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Il Giornale - La Stampa - Corriere della Sera Rassegna Stampa
27.05.2019 Germania, la capitolazione di fronte all'antisemitismo rampante: Un invito ai non ebrei, portate tutti per un giorno la kippà
Commenti di Fiamma Nirenstein, Walter Rauhe, Paolo Valentino

Testata:Il Giornale - La Stampa - Corriere della Sera
Autore: Fiamma Nirenstein - Walter Rauhe - Paolo Valentino
Titolo: «Quella strana alleanza che rende l'Europa un inferno anti ebraico - Antisemitismo, Berlino choc: ebrei, non portate la kippah - Berlino, polemica per la kippah»

Riprendiamo oggi, 27/05/2019, dal GIORNALE a pag.18 il commento di Fiamma Nirenstein con il titolo "Quella strana alleanza che rende l'Europa un inferno anti ebraico"; dalla STAMPA a pag. 24, il commento di Walter Rauhe dal titolo "Antisemitismo, Berlino choc: ebrei, non portate la kippah"; dal CORRIERE della SERA, a pag. 29, il commento di Paolo Valentino dal titolo "Berlino, polemica per la kippah".

Per approfondire, ecco il link alla pagina di IC di ieri, 26/05/2019, dove veniva riportata e commentata la notizia:  http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=9&sez=120&id=74754

Ecco gli articoli:

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Il Giornale - Fiamma Nirenstein: "Quella strana alleanza che rende l'Europa un inferno anti ebraico"

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Fiamma Nirenstein

 

E' difficile immaginare qualcosa di più moralmente paradossale della Germania moderna che dice agli ebrei tedeschi di evitare di indossare la Kippà, ovvero di nascondere la loro identità. Invece l'ha detto proprio alla vigilia delle elezioni Europee, seppure a voce bassa il commissario tedesco per l'antisemitismo Felix Klein: nella Germania moderna, e di nuovo meglio evitare di indossare la kippà in pubblico, meglio non farsi riconoscere. E' un invito repugnante per ogni europeo con un minimo di senso storico; un marchio sulle elezioni europee che ieri hanno chiamato alle urne 400 milioni di cittadini. Si discute di strutture politiche, di economia, di sicurezza sociale, di destra e di sinistra, ma brucia una lettera scarlatta: A, come antisemismo. Questo marchio porta con sèla memoria di 6 milioni di trucidati innocenti, fra cui 2 milioni di bambini. La Shoah nazista e fascista doveva aver sigillato in un'urna nera la millenaria persecuzione degli ebrei, e invece ecco che proprio nella Germania, che ha partorito col nazismo il mostro della "soluzione finale",Klein ha detto educatamente: l'antisemitismo sta vincendo "non posso più raccomandare a un ebreo di indossare la sua kippà in qualsiasi tempo e luogo in Germania". E spiega: "questo segue la progressiva brutalizzazione della società tedesca". Il presidente israeliano Reuven Rivlin ha reagito infuriato, "scioccato": è una "capitolazione all'antisemitismo...Non ci assoggetteremo mai... E ci aspettiamo lo stesso dai nostri alleati ..la responsabilità del benessere, della libertà e del diritto al credo dei suoi cittadini è responsabilità del governo". Più diretto Richard Grenell l'ambasciatore americano in Germania ha detto: "indossate la kippa, e (voi non ebrei) prendetene una in prestito e indossatela per i vostri amici ebrei". Idea gentile, non risolve però il problema. Quel che sta succedendo in Germania in realtà sta accadendo in tutto il resto d'Europa. Più del 90 per cento degli ebrei d'Europa hanno dichiarato di aver percepito che il clima si fa caldo, nel 2018 i dati ADL, molto cauti, ufficiali, danno 1800 attacchi fisici, le profanazioni e le svastiche istoriate sono continue, ormai ci sono città che si sono svuotate dagli ebrei (dalla Francia in un paio d'anni se ne sono andati 15mila ebrei e l'esodo prosegue), Corbyn il leader laburista vanta la sua profonda amicizia con Hamas e gli Hezbollah come un plus essenziale nel suo disegno politico cosicché anche l'Inghilterra comincia a svuotarsi, la lista di attacchi mortali è lunga, solo in Francia si va da Ilan Halimi ai tre bambini col padre alla scuola ebraica di Tolosa nel 2012. Nel 2014 i 4 uccisi alla scuola ebraica, i 2015 all'Hyperkasher, e poi le due anziane signore Sara Halimi e Mireille Knoll... Sono tutti assassinii di matrice islamica. Indossare una stella di David o una Kippà è pericoloso ovunque, ma sopratutto nei quartieri mussulmani. Tuttavia, in questo clima, i Gilet Gialli assaltano per strada il filosofo Alain Finkelkraut, i cortei neo nazisti in Polonia picchiano e aggrediscono, forze di destra estrema in Francia, in Germania, nei Paesi baltici aggrediscono le sinagoghe, i negozi, le persone. La tendenza comune sulla stampa e nei discorsi politici è quella a identificare una responsabilità di destra e in realtà negli Stati Uniti, per esempio, gli assassini delle sinagoghe di Pittsburgh e di San Diego appartengono a questo gruppo. Ma in Europa la destra estrema per quanto particolarmente ripugnante culturalmente non ha il predominio, semmai si annette come è accaduto a Berlino alle manifestazioni di odio anti-israeliano-antisemita indette dagli Hezbollah (e quindi dall'Iran) in un misto estremo in cui l'islamismo è la forza più importante. Come ha anche detto un rabbino tedesco intervistato dalla radio israeliana, anche se la destra è un problema, di certo non puoi indossare la kippà nei tanti quartieri musulmani che la politica di Angela Merkel ha allargato con l'apertura totale all'immigrazione. Così paradossalmente la Germania alla ricerca della riparazione dei suoi peccati razzisti, oggi è di nuovo antisemita. Una questione seria e da meditare senza infingimenti. Destra, islamismo, laburisti, estrema sinistra: un'alleanza che giustifica il suo odio anti-ebraico con la cosiddetta "critica" dello stato d'Israele ha trasformato l'Europa in un nuovo inferno anti-ebraico.

