'Bugiarda', il libro di Ayelet Gundar-Goshen Recensione di Alessandro Zaccuri
Testata: Avvenire Data: 31 maggio 2019 Pagina: 12 Autore: Alessandro Zaccuri Titolo: «La verità al contrario dei ragazzi di Israele»
Riprendiamo da AVVENIRE di oggi, 31/05/2019 a pag. 12, con il titolo "La verità al contrario dei ragazzi di Israele", la recensione di Alessandro Zaccuri.
Alessandro Zaccuri
Copertina (Giuntina ed.) e autrice (Ayelet Gundar-Goshen)
All'inizio è una mezza verità, ma basta poco per trasformarla in una menzogna tutta intera Come sia andata esattamente, ormai, non riuscirebbe a spiegarlo neppure Nufar, che è poi la Bugiarda attorno alla quale Ayelet Gundar-Goshen costruisce il suo nuovo romanzo, tradotto da Raffaella Scardi per Giuntina. E una storia di oggi, come sono sempre quelle raccontate da questa autrice nata nel 1982 e giustamente considerata una delle voci più originali dell'attuale letteratura israeliana. Psicologa clinica oltre che scrittrice e sceneggiatrice, Ayelet Gundar-Goshen si conferma anche in questo caso abilissima nell'allestire una trama che è anzitutto intreccio dei diversi punti di vista. Nessuno è del tutto colpevole, verrebbe da dire. Il che equivale ad ammettere che nessuno può considerarsi davvero innocente. Si tratta dello stesso dispositivo - narrativo e psicologico, appunto, ma non privo di ben riposte ambizioni di analisi sociale - che caratterizzava i precedenti libri dell'autrice, tra i quali spicca per maturità e robustezza Svegliare i leoni, edito sempre da Giuntina un paio di anni fa Certo, allora i riferimenti alla situazione israeliana risultavano più espliciti, anche sul piano politico, ma non per questo si è autorizzati a pensare che Bugiarda sia un apologo adattabile a qualsiasi Paese adeguatamente globalizzato. Un ruolo decisivo è giocato sicuramente dal sistema mediatico, dal quale proviene il presunto aggressore di Nufar (una semicelebrità di nome Avishai Milner, che dopo aver vinto un talent show è rapidamente passato dal successo alla ricerca di riscatto) e dal quale la ragazza stessa viene travolta, fra un'intervista in prima serata e l'improvvisato ruolo di influencer riconosciutole dalla rete. Ma la pervasività delle piattaforme sociali è destinata a rivelarsi decisiva anche nel rapporto che Nufar stringe con Lavi, un coetaneo tanto impacciato quanto appassionato, che per esperienza familiare ha sviluppato una discreta abilità nel riconoscere le menzogne. Fin qui, in apparenza, Bugiarda potrebbe essere ambientato ovunque. Ma la questione della verità tradita o taciuta non riguarda solo le giovani generazioni. Risale a ritroso nel tempo, entra nelle pieghe della memoria collettiva. L'atto di eroismo per cui il nonno di Nufar si è meritato un posto nei libri di storia, per esempio, corrisponde alla realtà oppure ne rappresenta un'utile rielaborazione? E a quale persecuzione è effettivamente sopravvissuta la donna anziana, gentile e saggia che la protagonista sceglie come propria confidente dopo averne ammirato la testimonianza durante un viaggio ad Auschwitz? Come d'abitudine, Ayelet Gundar-Goshen si trattiene dal formulare giudizi, preferendo fornire al lettore gli elementi necessari per risolvere i molteplici dilemmi morali che il romanzo solleva. Non c'è dubbio, però, che Bugiarda guardi con particolare simpatia all'universo inquieto e luminoso dell'adolescenza, l'età stregata in cui tutto sembra sul punto di essere perduto e invece, a Dio piacendo, tutto deve ancora incominciare.
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