Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 31/05/2019, a pag. 9 con il titolo 'Il contratto detta l’agenda e Conte non è in discussione', l'intervista di Martina Cecchi de' Rossi a Manlio Di Stefano.
Manlio Di Stefano è uno dei più scatenati odiatori di Israele in Italia. Continueremo a seguirlo con attenzione, trattandosi di una delle figure rampanti del Movimento 5 stelle, un partito già in partenza schierato contro Israele e la democrazia. Lui è il peggiore.
Ecco l'articolo:
Manlio Di Stefano
Di Maio capo politico del M5s e ministro, nulla cambia anche se dopo le europee, in maggioranza, i rapporti sono ribaltati a favore della Lega. Il Movimento continuerà a chiedere l’applicazione del contratto: «È quello che detta l’agenda», dice Manlio Di Stefano, sottosegretario agli Esteri, e il mandato al premier Conte «non è in discussione».
Di Maio rimane il capo politico grazie al voto della piattaforma Rousseau. Basta questo per assolverlo dopo la sconfitta alle europee?
«Non c’è nessuna assoluzione da dare. Si vince e si perde tutti insieme e Luigi Di Maio ha svolto un lavoro straordinario».
Come farà a rimanere leader a tempo pieno di un movimento in crisi e ministro in un governo dove si sono invertiti i rapporti di forza?
«Luigi è stato riconfermato da tutto il Movimento 5 Stelle e ai cittadini interessa che un ministro dia risposte ai loro problemi. E Di Maio lo ha fatto con il “decreto Dignità”, con gli investimenti per le imprese innovative, col Reddito di Cittadinanza e continuerà a farlo, dando all’Italia quel salario minimo che la cosiddetta sinistra ha sempre promesso ma mai realizzato».
Se la soluzione è un direttorio a 5 i tempi non saranno troppo lunghi? Avete un mese per capire se il governo tiene, anche rispetto ai richiami Ue sui conti pubblici.
«Abbiamo sempre dimostrato di rialzarci rapidamente dopo i momenti di crisi e lo faremo a maggior ragione adesso. Il M5S non perde mai, o vince o impara».
A breve ci sarà un vertice di Governo. Salvini detta l’agenda. Come farete a reggere?
«È il contratto di governo che detta l’agenda e la volontà di entrambe le forze politiche di proseguire a lavorare. Il Movimento lavorerà per realizzare i tanti punti del contratto di governo che ancora vanno portati a casa nell’interesse di tutti gli italiani».
Conte potrà avere davvero mandato pieno?
«Conte è e resta il miglior presidente del Consiglio che l’Italia abbia avuto da tempo. Il suo mandato non è in discussione».
Ma per il M5s non è meglio il voto? O molti di voi lo temono perché siete a fine secondo mandato?
«Lei sta facendo questa domanda a un parlamentare che si dimezza da anni volontariamente lo stipendio. Così come i miei colleghi. Se fossimo attaccati alle poltrone ci saremmo candidati in un’altro partito e avremmo vissuto di politica. Ci interessa continuare a lavorare, ci interessa cambiarlo davvero questo Paese».
Temete possa essere Salvini a staccare la spina? Non sul caso Rixi dopo le dimissioni del vice ministro, ma magari sull’economia?
«Conte ha accettato le doverose dimissioni di Rixi, condannato per peculato e falso. Come ho già detto, abbiamo solo un obiettivo: portare a casa risultati. Dai cantieri, alle norme per nominare i dirigenti della sanità in modo finalmente meritocratico, al salario minimo».
La Flat tax è sostenibile? Se Salvini insiste sarebbe giusto ci fosse un ministro della Lega all’economia?
«La flat tax è nel contratto e noi, se è fatta in modo equo, siamo d’accordo. Aspettiamo la proposta della Lega in merito».
Alessandro Di Battista potrebbe essere il futuro capo politico del M5S?
«Alessandro è una risorsa fondamentale per il Movimento. Come lui stesso ha detto, anche lui sostiene Luigi come nostro capo politico».
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