LA STAMPA - Walter Rauhe: "Antisemitismo, Berlino choc: ebrei, non portate la kippah"

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Walter Rauhe

Indossare la kippah nei luoghi pubblici, in Germania, può essere pericoloso. A lanciare l’allarme è il presidente della commissione governativa tedesca per la lotta all’antisemitismo Felix Klein. Un appello che ha il sapore di una resa e che solleva proteste e sconcerto. Tanto che provoca la reazione «’profondamente scioccata»’ del presidente israeliano Reuven Rivlin.
Sullo sfondo del drastico aumento dei casi di antisemitismo registrati nel Paese - solo l’anno scorso 1799 pari ad un incremento di ben il 20% - l’alto funzionario ha invitato gli ebrei a non esibire pubblicamente simboli e indumenti della loro religione. Almeno non sempre e non ovunque. Questi potrebbero «contribuire ad azioni ed attacchi di stampo antisemita», ha dichiarato Klein. Sottolineando inoltre la necessità di organizzare corsi di addestramento per agenti delle forze dell’ordine, insegnanti e magistrati per sensibilizzarli. Rivlin ha reagito duramente: «È compito dello stato e delle istituzioni quello di garantire l’incolumità dei componenti della comunità ebraica tedesca e di garantire loro il diritto di esercitare liberamente la loro religione». «Non ci sottometteremo mai, non abbasseremo mai la guardia e non reagiremo mai all’antisemitismo con il disfattismo», ha aggiunto.
Per il Cristiano-democratico Michel Friedman, le dichiarazioni di Klein rappresentano una capitolazione dello stato tedesco all’antisemitismo e all’intolleranza. Dello stesso avviso è anche il Ministro degli interni della Baviera Joachim Herrmann. «La libertà di religione è un diritto costituzionale. Gli ebrei possono e devono se lo vogliono indossare la kippah e non tocca a noi di indicare dove e quando lo possono fare ».
Già in passato però era stato lo stesso Presidente della comunità ebraica tedesca Josef Schuster ad aver lanciato un monito molto analogo. «Purtroppo non è un mistero che in alcuni quartieri delle grandi città indossare la kippah può essere molto rischioso. Necessario è un ampio dibattito sulle cause dell’antisemitismo e su come combatterlo», sostiene Schuster.
Secondo i dati diffusi dal ministero degli Interni il 90% dei reati di stampo antisemita sono stati compiuti da militanti del l’estrema destra neonazista. Ad allarmare le forze dell’ordine è però anche il costante aumento degli attacchi compiuti per mano di persone di fede musulmana che vivono e lavorano in Germania. In questo caso gli episodi d’intolleranza e gli attacchi violenti contro sedi ed esponenti della comunità ebraica sono aumentati l’anno scorso di oltre il 30%.
Alcuni quartieri abitati prevalentemente da immigrati di origine araba come quelli di Neukölln, Wedding e Kreuberg a Berlino, rappresentano per molti ebrei tedeschi delle vere e proprie zone ad alto rischio da evitare. In molte città tuttavia le statistiche della polizia non distinguono la matrice politica dei reati di antisemitismo rendendo così più difficile, se non impossibile, un’analisi approfondita sulle cause di questo fenomeno.

