Siria: dopo l'offensiva di Assad lo Stato Islamico si rinforza Cronaca di Giordano Stabile
Testata: La Stampa Data: 28 maggio 2019 Pagina: 33 Autore: Giordano Stabile Titolo: «Nuovi spazi per l'Isis a Idlib dopo l'offensiva di Assad»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 28/05/2019, a pag.33 con il titolo "Nuovi spazi per l'Isis a Idlib dopo l'offensiva di Assad", la cronaca di Giordano Stabile.
Ecco l'articolo:
Giordano Stabile
Bashar al Assad con Vladimir Putin
L’offensiva governativa contro i ribelli nella provincia di Idlib apre nuovi spazi all’Isis nel Nord-Ovest della Siria, dove i seguaci del califfo Abu Bakr al-Baghdadi cercano di impiantarsi e devono fronteggiare i rivali jihadisti rimasti vicini ad Al-Qaeda. E’ il paradosso dell’ultima battaglia siriana che dal primo maggio ha visto le forze di Bashar al-Assad avanzare a fatica nella parte meridionale della provincia, difesa dal gruppo Hayat al-Tahrir al-Sham. I combattimenti hanno fatto oltre 700 morti, compresi 230 civili e i raid dell’aviazione siriana e russa hanno spinto 240 mila persone a fuggire verso il confine con la Turchia.
Il caos come alleato In questa situazione caotica le cellule dell’Isis si sono reintrodotte a Idlib. Nei giorni scorsi sono state intercettate e almeno due terroristi, secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, vicino all’opposizione, sono stati uccisi. Ma è chiaro che lo Stato islamico cerca di approfittare dell’indebolimento dei gruppi ribelli, così come dell’esercito, che ha dovuto spostare i migliori reparti al fronte di Idlib. Tre giorni fa i jihadisti hanno teso un agguato ai militari nella zona a Est di Palmira (a 240 chilometri a Nord di Damasco) e ne hanno ucciso almeno sette. Altri attacchi hanno preso di mira invece le Forze democratiche siriane a guida curda nella provincia di Deir ez-Zour. La minaccia nera dell’Isis non ha però fermato l’offensiva del presidente Bashar al-Assad. Ieri i bombardamenti a Sud di Idlib, in particolare sulla cittadina di Maarrat Numan hanno causato almeno sei vittime. Secondo i dati raccolti dall’Onu, gli attacchi hanno spinto 240 mila persone a lasciare le loro case, il peggior esodo dall’offensiva delle scorsa primavera sui sobborghi orientali di Damasco. Ora è Idlib l’obiettivo, l’ultimo capoluogo di provincia ancora controllato dai ribelli. Ieri, con l’appoggio dei raid, le forze governative hanno ripreso la località strategica di Kfar Nabuda, conquistata e poi persa la scorsa settimana in una battaglia sanguinosa, che ha visto numerosi blindati dell’esercito distrutti dai missili anti-tank dei ribelli. Il fronte è difeso dal gruppo del cosiddetto Partito islamico turkmeno, composto in gran parte da jihadisti cinesi della minoranza uigura, e da Hayat al-Tahrir al-Sham, formazione guidata dall’ex comandante di Al-Qaeda Mohammed al-Jolani. Al-Jolani, originario del Golan siriano come dice il nome di battaglia, era stato inviato da Al-Baghdadi nel 2013 in Siria dall’Iraq, con lo scopo di preparare la nascita del califfato, ma è poi entrato in contrato con il leader dell’Isis e ha anche allentato i legami con la stessa Al-Qaeda.
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