Wiesenthal Center. Ha diretto per 12 anni il Jerusalem Center for Public Affairs.
Le sue analisi escono in italiano in esclusiva su IC

Questo articolo è una versione molto più completa di una precedente pubblicata su Algemeiner


takinut3@gmail.com

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