CORRIERE della SERA - Paolo Valentino: "Berlino, polemica per la kippah"

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Il Commissario contro l'antisemitismo (sic!) Felix Klein

Provocano sdegno ma anche reazioni polemiche in Germania e all’estero, le dichiarazioni di Felix Klein, l’incaricato del governo federale per la lotta all’antisemitismo che ha consigliato agli ebrei «di non portare sempre la kippah in pubblico», a causa dell’ondata di ostilità nei loro confronti nei Länder federali. Klein ha parlato di «crescita dell’abbrutimento nella società e della caduta dei freni inibitori», citando i dati del ministero dell’Interno tedesco, che nel 2018 ha registrato un aumento del 20% degli atti criminali di matrice antisemita. «Il 90% di questi reati vengono commessi da ambienti di estrema destra, da coloro che minano le basi della nostra democrazia. Per questo è necessario prendere misure molto più decise contro l’antisemitismo in Germania». Ma le sue dichiarazioni non sono piaciute al ministro federale dell’Interno, Horst See-hofer, indirettamente chiamato in causa: «Sarebbe inaccettabile se in Germania gli ebrei fossero costretti a nascondere la propria fede. Lo Stato deve assicurare a tutti il libero esercizio del proprio credo», ha detto Seehofer. Gli ha fatto eco il suo omologo bavarese, Joachim Hermann, che ha incoraggiato gli ebrei tedeschi a «indossare sempre e ovunque lo desiderino la kippah»: «Non possiamo cedere il campo all’odio antisemita». Critiche a Klein sono venute anche da Herbert Reul, ministro degli Interni del Nord-Reno Vestfalia, il più grande dei Land tedeschi, secondo il quale «non ci possono essere zone proibite agli ebrei sul territorio tedesco». Per la ministra della Giustizia, la socialdemocratica Katharina Barley, la denuncia di Klein va invece presa molto sul serio: «I crescenti atti di violenza contro donne e uomini ebrei sono una vergogna per il nostro Paese, l’estrema destra punta a distruggere la nostra pacifica convivenza». La reazione Il presidente israeliano Reuven Rivlin si è detto «profondamente scioccato» Voci preoccupate si levano dalla comunità ebraica: «Una resa dello Stato», ha definito l’uscita di Klein il pubblicista Michael Friedman, già vice-presidente del Consiglio centrale degli ebrei in Germania. Ma la reazione più forte viene da Israele. «Profondamente scioccato», si è detto il presidente della Repubblica, Reuven Rivlin, secondo il quale siamo di fronte a una «capitolazione». «La responsabilità per l’incolumità, la libertà e il diritto a professare la propria fede di ogni membro della comunità ebraica — ha detto Rivlin — è nelle mani del governo federale e della sua autorità giudiziaria. Chiediamo e ci aspettiamo che i nostri partner tedeschi agiscano con tempestività». A Klein bisogna però dare atto, nell’intervista incriminata di aver suggerito anche una strategia: «Si devono combattere i reati e assicurare inchieste rapide, portare i colpevoli in tribunale e fare anche azione repressiva. Ma forze dell’ordine e autorità devono anche riconoscere l’antisemitismo». A tal proposito, il diplomatico ha ricordato un episodio di Chemnitz, dove l’attacco a un ristorante, di impronta chiaramente antisemita, è stato derubricato come un semplice «danneggiamento».

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