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La Stampa Rassegna Stampa
31.05.2019 Russia in crisi, povertà sempre più diffusa, ma nessuno lo scrive
Commento di Giuseppe Agliastro

Testata: La Stampa
Data: 31 maggio 2019
Pagina: 17
Autore: Giuseppe Agliastro
Titolo: «Ma la Russia è piegata dalla povertà: 'Lo stipendio basta solo per il cibo'»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 31/05/2019 a pag. 17 con il titolo "Ma la Russia è piegata dalla povertà: 'Lo stipendio basta solo per il cibo' " il commento di Giuseppe Agliastro.

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Giuseppe Agliastro

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Le difficoltà economiche stanno mettendo a dura prova la Russia di Putin e la popolarità del suo leader. Mosca è sempre più potente sullo scacchiere internazionale, ma sul fronte economico interno appare come un gigante dalle gambe di argilla.
Secondo l’istituto nazionale di statistica Rosstat, quasi una famiglia russa su due (48,2%) può comprare solo cibo e indumenti e non può permettersi spese non strettamente necessarie. Difficile rendersene conto passeggiando per le vie del centro di Mosca, piene di vetrine luccicanti. Ma basta spostarsi in provincia o in periferia per comprendere le sfide che una grossa fetta della popolazione russa è costretta ad affrontare ogni giorno.
A Kuzminki, un quartiere della semiperiferia Sud-orientale di Mosca, uscendo dalla metropolitana si nota subito l’insegna di un negozio: «Abbigliamento femminile. Tutto a 350 rubli». Cinque euro. Prezzi abbordabili e in sintonia con gli stipendi bassi. Artur, per esempio, fa l’operaio e guadagna 35.000 rubli al mese, circa 500 euro. «Ma per affittare il monolocale in cui vivo con mia moglie e i miei due figli ne spendo 22.000. In pratica - spiega - viviamo in quattro con 13.000 rubli al mese». Meno di 200 euro.
La situazione si aggrava per le giovani famiglie e per i pensionati: per queste due categorie la quota di coloro che possono permettersi solo l’indispensabile sale rispettivamente al 59,2 e al 57,9%. Anna ha quasi 80 anni e 37.000 rubli al mese di pensione. Circa 530 euro. «Non mi lamento. La mia pensione - dice - è molto alta. E poi non mi serve molto: il bucato lo faccio ancora a mano, non ho bisogno della lavatrice». A guadagnare relativamente bene è Igor, un tassista sulla cinquantina. «Incasso da 60 a 70.000 rubli al mese (900-1.000 euro) - racconta - ma tutto dipende da quanti clienti ho, per questo sto al volante 12 ore al giorno, anche il sabato e la domenica». Igor però ha scoperto da poco di avere un tumore. «Putin ha aumentato l’età per andare in pensione fino a 65 anni - si lamenta - e io forse manco ci andrò in pensione».

La riforma delle pensioni
L’anno scorso il governo russo ha deciso di aumentare gradualmente l’età pensionabile da 55 a 60 anni per le donne e da 60 a 65 per gli uomini. La riforma è largamente impopolare in Russia, dove la speranza di vita è di 77 anni per le donne, ma di appena 66 per gli uomini. Anche l’immagine di Putin ne è uscita offuscata. La situazione sta lentamente migliorando dopo la batosta dovuta al crollo dei prezzi del petrolio e alle sanzioni per la crisi ucraina. Ma si tratta di un recupero troppo lento. Il 13,2% dei russi vive sotto la soglia di povertà di 12,8 dollari al giorno. Putin ha promesso di dimezzare questa quota entro il 2024, cioè prima di finire l’attuale mandato, ma secondo gli esperti del Brookings Institute il Pil dovrebbe crescere del 4,4% l’anno e non dell’1,5% come adesso.
Il leader russo continua a essere ammirato e osannato: la propaganda diffusa 24 ore su 24 dalla tv coglie perfettamente nel segno e la narrativa putiniana della Russia come grande potenza circondata da nemici spinge la gente a fare quadrato attorno al «comandante in capo». Ma qualcosa sta cambiando.

Cresce il malcontento
Stando a un sondaggio del centro demoscopico statale Vtsiom, il 65,8% dei russi approva l’operato di Putin. Una cifra di tutto rispetto. Ma un anno e mezzo fa a promuovere le azioni di Putin era l’82% della popolazione. Il leader del Cremlino è stato rieletto nel marzo del 2018 con un vero e proprio plebiscito: quasi il 77% dei russi ha votato per lui. Si tratta di risultati gonfiati dai soliti brogli elettorali, ma che comunque rispecchiano la volontà dei russi. Ora però, a poco più di un anno dal trionfo elettorale, Putin è in calo.
Una ricerca ripresa dalla testata online Rbk indica che se si tornasse alle urne adesso solo il 48% dei russi voterebbe per lui. Lo «zar» probabilmente sarebbe rieletto lo stesso, ma dopo un ballottaggio impensabile fino a poco tempo fa.

 

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