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Il Foglio Rassegna Stampa
27.05.2019 Israele, unico Paese del Medio Oriente in cui anche gli arabi sono cittadini con pieni diritti
Ma prevale la propaganda di odio contro lo Stato ebraico

Testata: Il Foglio
Data: 27 maggio 2019
Pagina: 2
Autore: la redazione del Foglio
Titolo: «I palestinesi e Israele. Altro che nakba»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 27/05/2019, a pag. II con il titolo "I palestinesi e Israele. Altro che nakba" il commento tratto da Algemeiner.

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Un esempio di odio contro Israele

Ogni anno, il 15 maggio, i palestinesi commemorano la Giornata della Nakba. La ‘nakba’ (o ‘catastrofe’) si riferisce all’indipendenza di Israele nel 1948 e all’esodo dei profughi palestinesi”, scrive Pinhas Inbari. “Uno dei maggiori problemi dei palestinesi, oggi, è che il mondo arabo li percepisce sempre di più come come di ingrati. Il mondo arabo, devastato da disastri e guerre interne, lamenta che i palestinesi non mostrano alcuna sensibilità per quanto riguarda le sofferenze arabe. I palestinesi chiedono anzi ai paesi arabi di trascurare le loro crisi per tornare a concentrarsi solamente sulla “sofferenza palestinese”. L’Arabia Saudita ricorda ancora con risentimento il sostegno che i palestinesi diedero al dittatore iracheno Saddam Hussein quando questi invase il Kuwait nel 1990 e bombardò l’Arabia Saudita nei primi mesi del 1991. In base a ogni possibile parametro, la situazione dei palestinesi in Cisgiordania, e sicuramente in Israele, è molto migliore che in qualsiasi paese arabo. Il dato essenziale è che vi sono parlamentari arabi alla Knesset. La Knesset israeliana è l’unico parlamento al mondo in cui esiste una rappresentanza palestinese rilevante e fieramente libera. Non hanno una analoga rappresentanza in Giordania e nemmeno a Ramallah o a Gaza. Solo sotto il ritratto di Theodor Herzl e la bandiera israeliana, nel Parlamento d’Israele, i parlamentari palestinesi parlano e agiscono liberamente, fin troppo liberamente secondo alcuni, e spesso con aperto disprezzo verso lo stato in cui sono stati eletti. In secondo luogo, Israele è l’unico paese del medio oriente che ha pienamente assorbito i profughi palestinesi. E’ un fatto poco noto, ma vi sono profughi palestinesi originari dei villaggi che vennero abbandonati durante la guerra del ’48, che sono stati assorbiti e integrati in altre città e villaggi in Israele. Israele ha dato loro la piena cittadinanza. Anche la Giordania (unico fra i paesi arabi) ha concesso ai profughi palestinesi una forma di cittadinanza, ma non completa. Non sono disponibili dati precisi, ma per la maggior parte i cittadini giordani di origine palestinese non sono autorizzati a votare per il Parlamento giordano, che è ben lontano dal rappresentare il vero numero di palestinesi presenti nella popolazione. Infine, si sta verificando oggi una vera e propria nakba, ma non in Israele. Il disastro della Siria, compresa la nuova catastrofe dei palestinesi, è molto più grande della nakba del 1948. Siriani e palestinesi sono stati sfollati a migliaia dal campo profughi di Yarmouk, a Damasco, che una volta ospitava più di 100.000 persone ma è stato ferocemente assediato e raso al suolo nel quadro della guerra civile siriana. Centinaia di palestinesi e siriani vi hanno trovato la morte nei combattimenti e bombardamenti da parte delle forze siriane. Ma tutto questo non sembra minimamente interessare ai partiti arabi in Israele. Anche l’Olp, che dovrebbe rappresentare i profughi del ’48, ha completamente ignorato il disastro palestinese in corso in Siria. Ecco perché i siti web dei profughi palestinesi in Siria non guardano né all’Olp né all’Autorità palestinese per trovare aiuto o solidarietà”.

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