Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 27/05/2019, a pag. 28 con il titolo "Riprendono a Oslo i negoziati sul Venezuela", la cronaca di Paolo Mastrolilli.
Se si tratta di sede per negoziati di pace, il nome di Oslo mette i brividi pensando agli accordi del 1993 che di fatto sdoganarono il terrorismo arabo palestinese. Il Venezuela che si oppone al regime liberticida di Maduro - appoggiato dalle peggiori dittature del mondo, dall'Iran alla Russia alla Cina alla Corea del Nord - e di fatto anche dall'Italia pentastellata- non può dormire sonni tranquilli...
Ecco l'articolo:
Paolo Mastrolilli Fino a quando Presidente del Consiglio?
Juan Guaidó
I negoziati di Oslo per il Venezuela riprenderanno questa settimana, alimentando la speranza che sia possibile trovare una soluzione non violenta alla crisi. Lo ha annunciato il governo norvegese, e tanto il regime chavista, quanto l’opposizione, hanno confermato la partecipazione ai colloqui.
Il presidente incaricato Guaidò ha però ribadito che l’obiettivo della trattativa può essere solo la transizione verso nuove elezioni, e non intese che prolunghino la situazione attuale, e ha aggiunto che la comunità internazionale condivide questa linea.
La settimana scorsa Olso ha ospitato i negoziati, a cui hanno partecipato per il governo il ministro dell’Informazione Jorge Rodriguez e il governatore dello stato di Miranda Hector Rodriguez, e per l’opposizione il deputato e secondo vice presidente dell’Assemblea Nazionale Stalin Gonzalez, e i consiglieri Fernando Mottola, Gerardo Blyde e Vicente Diaz. Sabato la ministro degli Esteri norvegese Ine Eriksen Soreide ha annunciato che i colloqui proseguiranno questa settimana, dimostrando quanto meno che le trattative non sono terminate con una rottura completa, e dunque esistono spiragli su cui vale la pena di continuare a lavorare.
La presidenza ad interim ha confermato la partecipazione al negoziato, pubblicando però un comunicato che stabilisce tre paletti molto precisi: «Primo, accettiamo l’invito del governo norvegese per esplorare una possibile uscita, negoziata, dalla dittatura e da questa grave crisi. Secondo, i negoziati devono portarci alla cessazione dell’usurpazione, la transizione e le elezioni libere. Terzo, per evitare l’uso ingannevole di questo processo allo scopo di generare sfiducia, dividerci e alleviare la pressione, informeremo opportunamente dei passi compiuti».
I risultati del passato
Il problema è chiaro. In passato sono avvenute altre trattative, come quella gestita dall’ex premier spagnolo Zapatero, che non hanno portato ad alcun risultato, ma sono state sfruttate dal regime per guadagnare tempo e fiaccare gli oppositori. Guaidò non intende ripetere questo errore, e non vuole dare un segnale di debolezza, accettando il negoziato perché il tentativo di prendere il potere fatto il 30 aprile non è riuscito.
Quindi ha spiegato che sta esplorando responsabilmente tutte le opzioni, ma tratterà solo se l’obiettivo finale sarà determinare la data delle elezioni presidenziali.
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